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Baglioni: pronta una trilogia

Il cantante alla vigilia dei concerti romani «Ho pronta una trilogia e un brano sulla Carta»

BAGLIONI: E ORA CANTO LA COSTITUZIONE

di MARCO MOLENDINI

All’Auditorium il pubblico sarà sul palco e deciderà la scaletta.

ROMA – «E’ il 66 e il tempo vola via». Cantava così Baglioni in una delle sue prime canzoni, 51 Montesacro. Il tempo è volato e Claudio ha deciso di cominciare così, con una canzone che «apriva la mia vita musicale» (la definisce così), i suoi concerti solitari e natalizi all’Auditorium intitolati Dieci dita: debutto il 25, chiusura il 4 Gennaio, in mezzo il Capodanno, niente Befana solo perché la Sala S. Cecilia era già impegnata.

Sarà un appuntamento inevitabilmente autocelebrativo, perché un concerto di questo genere non può che viaggiare lungo la memoria personale e anche perché è la prima apparizione romana, dopo aver compiuto 60 anni (a maggio).

«Non ho voluto festeggiarli. E non l’ho fatto neanche per i 50. L’idea di un compleanno come pretesto mi sembra bizzarra. Piuttosto questo è una sorta di concerto ponte, dopo sette anni in cui ho prodotto soprattutto raccolte,ho cantato pezzi di altri, ho realizzato un remake di Questo piccolo grande amore».

Vuol dire che ha un nuovo album in cantiere?

«Più che un album è una trilogia, tre capitoli legati da un filo rosso il cui primo episodio vedrà la luce nel 2012».

Intanto ha scritto un pezzo davvero singolare:una canzone che si basa sulla nostra Costituzione e si intitola “L’Italia”.

«Da oggi è in rete, nella ricorrenza del sessantaquattresimo anno della sua firma. L’idea mi è stata suggerita dal fatto che negli ultimi anni si è parlato tanto di Costituzione, ma anche da un momento come questo in cuinoi tutti ci sentiamo avviliti nel nostro orgoglio di italiani».

Veramente il presidente Napolitano ne ha parlato anche l’altro giorno, di Costituzione.

«Il Presidente, al quale ho fatto sapere di questa iniziativa mi ha risposto con grande fervore. Lui è stato un grande paladino della nostra Carta e penso che dovremmo difenderla tutti».

Non è un testo che, francamente, appaia molto musicale alla lettura.

«Infatti l’estate scorsa ho provato a scriverla e mi sono fermato per le difficoltà. Poi ci sono tornato su, la melodia iniziale mi piaceva e sono andato avanti utilizzando le prime 16 parole, proprio come sono scritte nella Costituzione. Infine, l’abbiamo confezionata con coro e orchestra».

La canterà negli spettacoli all’Auditorium?

«Difficile da solo. Diciamo che si tratta di una sorta di mio regalo di Natale a questo povero Paese».

Intanto è uscita un’edizione speciale di Strada facendo.

«Un’idea della mia casa discografica a trent’anni dalla prima uscita. Ma è la canzone che più mi ha fatto compagnia. E la canterò anche in queste serate all’Auditorium».

Ha già pensato cosa altro cantare nei dieci concerti natalizi?

«Sono andato a riascoltare vecchie cose mie e ho scoperto brani ormai persi nella palude degli album e mai suonati dal vivo. Come una canzone che si chiama Il sole e la luna, uscita nel 69 nel mio primissimo album: era un brano quasi new age. Ma mi affiderò anche alle richieste del pubblico».

Dovrà tenere a mente un bel po’ di roba.

«Almeno un centinaio di canzoni e forse più le controllo, poi si entra in rotta di collisione fra testi e progressioni armoniche. Ma non voglio usare il gobbo. Più che un concerto deve essere un’assemblea. Per questo il pubblico è dappertutto, anche sul palco attorno a me. E confesso che sono un po’ preoccupato».

Ma non è il suo primo concerto solitario.

«E’ vero, Assolo nell’86 è stato uno dei miei tour di maggior successo. E un po’ di anni fa ne ho fatto un altro solo per voce e pianoforte nei teatri lirici».

A Capodanno, siamo ai posti in piedi musicalmente parlando. Fra lei, la Pausini al Palalottomatica, i Negramaro ai Fori, Ranieri al Gran Teatro a Roma c’è un bel campionario della nostra pop music.

«E dire che fino a qualche tempo fa i concerti durante le feste venivano evitati accuratamente. Ma se la gente, per tradizione, si è sempre infilata nei cinema perché non può andare ad ascoltare un concerto? Fra di noi comunque non c’è nessuna rivalità. Anzi penso che, dopo aver timbrato il rispettivo cartellino, ci ritroveremo tutti assieme a cena».

Quanto durerà il suo concerto?

«Attorno alle due ore e un quarto. Stare da solo sul palco sarà una bella fatica, anche se misono molto allenato andando a correre. E lo farò anche nei giorni di
lavoro, è un esercizio utile per smaltire l’adrenalina che si accumula stando in scena».

Però, vista la sua abitudine a stare sul palco quasi sempre attorno alle tre ore, questo sarà fra i suoi concerti più brevi.

«Qualche giorno fa ne ho fatto uno per i fan del mio club che è durato cinque ore e mezzo. Invece il più breve è stato allo Sporting di Montecarlo: 45 minuti poi ci hanno fatto sparire sul palco girevole per fare entrare l’artista successivo».

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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