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Baglioni: 12 Dicembre 2011

Scusate l’assenza. Scusate il ritardo. Scusate il silenzio.

Ho cominciato mille pensieri e non ne ho mai finito nessuno.

È stato come viaggiare senza giungere mai in alcun luogo.

Come iniziare un tratto di strada e poi smarrirsi o fermarsi o tornare un pezzo indietro.

Come buttar giù un po’ di righe di una lettera e lasciarla a metà con quelle povere frasi rimaste là senza una fine e senza un fine.

Come tante cose della vita incomplete, insolute, sospese a mezz’aria, illuse e abbandonate, incluse e inconcluse.

Sarà per questo eterno girare su se stessi intorno a se stessi dentro se stessi.

Per quel vorticoso balletto tra la dama bianca dell’esistenza e il cavaliere nero della sorte mentre suona l’orchestrina dei giorni.

Per i milioni di chilometri fatti senza più ricordare dove si è stati, chi siamo stati e con chi siamo stati.

Questa smania di muoversi sempre, spostarsi, avvicinarsi, allontanarsi, vagheggiare, vagare e svagarsi.

Se fossimo nati alberi saremmo cresciuti e vissuti tutto il tempo nel medesimo posto.

Al massimo avremmo ondeggiato un po’ nel largo respiro del vento.

Anche le zolle di terra non vanno mai così distante.

E le acque dei mari e degli oceani si spingono l’una con l’altra ma restano sempre nel punto assegnato.

Torno nella notte dell’ennesimo viaggio con un senso di spossamento.

Non è fatica nemmeno stanchezza. È più timore di perdere storie, tempo e ricordi. E di non saper sfruttare meglio le tante fortune che ho avuto, addirittura di poterle sprecare.

Dimenticare è peggio di tutto.

Vuol dire che il passato è passato così, come pioggia sui vetri.

E che sono di più le cose smemorate che quelle che ancora ci abitano nella mente.

Dove vanno a finire gli istanti scordati, i mesi spariti, gli anni sbiaditi?

C’è uno sportello al quale rivolgersi? Un vecchio capannone in cui cercare?

Sono arrivato a casa nell’ultima ora della notte e un altro giorno che aspettava il suo turno.

Ho chiuso piano la porta per non fare rumore e a quel punto, in tempo perfetto, il rombo arrembante di un tuono annunciava il temporale.

Era ora di spegnersi tenendo accesa solo la lucetta rossa dei sogni.

Scusate il silenzio. Scusate il ritardo. Scusate l’assenza.

Non vi ho mai dimenticato.

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

4 Commenti

  1. sei nell’ anima mia sempre e non chiedermi scusa e poi di cosa…anche in silenzio mi sei accanto. Buon Natale angelo in bianco e nero

  2. aggiungo una cosa , Claudio …noi ne siamo certi che non ci hai dimenticato… noi non dimenticheremo te .. mi sento felice.. anche se è un periodo per me non facile ma ho letto queste poesie e mi sono tirata su di morale.. sono certa che sei stanco e che non è semplice il lavoro che fai… ma credimi rendi le persone felici anche nei momenti bui…
    un saluto

  3. claudio , siamo noic he dobbiamo chiedere scusa a te … non tu a noi… siamo noi quelli che siamo in torto verso a te , ma credimi senza che tu ti fai sentire qui è tuttto perso e inutile… un bacio mago Ale

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