Baglioni\Marcorè, che show
Chiacchiere da salotto e ricordi tra una canzone e l’altra. Sold out ieri sera al Teatro delle Api
Porto Sant’Elpidio Un divano bianco al centro del palco, tre chitarre, un tavolo, una bottiglia di vino e due calici, un pianoforte sullo sfondo.
Lo scenario ideale per una chiacchierata tra amici, davanti ad un pubblico in visibilio per i due mattatori.
Applausi a scena aperta ieri sera per il duetto tra Claudio Baglioni e Neri Marcorè, al Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio, gremito in ogni ordine di posti.
In platea, un brulicare di palloncini a forma di cuori rossi e rosa per accogliere il cantautore romano, introdotto dall’attore e direttore artistico della stagione teatrale elpidiense.
“Le materie di prima qualità non hanno bisogno di tanti preamboli – le parole di presentazione di Marcorè – Non finirò mai di ringraziarlo per aver accettato il mio invito, ecco a voi Claudio Baglioni”. Subito battute e un’atmosfera confidenziale, il feeling tra i due si avverte in sala.
“Mettiti comodo” raccomanda l’attore, che lascia distendere il cantante sul divano. Non manca un riferimento ai biglietti per lo spettacolo andati a ruba in appena un’ora.
“So che siete venuti anche dall’Alaska – scherza Marcorè – chi arriva da più lontano?” Dalla platea si levano le voci dei fan più accaniti: Roma, Bologna, Bari, Milano, addirittura Siracusa.
“Ma chi ve l’ha fatto fare, tutta questa strada…” ironizza Baglioni. Un sorso di vino, poi è il momento di imbracciare la chitarra, iniziando da un brano del 1982, “51 Montesacro”. “Era il primo disco del mio secondo decennio di canzoni, con sonorità nuove, diverse da quelle della musica italiana” racconta il cantautore.
“Me la ricordo – dice l’attore – io studiavo alla maturità e ascoltavo Baglioni, mi rasserenava.
Sentivo la tua musica e quella di Simon&Garfunkel” ricorda Marcorè. E via con un accenno dell’indimenticabile Mrs Robinson.
La serata prosegue leggera, tra memoria e riflessioni, note e battute, canzoni “chitarrabili o pianofortibili”, come le chiama Marcorè, per un evento indimenticabile.