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Baglioni: 17 aprile 2011

Domenica delle Palme.

Un rametto di ulivo

benedetto di cielo

messaggero di pace

passato dalla mano di qualcuno

nella mano di qualcun altro

testimone di un pensiero

staffetta di un desiderio

scambio di una speranza.

Accordo muto

tacita promessa

patto silenzioso

tra due esseri umani

che si ricordano

e si riconoscono

di essere umani.

Da bambino

guardavo quelle foglioline verdi

attaccate sopra la cornice della porta

appoggiate a un quadroo agganciate alla graffetta di un calendario

e vedevo un simbolo

minuscolo e gigantesco

prodigioso e umile

povero e potente

antico e ogni volta nuovo

capace di dare un significato pieno

al cammino verso un mondo migliore

incontro a un domani luminoso.

Il dono del perdono

prima di una colpa.

Il segno di un disegno superiore

più alto del rancore

più forte del terrore insinuato

instillato istigato

nelle stanze troppo chiuse delle coscienze.

Barricate dietro le cataste della diffidenza

ustionate dalla rabbia della viltà

morse dal pregiudizio stolido.

Soffocate da un sacco umido di plastica

braccate dalle torce del panico.

Questa paura dell’altro

che non è altro che paura di vivere

di respirare nell’aria di tutti

paura dell’umanità

che è paura di provare l’umanità

di un sorriso sincero

di un soccorso pietoso

di un aiuto leggero

di un impegno generoso.

Questa paura livida, che pur di non perdere

ciò che non ci appartiene,

ci volta nell’indifferenza

ci gela nell’immobilismo

ci deforma nell’insultoci contorce nell’odio

Un altro è un meun altro di me.

Gli altri sono come noi altri.

Non dovrebbero esistere noi e loro perché tutti siamo altri di qualcuno.

Ognuno è un altro

per gli altri.

Qualche giorno fa

ho visto un carico di altri

venire imbarcato

per esser portato chissà dove

e chissà fino a quando.

Nel posto di partenza

o in un ennesimo arrivo precario.

L’importante era

che non fossero più là.

La nave andava

Una striscia di mare si ritraev

asi tagliava

si imbiancava

per farla passare.

Poi si ricomponeva

si ricongiungeva

si rimarginava

come a cancellare ogni traccia

ogni memoria

che quel cammino

fosse realmente avvenuto.

Così da dubitare che quegli altr

isiano mai arrivati

mai stati qui.

Rimuovere il disagio.

Passare la coperta sulle orme del passato.

Bagnare lo straccio e lavare ogni impronta.

Ogni macchia.

In quel mare

tra poco magari

ci saranno barche e gommoni

a portare turisti e divertimento.

In quel mare

stanotte si specchierà

questo stesso chiaro di luna

che mi imbianca il terrazzo.

Beata la luna che è solo una

e non ce n’è un’altra.

Le stelle sono molto più piccole

e il magnifico sole

magnanimo si alterna

per non toglierle luce e attenzione.

Io, noi e gli altri

invece siamo tanti

con il problema di essere uguali.

Foglioline di ulivo

battute da pioggia e da vento.

La Domenica delle Palme finiva

e io congiungevo i palmi delle mani

come a pregare senza preghiere.

Quasi a pensare che un palmo era il mio

e quello contro

della mano di un altro.

Poi di taglio

ci ho tenuto riflessa la luna.

Per un momento

ho immaginato quel mare

lontano e scintillante

e un rametto sul muro

che col tempo

diventava d’argento.

E ho provato un senso di pace.

Dal FB ufficiale di Claudio Baglioni

redazione

La redazione di doremifasol.org e saltasullavita.com è composta da tanti amici ed appassionati della musica di Claudio Baglioni, coordinati dal fondatore e amministratore Tony Assante. Un grazie a loro per il lavoro e l'aiuto apportato a questo portale - Per scrivere alla redazione usare wop@doremifasol.org

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