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Baglioni, vorrei fare come Mina

Per l’artista l’Italia è un paese da ricostruire. “Finora solo parole. Non credo più ai politici”.

«Ogni tanto mi viene in mente di fare come Mina. Scomparire dalla scena». Baglioni, però, è presente più che mai e ieri sera era al Palalottomatica per la prima delle due date romane del suo «ConVoiLive Tour». È stata un’occasione per fare il punto sulla sua luminosa carriera, su una creatività che non smette di stupire.

Baglioni, la scenografia del «ConVoiLive» ripropone un cantiere aperto. Perché?

«Innanzitutto perché mi piaceva il gioco di parole tra cantare e cantiere. E poi perché sono sempre alla ricerca di qualcosa. Tutto questo mi fa pensare al cantiere del nostro Paese».

Si è ispirato anche alla situazione politica che stiamo vivendo in Italia?

«Il nostro Paese è da ricostruire e ha bisogno di essere rivitalizzato. Nonostante i recenti cambiamenti non è cambiato ancora nulla, Ci sono buoni propositi e nulla più. Non credo più ai miracoli di una classe dirigente che negli ultimi anni ha fatto molto poco. E forse è l’emanazione di una parte del Paese che troppo per bene non è».

Dal punto di vista musicale su cosa avete puntato per il live?

«Sono tre ore di concerto antologico senza soluzione di continuità. In scaletta ci sono canzoni fondamentali e poi 4-5 brani tra gli ultimi che ho scritto. L’ultima ora di concerto è un crescendo continuo che contribuisce a creare una vera e propria edificazione artistica».

Sul palco c’è una scritta che recita «Tutta un’altra musica». A cosa si riferisce?

«Al fatto che in scaletta ci sono 33 brani suonati per intero senza l’aiuto del computer. I brani sono legati da un filo rosso che poi è l’onda che li pervade dall’inizio alla fine del live. Ogni capitolo è composto da quattro canzoni. Ogni volta si sale di un piano e si dà un’altra mano di vernice».

Dopo la tournée cosa l’aspetta?

«Durante l’estate mi dedicherò alla composizione di altri inediti che confluiranno nel secondo capitolo di “ConVoi”. Alla fine i brani si dovrebbero collocare in una sorta di ideale mosaico. Poi dall’autunno ricominceremo con un nuovo giro di concerti».

Quest’anno la sua partecipazione ha dato maggiore respiro al Festival di Sanremo. Come giudica l’edizione di Fazio?

«Vorrei che il Festival offrisse semplicemente il quadro della musica leggera in Italia. Vorrei che ci fossero anche rassegne collegate, con i critici in prima fila».

Dopo il ritiro dalle scene Ivano Fossati si è dedicato alla scrittura di libri. Cosa ne pensa?

«A volte credo che la creatività sia una sorta di patologia, l’ossessione di riempire un buco, un vuoto. Mi colpirono tanto le motivazioni che spinsero Fossati al ritiro dalle scene: lui disse che si ritirava perché ogni volta che vedeva un tramonto lo doveva trasformare in musica».

E lei ci pensa ancora a ritirarsi dalle scene?

«Sono vent’anni che penso di ritirarmi. Da giovane non avrei mai pensato di durare così tanto. Ho pensato di fare qualcosa tipo Mina, per non essere corrotto dal tempo. È una sorta di regalo che farei al pubblico. Si passa a una dimensione quasi divina».

Carlo Antini

redazione

La redazione di doremifasol.org e saltasullavita.com è composta da tanti amici ed appassionati della musica di Claudio Baglioni, coordinati dal fondatore e amministratore Tony Assante. Un grazie a loro per il lavoro e l'aiuto apportato a questo portale - Per scrivere alla redazione usare wop@doremifasol.org

2 Commenti

    1. Claudio finché hai dieci dita per suonare
      e finché hai voce e amore per cantare finché puoi donare …
      che ancora non sei in croce non smettere mai ….” è una sorta di regalo che ci fai” se ci fai godere della tua presenza e della tua musica… E’ un dono che hai avuto…donacelo fin che puoi! 🙂 😉

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