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Il futuro è qui davanti o è già dietro le spalle?

«Il futuro l’ho veduto / è tutto nero», canta pessimista De Gregori, traducendo Dylan; «il futuro del mondo è diverso dal mio sancisce perentorio Jovanotti, mentre l’immenso e immortale Fabrizio De Andrè (con Ivano Fossati) cantava «cose svanite, facce, e poi il futuro»; Claudio invece ha parlato del «lavoro duro / di essere uomo e non sapere / cosa sarà il futuro». Ci sono poi una serie di canzoni italiane tutte costruite al futuro, dall’eterna Camminerò, intonata in parrocchie, campi estivi e oratori dalla notte dei tempi, fino alla stupenda e poetica Anno che verrà di Lucio Dalla. Insomma, del futuro parla un po’ tutta la canzone italiana, e ne ha parlato immancabilmente anche il nostro Claudio.

Il futuro è a volte un’ossessione, spesso un impegno, talvolta un miraggio lontano: sì, perché il tempo passa, senza che ce ne si possa accorgere (parafrasando Bergson), e il futuro è sempre più presente. Sono ancora vivi e vegeti tutti coloro che leggevano romanzi sui robot, o vedevano film su un ipotetico futuro tecnologico, che oggi è più che mai presente. Allora dov’è il futuro, qui davanti, o già dietro le spalle?

Il futuro è quello dello sport, ed in particolare del calcio, che ha polarizzato l’attenzione del mondo in questi giorni con la finale dei mondiali, e in Italia, con l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Singolare che una pagina Facebook di tifosi juventini, che si caratterizza per associare eventi sportivi bianconeri a testi di canzoni, abbia scelto una canzone di Claudio per accompagnare la prima immagine di Ronaldo alla Juventus: «Io sono vivo e sono qui /e vengo dentro a prenderti»: una canzone sul presente, che però guarda al futuro. Futuro e presente si mescolano, si confondono, si scambiano le parti.

 

Il futuro è quello dei tanti io che fanno parte della storia: permettetemi che oggi io possa ricordare un io particolare, il mio, perché oggi festeggio un anno dalla mia laurea triennale, e in quest’anno ho gettato tanti semi per il mio futuro.

Il futuro è quello del mondo musicale, sempre in evoluzione, come in effetti è il mondo stesso. Sabato è uscito il nuovo singolo di Rovazzi, Faccio quello che voglio: basta guardarlo, per accorgersi che il futuro del mondo musicale è tutto da costruire; lo si nota dal videoclip del pezzo, che in realtà è un corto, con una canzone che sì, si erge come probabile tormentone estivo, ma il suo focus principale sembra proprio essere il video. Rovazzi: un’anomalia che ha successo, e che funziona, proponendo (in questo caso) qualcosa di nuovo e di diverso (almeno, apparentemente, o almeno in Italia)… che sia uno dei futuri del mondo musicale?

Il futuro è quello di Claudio, ovviamente. C’è un futuro che sappiamo, almeno fino a febbraio 2019 (e ne abbiamo parlato in abbondanza), ma di cui non sappiamo tutto: in questi giorni si stanno avvicennando e ricnorrendo voci su novità pazzesche al Festival di Sanremo 2019… E dopo? Sì, c’è un album di cui non sappiamo ancora nulla, ma dopo? A molti non sarà sfuggita l’ultima immagine taggata #alcentro, scattata da Alessandro Dobici, e pubblicata sui social dallo staff di Claudio. L’immagine pare scattata ad uno stadio (vi sono delle specie di tornelli)…che sia un presagio di un futuro tour negli stadi? In fondo, Claudio manca negli stadi dal 2003… nuovo album + stadi sarebbe veramente una degna conclusione di “Al Centro”. Forse è una fantasia, ma perché non sognare? In fondo il futuro si alimenta anche di sogni.

Il futuro è il nostro, è la somma di ciò che facciamo, ma talvolta anche di ciò che non facciamo; delle nostre paure, ma anche dei nostri ricordi. Insomma, la storia c’è, è lì che ci richiama, che si richiama, richiama sé stessa e si evoca sempre: «il passato è sale / si scioglie a dar sapore / al futuro», non dimentichiamocelo mai. Sta a noi cercare le tracce del futuro nel presente. O a volte, anche nel passato. Insomma, Claudio ce l’ha detto ormai quasi 28 anni, con la sua capacità sincretica di unire parole e musica: il futuro è qui davanti, o già dietro le spalle.

E tu… proprio tu… Qual è, e dove sta il tuo futuro?

Luca

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

2 Commenti

  1. penso…Tutto in “La Vita È Adesso”…Enorme Baglioni, Come Artesta e Persona. Ricordare il Passato…Insegnante…Vivere L’Adesso…e “Sentire”…Costruire…IL Futuro…e…A volte…Così Facendo…”Le Stelle…Stanonostante A Guardare”…Grazie…Scusa e Ciao CLAUDIO…Da Renato…LUN Sa’

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