Lampedusa, emergenza sbarchi.
Nello spirito di O’Scià, vi postiamo un breve aggiornamento della situazione a Lampedusa. Il nostro sito si occupa di cronaca, solo nei casi strettamente necessari ed in qualche modo “collegati” alle opere e idee del Maestro Claudio Baglioni.
Lampedusa, emergenza sbarchi. Maroni: “L’Ue ci lascia soli”
Quattromila immigrati sono approdati negli ultimi giorni in Sicilia. Il prefetto di Palermo annuncia: “Riapre il centro d’accoglienza”. Il ministro dell’Interno denuncia:”L’Europa non sta facendo nulla”. La risposta del commissario: “Pronti ad aiutarvi”
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Prosegue l’esodo silenzioso di clandestini dalle coste del Nordafrica a quelle della Sicilia. Sono circa 4mila gli immigrati approdati negli ultimi giorni nell’Isola e gli sbarchi si susseguono di ora in ora. Infreddoliti, stanchi per il lungo viaggio, qualcuno stremato, ma contenti di essere arrivati in Italia: tra gli ultimi arrivati, domenica mattina, ci sono circa trecento immigrati, giunti in quattro barconi diversi. “E’ una emergenza biblica”. Così forze dell’odine di Lampedusa, che vogliono mantenere l’anonimato, descrivono la situazione.
Riaperto il centro di accoglienza di Lampedusa” – Il flusso costante degli sbarchi ha spinto il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, nominato commissario straordinario dal governo, ad annunciare la riapertura del Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni dice: “Chiederò al ministro degli Esteri tunisino l’autorizzazione per i nostri contingenti ad intervenire in Tunisia per bloccare i flussi. Il sistema tunisino è al collasso”.
Ma tra gli immigrati c’è anche chi non arriva: un’imbarcazione con a bordo un numero imprecisato di persone è affondato sabato pomeriggio nel golfo di Gabes, spezzandosi in due tronconi per il sovraccarico e provocando diverse vittime.
Maroni: l’Europa ci lascia soli – La situazione, infatti, è drammatica. “Siamo soli, l’Europa non sta facendo nulla”. Questo quanto denunciato dal ministro dell’interno Roberto Maroni, che si dice “molto preoccupato. Ho chiesto l’intervento urgente dell’Ue – spiega – perché il Maghreb sta esplodendo. C’è un terremoto istituzionale e politico che rischia di avere un impatto devastante su tutta l’Europa attraverso l’Italia. Noi siamo come al solito lasciati soli. Stiamo gestendo l’emergenza umanitaria con la Protezione civile”. E conclude: “E’ indispensabile l’intervento dell’Europa”.
La risposta dell’Ue: “Noi pronti” – “La Commissione è in stretto contatto con le autorità italiane” ed è “pronta ad aiutare il paese”. E’ quanto sottolinea il portavoce della commissaria agli affari interni, Cecilia Malmstrom, ricordando che proprio sabato la commissaria ha avuto “un colloquio telefonico con Maroni” nel quale si è detta “pienamente cosciente della situazione eccezionale che si sta vivendo in Italia”.
Nuovi voli per spostare gli immigrati in altri centri – Un fenomeno, quello degli sbarchi, che non sembra arrestarsi, tanto da spingere l’esecutivo sabato 12 febbraio a decretare lo stato d’emergenza umanitaria, coinvolgendo la Protezione civile nazionale.
E intanto continua la programmazione dei voli per alleggerire Lampedusa dalla pressione dei circa 2.200 immigrati attualmente presenti sull’isola. Nei giorni scorsi il ponte aereo e marittimo aveva avuto ritmi serrati, ma i centri di accoglienza italiani dove sono stati condotti i tunisini si sono presto riempiti.
Frattini: “Situazione al collasso” – Intanto, secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, per fermare la nuova ondata di sbarchi di immigrati dal nordafrica bisogna comunque fare di più: “Dobbiamo mobilitare i Paesi del Mediterraneo” e dell’Unione Europea che si faccia carico della redistribuzione. In un’intervista al Corriere della Sera (guarda la rassegna stampa) il ministro fa sapere di aver preso contatti con il suo collega europeo, Catherine Ashton che ha definito la questione “urgente” e dell’avvio della missione Frontex, per mobilitare pattugliamenti e respingimenti, si parlerà mercoledì 16 nel Consiglio degli alti rappresentanti dei 27 Paesi.
“Ci aspettiamo che tra dieci giorni, a Bruxelles – prosegue Frattini – al Consiglio dei Ministri degli Interni, la decisione sia presa”. Secondo il ministro, “il sistema ha collassato, i meccanismi non tengono più: o i Paesi europei si fanno carico della redistribuzione – avverte – o si fa quello che dicono le leggi europee”, vale a dire rimpatri degli immigrati.
“Noi abbiamo attivato tutti i meccanismi di protezione per salvare questa gente dalla morte – prosegue il ministro – ma non può certo essere l’Italia che organizza le navi per mandarli a casa”. Per i prossimi giorni, la previsione del ministro sui nuovi arrivi “è drammatica”. “Se domani arrivano anche gli egiziani – aggiunge – può determinarsi una situazione albanese”. Per questo, l’auspicio è che le autorità tunisine accettino il modello Albania, “perché quando i trafficanti di esseri umani vedono le motovedette a un miglio dalla costa, non fanno partire i barconi”.
Infine, Frattini, puntualizza sulla chiusura del centro di accoglienza di Lampedusa chiarendo che la struttura era stata chiusa “nella prospettiva di una tranquillità a lungo termine”.
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