Lampedusa: applausi e commozione
Applausi e commozione alla proiezione di ‘Terraferma’
Poco prima delle otto di sera gia’ tutte le sedie di Piazza Castello a Lampedusa sono occupate.
Signore anziane, pescatori dal volto bruciato dal sole, bambini con il panino in mano e la Coca Cola appoggiata sulla sedia.
E altre decine i lampedusani rimasti in piedi per vedere il film ‘Terraferma’, l’ultimo lavoro di Emanuele Crialese, che al Festival del Cinema di Venezia e’ stato accolto da una lunga standing ovation.
Tutto accade mentre a poche decine di metri di distanza un gruppo di circa trecento tunisini protesta pacificamente contro i rimpatri dopo essere fuggito dal Centro d’accoglienza di contrada Imbriacola.
Ma la protesta dei tunisini non rovina la festa dei lampedusani venuti in massa ad applaudire ‘Terraferma’ e il loro pupillo, il giovane attore Filippo Pupillo.
C’era tanta attesa, ma anche qualche diffidenza, nei confronti del film che parla di un’isola (mai nominata nel film) su cui vivono dei pescatori la cui vita verra’ stravolta dallo sbarco di profughi provenienti dal Corno d’Africa.
Insomma, esattamente come e’ accaduto dal febbraio e accade tutt’ora a Lampedusa.
In realta’, il film e’ stato girato interamente a Linosa, l’altra isola delle Pelagie a un’ora di aliscafo da Lampedusa.
Il regista, prima della proiezione, presenta il cast al completo, da Donatella Finocchiaro e Beppe Fiorello e poi vuole rivolgere un grazie particolare agli ”uomini del mare” a cui ha dedicato il film che ha avuto il patrocinio dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu.
Polemica chiusa, dunque, dopo la presentazione alla Mostra di Venezia, durante a quale il film e’ stato accusato di andare contro le forze dell’ordine e le autorita’ sul fenomeno immigritazione.
”Ho solo voluto difendere le ragioni della legge del mare su quella dello Stato – ha detto Crialese. Dobbiamo ringraziare ‘tutti’ gli uomini del mare, non solo i pescatori ma anche gli uomini delle forze dell’ordine, come la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza, che spesso hanno messo a repentaglio la loro incolumita’ per salvare migliaia di vite umane”.
Subito dopo la proiezione, accolta da applausi, Crialese conversando con i giornalisti e parlando della fuga degli immigrati dal Centro d’accoglienza tiene subito a precisare: ”Ragazzi, intanto non si tratta di una fuga. Questi giovani non sono dei criminali, sono persone che hanno rischiato la vita nella speranza di un futuro migliore e che vogliono riprendersi la loro liberta’. Invece si trovano da oltre venti giorni rinchiusi in un centro d’accoglienza che a me sembra un carcere”.
Parlando dei lampedusani e dell’accoglienza del film, Crialese, tutto di nero vestito, si dice ”felice”. ”Si sono riconosciuti in questo film – dice – non me l’aspettavo. Questo e’ il regalo piu’ bello che potessero farmi. Li ho osservati e ho notato come si riconoscevano in alcune scene”.
Timido, ma con il piglio deciso, nonostante io suoi vent’anni appena, Filippo Puccillo, ‘mascotte’ della serata. ”Voglio dire soltanto con forza che noi lampedusani non abbiamo mai protestato contro i migranti, non sono clandestini, non mi piace questa parola, sono migranti, persone e non animali che rischiano la vita per arrivare da noi.
Beppe Fiorello preferisce glissare sulla protesta dei tunisini: ”Ho visto le camionette di Polizia e Carabinieri e mi hanno raccontato quello che e’ accaduto – spiega – ma prima di parlare vorrei riflettere.
Posso solo dire che hanno tutti ragione, sia i tunisini che chiedono liberta’, sia le forze dell’ordine che fanno rispettare la legge. I tunisini sono essere umani”.
Presente alla serata anche Claudio Baglioni, ormai lampedusano doc: ”Ho visto immagini straordinarie come poche volte si vedono nel nostro cinema – dice –
E’ una grande storia che ruota a due grandi donne (l’immigrata Timnit e Donatella Finocchiaro ndr)”.
E’ ormai notte quando la gente inizia a lasciare Piazza Castello.
Crialese e’ stato ‘promosso’. Il film e’ piaciuto. Ma all’orizzionte rimane la paura di nuovi sbarchi.