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Testo lettera Baglioni a Nencini

Ieri vi abbiamo postato la notizia della Lettera di Claudio Baglioni a Riccardo Nencini. LINK

Eccovi il testo Integrale della stessa:

Caro Riccardo,
come probabilmente saprai, da quasi dieci anni la Fondazione O’Scia’, della quale sono socio fondatore, ha sposato la causa di Lampedusa.
La natura del nostro impegno è duplice: promuovere il valore dell’integrazione culturale, quale unica strada realisticamente percorribile, se davvero si vuole scongiurare lo scontro e promuovere l’incontro tra civiltà ; concorrere a sanare le condizioni deficitarie dell’isola.
In entrambi i casi il nostro è essenzialmente un lavoro di sensibilizzazione – siamo musicisti e artisti e non politici o amministratori -, che si rivolge alle Istituzioni italiane ed europee, alle forze politiche e sociali, alle organizzazioni non governative internazionali, ai media e all’opinione pubblica in generale.
Attraverso una “settimana musicale” (O’Scia’) che si tiene ogni anno a fine settembre sull’isola (e che, fino ad oggi, ha visto la partecipazione gratuita e solidale di 250 tra i più grandi nomi della musica , dello spettacolo e della cultura italiani e internazionali) e una serie di incontridibatti a tema, cerchiamo di sollecitare un supplemento di attenzione – umana, sociale e politica – nei confronti di un’isola e di una “doppia popolazione”, che vivono, da sempre, condizioni di pesante precarietà.
Non credo sia necessario sottolineare quale sia la natura del presente di Lampedusa. La cronaca quotidiana – al di là di alcune imprecisioni, di un eccesso di semplificazione e di qualche concessione di troppo al “colore” – è più che eloquente.
Viviamo alcune tra le ore più difficili tra quelle che il nostro Paese è stato chiamato ad affrontare nella sua storia recente, grave sul fronte interno, drammatica per coloro che vivono le fasi di cambiamento, le crisi e le guerre, delle altre sponde del Mediterraneo.
Per l’insieme di queste ragioni, nelle scorse settimane, mi sono permesso di scrivere personalmente al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Senato e Camera, al Presidente del Consiglio e ai Ministri, competenti e interessati, dell’Esecutivo, sollecitando un pacchetto di interventi ad hoc, che consentisse a Lampedusa di superare quella che si presenta come l’emergenza più lunga e difficile della sua non facile storia.
In tale occasione, ho sottolineato, tra l’altro, l’esigenza di procrastinare le scadenze fiscali più immediate, per concedere una piccola boccata d’ossigeno alla fragile economia dell’isola.
Se, come tutto lascia prevedere, gli sbarchi proseguiranno, il turismo – unica risorsa – risulterà pesantemente compromesso.
Ho rilevato, inoltre, come – indipendentemente dall’evoluzione della drammatica crisi internazionale – occorra ridurre le forti penalizzazioni che Lampedusa subisce rispetto al resto del Paese, in materia di collegamenti aerei e navali : forniture energetiche, benzina, elettricità, gas, acqua e beni di prima necessità.
Ho evidenziato, infine, la necessità di reperire i fondi necessari per procedere ad alcuni interventi strutturali di prima e assoluta necessità (uno per tutti, ma certo non l’unico: la rete fognaria), senza i quali l’isola non solo non è in grado di accogliere i migranti (né di “pace”, né di “guerra”), ma non è nemmeno in grado di offrire ai propri abitanti una vita degna di questo nome.
Un presente, dunque, al limite della vivibilità, per affrontare il quale la gente attende da politica e Istituzioni un segnale di attenzione, chiaro e concreto.
Ma, soprattutto, un segnale di dignità e responsabilità.
La classe politica, infatti, deve, nel suo insieme, trovare la volontà e la forza e di tirare fuori dalle secche di strumentalizzazioni e tatticismi mediatico-elettorali il “tema Lampedusa”, sia che si tratti di migrazioni, flussi, legalità, integrazione, sicurezza, sia che si parli di “pari opportunità” e pienezza di cittadinanza italiana (ed europea) per i residenti delle Pelagie.
Entrambe queste tematiche, infatti, richiedono né “buonismo”, né “cattivismo”.
L’unico “torto” di questa comunità è quello di abitare l’estrema periferia sud dell’Europa, facendo dimenticare al nostro Paese e all’intera Unione che quelli delle Pelagie sono cittadini italiani ed europei a tutti gli effetti e che Lampedusa è un “quartiere” di Roma, Parigi, Londra e Bruxelles e come tale deve essere trattato.
Sono certo che un Tuo impegno in questo senso, sia fondamentale per due ragioni:
controllare che le “misure compensative” recentemente annunciate non restino sulla carta ma si traducano in provvedimenti effettivi; contribuire, con la Tua esperienza e sensibilità umana e politica, ad avviare una fase nuova grazie alla quale la comunità isolana possa, finalmente, vedere ridotto il pesante (e del tutto ingiustificato) gap di diritti, opportunità e qualità della vita che la separa – da sempre – dal resto del Paese.
Lampedusa, oggi, è molto più di un’isola. Essa è, allo stesso tempo, simbolo e laboratorio.
Simbolo di quella civiltà e di quei valori ai quali né l’Italia, né l’Europa possono rinunciare, se non intendono rinnegare la loro identità e i valori alti e nobili, sia della loro anima “laica”, che “cristiana”; laboratorio di storia, nel quale si sperimentano senso e significato stesso della parola politica, oltre che la sua capacità di contenere, equilibrare e armonizzare “tensioni di forze” che, domani, faranno sentire la loro spinta su tutto il continente.
Le vicende dei lampedusani sono sotto gli occhi di tutto il mondo.
Un mondo che ci guarda e che si aspetta che l’Europa non dimentichi l’Italia e che l’Italia non dimentichi Lampedusa.
E la “Fondazione O’Scia’”, che svolge da sempre un ruolo di interprete e portavoce delle istanze del Popolo Doppio di Lampedusa, chiede che la politica ritrovi senso, valori e profondità e si mostri all’altezza dei suoi nobili natali e del suo alto mandato.
Nel ringraziarTi per la Tua attenzione e nel rivolgerTi i più sinceri auguri per la quantità e qualità del Tuo impegno, Ti invio un saluto

Claudio Baglioni

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Un Commento

  1. claudio,grazie…hai anticipato i tempi sempre,continua ad essere sempre così…per carità non lasciarci per la politica…chissà in quanti ti girano attorno con le loro proposte,resta almeno tu con i piedi per terra ed il cuore aperto alla speranza.

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