Canto nel teatro più bello
Baglioni al Massimo Canto nel teatro più bello d’ Italia
GIUSY LA PIANA
CON la sua musica ha percorso 115 mila chilometri in poco più di due mesi e per l’ ultima data del “One World tour“, che lo ha visto protagonista in cinque continenti, Claudio Baglioni ha scelto il teatro Massimo dove domani alle 21 sarà in concerto per il Fai.
Il cantautore, raggiunto telefonicamente a New York mentre si preparavaa tornare in Italia, ha anticipato un importante progettoe ha detto la sua su italianità, architettura, ambiente e sulle contraddizioni «made in Palermo».
Qual è il ricordo più bello di questa avventura musicale?
«In effetti è stata una missione faticosa ed entusiasmante quella di portare la musica italiana in giro per il mondo. Non c’ è stato un concerto uguale all’ altro. Mi è piaciuto molto scoprire e respirare la spiccata italianità dei nostri connazionali all’ estero».
Come è l’ Italia vista dall’ estero e che percezione crede ne abbiano negli altri Paesi?
«Ho notato come l’ Italia sia un paese piccolo per importanza e peso culturale nel mondo: è stata una sensazione sgradevole. Mi è dispiaciuto vedere come nel centocinquantesimo anniversario dell’ Unità d’ Italia vi sia più senso della nazione tra gli italiani all’ estero che fra i residenti».
Il ricavato del concerto sarà destinato al giardino della Kolymbetra…
«Sono doppiamente felice di tornare a Palermo: da una parte perché continuo la collaborazione con il Fai, contribuendo a tutelare un gioiello archeologico e agricolo nel cuore della Valle dei templi; dall’ altra perché per la quarta volta sarò in concerto da solo al Massimo, il teatro più bello d’ Italia. È il palco dove ho realizzato più assolo. Questa volta spazierò fra quattro strumenti».
Lei è anche architetto: che idea si è fatto dei monumenti di Palermo?
«Li amo. Palermo per connotazione storico-artistica è da considerare una capitale di cultura. Purtroppo la sua bellezza non è stata ben preservata: lo scempio edilizio ne ha soffocato lo splendore in modo brutale».
Accoglierà il 2011 con il concerto di capodanno a Roma: cosa augura al suo pubblico per il nuovo anno?
«L’ Italia esce provata da un decennio che è stato in prevalenza pessimo, quindi auguro a tutti che i prossimi dieci anni siano più illuminati. I concerti di Palermo e di capodanno sono le due facce delle mie esibizioni e saranno il mio arrivederci al pubblico: per un po’ infatti mi assenterò dalle scene per lavorare a una trilogia».