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Fondazione O’Scià replica a Fegiz

Nota di doremifasol: Vi postiamo la replica della Fondazione O’Scià, all’articolo di Mario Luzzato Fegiz, uscito su CORRIERE STYLE e postato poco fà.

Eccovi la comunicazione della Fondazione:

Difficile immaginare che una persona dell’esperienza, della cultura musicale e della sensibilità di Mario Luzzatto Fegiz possa parlare di O’scia’ come di un “mausoleo”. “Sepolcro monumentale” è la definizione del termine.

Definizione offensiva. Male augurante. Ma, soprattutto, del tutto priva di corrispondenza con la realtà.

Quello sprezzante “si suona in riva al mare tra uno sbarco e l’altro” suona volgare e inaccettabile. Inaccettabile per chi ha ideato la manifestazione e la porta avanti, da quasi dieci anni, non senza difficoltà.

Inaccettabile per gli artisti che la animano. Oltre trecento, fino ad oggi.

Italiani e stranieri. Di ogni linguaggio, esperienza e generazione.

Inaccettabile per le 12-15mila persone che, con ogni mezzo, raggiungono Lampedusa per portare la loro testimonianza di sensibilità e solidarietà.

Ma, soprattutto, inaccettabile per la gente di Lampedusa, profughi e migranti.

Per Lampedusa, infatti, O’scia’ è non solo l’unico momento di attenzione positiva di Istituzioni, forze politiche, media e opinione pubblica, ma anche l’unica risorsa economica rimasta. Niente O’scia’: niente turismo. Niente turismo: niente Lampedusa. Così, purtroppo, stanno le cose.

Qualcuno ha un’idea migliore?

Si faccia avanti: è il benvenuto. Noi siamo musicisti, facciamo ciò che sappiamo fare: musica. Per tutti gli altri, la porta è aperta.

Sempre.

Per profughi e migranti, invece, O’scia’ rappresenta un microfono e un amplificatore che cercano di dar voce a chi non ne ha.

Un appello alle Istituzioni internazionali, europee e italiane – che O’scia’ porta avanti insieme a realtà quali l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, Amnesty International o Save the Children – affinché vengano riconosciuti e garantiti diritti fondamentali: la dignità di esseri umani e il diritto d’asilo.

Ma soprattutto il diritto a non essere privati di ciò di cui nessun essere umano può essere privato: un futuro degno di questo nome.

Fegiz, che è venuto più volte a Lampedusa, sa perfettamente che O’scia’ è tutto tranne che una tomba. E, anche se si suona sulla spiaggia, non è l’ultima spiaggia.

Per nessuno.

Non si può valutare O’scia’ con il metro con il quale si valutano tour o concerti. Perché O’scia’ è né l’uno, né l’altro.

Nessuno paga un biglietto.

Gli artisti si esibiscono gratis.

Non c’è promozione.

Non ci sono sponsor.

Non ci sono diritti tv.

Non c’è – né ci sarà mai – alcun tipo di “interesse” economico o commerciale.

Questo è.

Anche per questo è inaccettabile che, dopo dieci anni, si metta O’scia’ sullo stesso piano di iniziative – più o meno significative, più o meno meritorie, non sta a me valutarlo – di altra natura.

Le opinioni sono tutte legittime e tutte degne di attenzione, ma i confronti hanno senso solo tra realtà tra loro omogenee.

Un centro di formazione, una città per la musica, un teatro in campagna, una grande adunata rock e una rassegna musicale a sfondo sociale, non hanno nulla in comune, al di là della musica.

Abitano piani diversi e, dunque, non possono essere messe sullo stesso piano.

Non so, infine, se “sia il caso di far tornare la musica nei luoghi deputati come arene, teatri o palasport”.

Personalmente ritengo che ogni artista abbia il diritto di ambientare le proprie opere dove ritiene più opportuno.

E’ il pubblico, semmai, a promuovere o bocciare certe iniziative, accordando o negando il proprio gradimento. Quella sui luoghi del nostro Paese deputati alla musica è una querelle vecchia. Vecchia e sterile, perché non porta da nessuna parte. Sono anni che se ne discute, senza che si sia mai fatto un passo avanti.

La verità è che di luoghi “deputati” alla musica da noi ce ne sono pochi.

Pochissimi, se si parla di “pop” o “rock”. Vale a  dire di musica “amplificata” e non “acustica”. Le arene sono poche, strutturalmente molto diverse tra loro e mal distribuite sul territorio nazionale. I teatri – soprattutto quelli di “tradizione” – sono bellissimi, ma sono nati per altri generi musicali.

A volte si rivelano adatti, a volte no. Dipende dal tipo di progetto che l’artista ha
in mente. Sul fatto, poi, che i palasport siano deputati alla musica ci sarebbe da discutere. Il termine stesso dice che sono stati progettati ed edificati per altro. E non c’è bisogno di una laurea in architettura per rendersi conto del fatto che l’acustica è oscena. E che, per fare in modo che si possa sentire decentemente, occorrerebbero interventi strutturali improponibili.
Pop e rock sono morti? Forse. La “musica giovane” si è “cristallizzata” e ha smesso di dire qualcosa di veramente originale e innovativo?

Può darsi. Ma perché, se il tema è questo, non lo si affronta senza offese gratuite, senza del facile sarcasmo sul rapporto tra grandi spazi e amplificazione e senza tirare in ballo polvere, tafani e zanzare?

Fondazione O’Scia’

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

8 Commenti

  1. Caro, Fegiz hai fatto l’ennesima figura di m…a!!! Ne stai collezzionando una dietro l’altra; ma cosa aspetti ad andare in pensione???? Non ne possiamo più delle tue CAVOLATE!!! Sei veramente RIDICOLO e VERGOGNOSO!!!

  2. Mandiamo in pensione questi critici privi di idee,di capacità di ascolto,di senso di critica e di rispetto.Chieda scusa per l’ennesima volta e si ritiri

  3. Era il 1990 ed io piccolo redattore di un giornale di periferia fui mandato a Mantova ad intervistare un grande artista: Claudio Baglioni. Prima di me-dopo il concerto- c’era un “fenomeno” tal Fegis 40 minuti di tempo 12 righe sul corriere. Io 8 minuti ( il tempo che era rimasto) una pagina sulla Gazzetta. Lo re incontrai quattro anni dopo. Tutta la stampa seduta per attendere la presentazione del nuovo album di Baglioni. Lui che arriva all’ultimo ci guarda ed esclama forza ragazzi prendete appunti (con tono di sufficenza).prende un panino dal buffet e si accomoda in prima fila. Ora si manifesta quel che è, quel che nel 1990 avevo sottovoce pensato. Eppure lui è il grande Luzzato. Mah. Resto dell’idea che la frase “anche se quello che fate è una goccia nell’oceano senza quella goccia l’oceano sarebbe più povero” si sposi perfettamente con O’ Scià. Il giornalista dovrebbe dare voce agli avvenimenti i commenti li dovrebbero fare i lettori o sicuramente la storia. Ma siccome signori si nasce e non si diventa lascio alla storia ai volontari ai fans il giudizio sullo sforzo che un artista fa a difesa degli immigrati (scomodi e poco popolari). Mah Che triste storia

  4. Offensive, inutili, oziose e noiose le sue considerazioni, Dott.Fegiz! Sono certa, comunque, che sarà con noi (felici sulla sabbia) a Lampedusa…
    O’Scià, dott. Fegiz!! O’Scià, Claudio!!

    1. Se non ricordo male, Fegiz la domenica successiva alla finale del Festival di San Remo di quest’ anno, ha letteralmente aggredito verbalmente Emma Marrone. Perchè la sua canzone era pessima? No! Perchè non ha voce? No! Perchè non aveva diritto di partecipare al festival come Big? No! L’ha attaccata per il semplice fatto di essere un “prodotto” della scuderia della De Filippi, dichiarando inoltre di avere preso le distanze da certe trasmissioni e di provare una rabbia assurda nei confronti dei talent show che gli vanno a togliere il lavoro. Emma si è ritrovata così a Domenica In “alla gogna” non per il suo operato attuale ma per la sua provenienza. Cosa succede un paio di domeniche dopo? Indovinate un pò! Fegiz ospite esterno al serale di Amici come esperto di musica. Probabilmente perchè l’anno pagato? Sarà pure esperto di musica, ma non lo è certo di tatto, nè possiede una buona memoria per essersi smentito così clamorosamente: un autogoal in piena regola. Ma forse non si tratta di avere o meno memoria, si tratta soprattutto di possedere una gran faccia di bronzo….per non dire altro. Questo per dimostrare quanto possano essere coerenti le critiche della classica volpe nei confronti dell’uva!
      Alla Fondazione O’ Scià va tutto il mio sostegno e la mia solidarietà.
      Giusi

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