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Lucio Dalla: il ricordo dei colleghi

Morte Dalla, De Gregori: tristissimo
Venditti: scompare una parte di me
Baglioni: geniale. Morandi: amico e artista unico. Celentano: il mondo è più buio. Jovanotti: non ci credo. Vasco: capofamiglia

ROMA – Dolore, incredulità e disperazione nel mondo dello spettacolo e della politica per la morte di Lucio Dalla. «Un momento tristissimo – dice attraverso il suo ufficio stampa Francesco De Gregori – non me la sento di parlare con nessuno». Ma è solo il pirmo di tantissimi “saluti” arrivati subito dopo la triste notizia.

Antonello Venditti. «Muore un amico, un compagno di viaggio per tutti gli anni ’70 e ’80. Muore una parte importante di me. La sua importanza per tutta la società italiana è stata grande. Stasera – dice Venditti, riferendosi al concerto in programma a Montesilvano (Pescara) – lo ricorderò».

Claudio Baglioni. «Lucio bravo e geniale ha vissuto tutta una vita con la volontà di stupire e la voglia di stupirsi», ha scritto il cantante su facebook. «È stato il grande clown del circo della musica. Quello che suona il clarinetto e che affabula, fa versi, stranisce gli occhi. Capace di giocare con le trottole delle parole, di raccontare storie struggenti, di camminare i sentieri di favole strambe, di arrampicarsi su cime visionarie. Lucio ha scritto le pagine del suo libro con tanti segni di punteggiatura. Punti interrogativi che drizzavano la schiena e diventavano esclamativi. Ma uno alla fine s’ingobbiva di nuovo e restava la domanda del suo sguardo».

Jovanotti.«No, no no non posso crederci», ha scritto su Twitter Jovanotti.

Gianni Morandi. L’amico Gianni Morandi: «Ci conoscevamo dal ’63 e eravamo legati anche dal tifo per il Bologna oltre che dalla passione per la musica. Tanti anni di amicizia ci legano Sentire che ci ha lasciato mi ha colpito, non riesco ancora a riprendermi. Mi manca l’amico. È stato uno dei più grandi, autore, cantante, musicista, jazzista, un uomo che parlava a tanta gente e sapeva comunicare. Lui è stato un artista unico, a me mancherà molto anche come grande amico».

Celentano. «Lucio, amico caro di tutti. Da oggi il mondo sarà più buio. Prego e penso che poeti come te non dovrebbero mai morire. Il distacco umano da uomini e artisti grandi come sei stato e sei, ci coglie sempre impreparati. Ci mancherà tutto di te. Anche i momenti di eroica fragilità che contribuivano a renderti sempre più grande. Ti volevo e ti voglio bene», ha scritto sul suo blog il Molleggiato. «Ero catturato dalla tua magica grandezza e delicata generosa umanità. Ricordo quando mia figlia venne da te per trascorrere qualche giorno speciale di vacanza… le apristi la tua casa come un padre accoglie un figlio. Parlavate di arte, di musica, della vita…Mi raccontò di avere vissuto giorni meravigliosi, indimenticabili. Indimenticabile come sei tu».

Vasco Rossi. «Un colpo a tradimento, la fatalità, il caso! Ci sentiamo all’improvviso parte di una stessa grande famiglia a cui viene a mancare il capofamiglia… questo era Lucio Dalla: un padre affettuoso e sempre presente con il suo entusiasmo, le sue idee spesso all’avanguardia per il cantautorato italiano, il suo grande amore per la musica. Che lo ha accompagnato fino all’ultimo e questo ci consola, Lucio se ne è andato come avrebbe voluto, era in tour in piena attività». Vasco scrive il suo pensiero su Facebook. «La notizia corre in rete, passa di bocca in bocca… è morto Lucio Dalla… Stroncato da un infarto, se ne è andato nel sonno.. Non siamo mai pronti a notizie del genere, rimaniamo attoniti, sbalorditi, spaventati, arrabbiati e poi tristi, molto tristi, senza parole. C’est la vie, questa è la vita… ha la precedenza su tutto meno che sulla morte, che arriva quando meno te la aspetti… Nessuno muore mai completamente, qualche cosa di lui rimane sempre vivo dentro di noi! Wiva Lucio Dalla».

Ligabue. «Ciao Lucio. Grazie», inizia così la lettera che Ligabue ha scritto su Facebook per ricordare Lucio Dalla, «una delle persone più libere fra quelle che hanno fatto canzoni nella nostra storia». «Era libero di seguire tutti i doni che gli sono stati fatti. Prima di tutto quello di una musicalità che gli usciva da ogni poro. Bastava che posasse le mani su un pianoforte o soffiasse su un sax o un clarinetto e ne usciva subito MUSICA. Poi la sua voce che, naturalmente… era così piena di MUSICA che tante volte era costretto a inventare linguaggi e suoni perché la lingua italiana non gli bastava. E finalmente le parole – aggiunge Ligabue -, quando ha cominciato a scriverle – da “Come è profondo il mare” in poi – sono sempre state piene di malinconia, meraviglia, ironia, gioco, stupore. E tutto è sempre stato all’insegna di un’enorme, instancabile vitalità». «Parecchi anni fa, mi arriva una chiamata sul telefono. Io rispondo ed era proprio lui – ricorda il rocker -. Non c’eravamo mai sentiti prima. Mi dice ‘Guarda, scusa se ti disturbo, ma avevo bisogno di dirti una cosa velocissima. Ho sentito la tua nuova canzone per radio e vedrai che con quella vendi settecentomila copiè. Io non feci neanche in tempo a ringraziarlo per la sorpresa che lui aveva già messo giù. Dentro di me pensavo ‘See, settecentomila copie ma quando mai». La canzone, appena uscita, era “Certe notti”. Fra le tante cose che ammiro in lui c’è la sua anomalia. Lo classificano fra i cantautori ma è un’etichetta che non lo inquadra bene. Lui era ed è Lucio Dalla».

Francesco Guccini. «La notizia della sua morte mi ha sconvolto. È una perdita gravissima per la musica italiana ma soprattutto perché con lui perdo un amico, un uomo generoso e ironico. Era un uomo profondamente vivace: ecco, uno che viveva senza risparmio, e senza paura di esaurire l’entusiasmo. Un vero testimone della musica, uno che per la musica ha vissuto».

Eros Ramazzotti. «Non potrò mai dimenticare il suo telegramma al mio primo Sanremo, mi scrisse: “Ole”. Fu il primo messaggio e ne fui onorato, ci mancherà tanto la sua genialità, era un grande».

Gianna Nannini. «Mi sono innamorata con le sue canzoni, ho duettato con lui sul palco, in tv e nei ristoranti. Lucio è uno che ha dato cultura alla cultura della musica italiana e per questo era e resta internazionale. Io a modo mio lo amo e lo aspetto in Piazza Grande».

Gli Stadio. «In questo momento non sono sconvolto ma addolorato perché ho perso un amico, un maestro, un punto di riferimento nella musica come nella vita. Oggi io, Giovanni Pezzoli, Fabio Liberatori, gli Stadio, tutti noi piangiamo un grande amico, un pezzo della nostra storia: 40 anni di dischi e concerti che non si potranno mai dimenticare». Così Gaetano Curreri, leader degli Stadio.

Fiorella Mannoia. «Oggi siamo tutti un po’ più soli.

Francesco Renga. «L’ho visto due settimane fa. Eravamo a cena a Sanremo», ricorda Renga. Una consolazione: «Le cose belle che ha fatto rimarranno per sempre».

Laura Pausini. «Non posso pensare che la notizia della scomparsa di Lucio Dalla sia vera. È stato il primo artista italiano che mi vide cantare in un ristorante di Bologna quando avevo 8 anni. Non posso dimenticare la sua carezza sui miei capelli e le sue belle parole di incoraggiamento». «Ciao Lucio – è l’addio della Pausini al cantautore – per fortuna rimarrai con noi, con il tuo talento e con le tue idee buffe e innovative, ma soprattutto emozionanti».

Andrea Mingardi. «Lucio diceva sempre che la vita è il primo tempo, il secondo è da un’altra parte». «L’ho frequentato per tutta la vita. Eravamo partiti insieme, entrambi con le scarpe sporche delle polveri delle balere. Ora ho perso una fetta di vita, ma mancherà anche a questa città. Lui era un ambasciatore di Bologna, un personaggio fondamentale. Con questo falso storico che ci fosse una scuola bolognese: invece eravamo semplicemente tutti lì, figli delle sale da ballo, delle cantine in cui si suonava il jazz, in quel periodo fantastico in cui è nato tutto». Mingardi ha raccontato di essere stato avvisato della morte dell’amico «da Gianni» (Morandi) un quarto d’ora dopo che era successo.

Daniele Silvestri. «Non riesco a dire niente, è veramente un grande dolore per me. Conoscevo Lucio sin da quand’ero bambino, era un amico di famiglia, lo consideravo quasi uno zio. Lucio era una di quelle persone che non avrebbero mai dovuto andare via».

Luca Carboni. «Un lutto immenso! Ciao fratello Lucio!!!», è il tweet con Carboni ha salutato il collega e concittadino. Passano poche ore e, sempre sul social network arriva anche la cancellazione del concerto previsto per domani a Bologna: «Scusate il disagio che vi creo. Non me la sento – ha scritto -. Il live di domani sera a Bologna al Numa è rimandato a venerdì 9 marzo».

Nino D’Angelo. «Lucio è stato uno dei più grandi cantautori italiani, musicista completo, un grande uomo». «Per me Lucio è stato soprattutto uno dei miei primi fan, ci siamo conosciuti tanti anni fa a Napoli e lui mi stimava fin dalla prima ora. Con lui ho fatto trasmissioni in tv, i grandi Capodanno in piazza, ed è stato uno dei miei ospiti alla Festa di Piedigrotta qualche anno fa, a Napoli, quando ero direttore artistico. Ospite a sorpresa, si è presentato, è salito sul palco, mostrando anche in quel caso grande stima. È stata una bella amicizia».

Albano Carrisi. «La sua colonna sonora ci parlerà di lui, del piccolo grande uomo. Quando un artista del calibro di Lucio se ne va, è sempre un’opera incompiuta. Avrebbe avuto molte tante cose da dire e da cantare: le sue parole di poeta ci faranno compagnia. Lucio è una colonna della storia della musica leggera un grande sempre, e lo ha dimostrato. Nel dolore del momento, dobbiamo ricordare che i grandi se ne vanno solo con il corpo, perché tutto ciò che hanno fatto rimane per sempre, oltre la morte. Proprio l’altro giorno ho inciso la versione spagnola di Caruso, il suo brano più conosciuto al mondo. A Lucio piaceva tantissimo come l’avevo impostata»

Renzo Arbore. «Era un musicista originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche napoletano. Per lui succederà quello che è successo con Gaber e De Andrè: le sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che è nuova letteratura e poesia». Arbore definisce Lucio Dalla «suo compagno di clarinetto». «Lo conoscevo fin dagli esordi io facevo il dj e l’ho incoraggiato», racconta. «Adesso si fa una specie di inevitabile sunto della sua attività di artista: lui era innanzitutto un musicista di grande valore, istintivo e originale, sia al clarinetto che nelle sue composizioni. Aveva inventato un filone italiano come dimostrano alcune sue melodie e perfino napoletano
con Caruso. È una gravissima perdita per la musica italiana».

Roberto Vecchioni. «Ha dato tanto ed è stato uno dei tre, quattro grandi della canzone d’autore. Sono costernato», ha detto Vecchioni appena appresa la notizia. «È una notizia che mi avvilisce. Era pieno di vitalità, l’ho visto al Festival di Sanremo con tanto brio e tanta carica. Mi vien da pensare quanto sia insana la fatalità».

Ornella Vanoni. «Una notizia come un fulmine, un vuoto al quale non riesco a credere, il cuore si rifiuta di soffrire per l’impossibile», ha scritto la cantante su Twitter.

Eugenio Finardi. «Lucio no, proprio non me l’aspettavo! L’avevo visto a Sanremo pochi giorni fa, sempre allegro, con quei suoi occhi da Elfo che sembravano guardarti dentro e sorridere di ciò che vedevano. Sembrava eterno», è stata la reazione di Finardi che ha aggiunto: «Lo stesso che clowneggiava con il clarinetto alla Palazzina Liberty di Milano, quando lo vidi per la prima volta mentre cantava “Com’è Profondo Il Mare”, 30 anni fa. Mi ha fatto l’onore di suonare in 2 mie canzoni. Un uomo fiero, ironico, molto emiliano. Un grande musicista. Però – conclude Finardi – questa brutta sorpresa non dovevi farcela Lucio! Buon viaggio, salutami Caruso».

Cristiano Malgioglio. «È venuto a mancare un autentico gioiello. Sono ancora incredulo. È uno dei cantanti più importanti della storia della musica italiana. Perdiamo un musicista grandioso. È andato via troppo presto».

Pupo. «Lucio era un caro amico. Mi ricordo quando giocammo insieme a pallone con la Nazionale cantanti. Eravamo io e lui, i due piccoletti, in attacco. Nessuno di noi fece gol, ma ci divertimmo come pazzi. Lucio mi chiamava: Pupone. Era un grande appassionato di musica napoletana ed è stato mio ospite nella trasmissione “Napoli prima e dopo”, in cui si è divertito a reinterpretare la sceneggiata: Ò Zappatore. Lucio era un vero artista. Mi mancherà», ha scritto Pupo su twitter commenta la morte di Lucio Dalla.

Rita Pavone. «Sono costernata, allibita, non ho parole. L’ho visto fino a pochi giorni in splendida forma a Sanremo con un brano molto carino. È andato via un personaggio unico, un pezzo di storia italiana che ha varcato i confini».

Giulio Casale. «I primi album di Lucio hanno acceso in me il sogno di poter fare lo stesso lavoro d’artigiano. A tratti Lucio è stato un genio», ha detto lo scrittore e musicista.

Emma Marrone. «Che triste Giornata, il grande maestro Lucio Dalla ci ha lasciato, una grande perdita x la musica italiana».

Pooh. «Lucio è stato l’esempio più bello di chi ha saputo trasformare con leggerezza il proprio lavoro in un’arte. Lucio, perché così lo chiamiamo tutti da sempre, senza bisogno del cognome, è stato amico e fratello di tutti quelli con cui ha lavorato, cantato o anche solo parlato – dicono i Pooh -. Sempre uguale a se stesso, sempre in equilibrio perfetto con una cultura acquisita e inventata strada facendo. Lucio è stato l’esempio più bello di chi ha saputo trasformare con leggerezza il proprio lavoro in un’arte. Lucio, con la sua continua voglia di stupire e la sua involontaria capacità di piacere al mondo!».

Modà. «Caro amico ti scrivo così mi distraggo un pò… ma siccome sei molto lontano più forte ti scriverò… ciao Grande Maestro Lucio», scrivono i Modà su Twitter.

Gigi D’Alessio. «Stento a credere alla scomparsa di Lucio Dalla perché prima di essere un grande artista, è stato per me un grande amico e ora è come se fosse scomparso un mio familiare, uno zio. Ricordo ancora che fu uno dei primi grandi della musica a credere nelle mie capacità e a incoraggiarmi – racconta -. È stato uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi e un grandissimo cantautore, le sue canzoni e la sua musica insieme al suo estro rimarranno per sempre un patrimonio enorme per tutti gli italiani».

Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti, ha la voce rotta: «Era un grande amico di Luciano. Un grandissimo artista e un grandissimo uomo, con una sensibilità enorme. Che ha saputo starmi vicino nei momenti difficili», ha detto. Dalla e il maestro modenese hanno cantato insieme a tanti Pavarotti & Friends: si ricorda in particolare l’esibizione di Caruso. «Non riesco a crederci», ha aggiunto Nicoletta Mantovani. «Muore un amico, un compagno di viaggio per tutti gli anni ’70 e ’80. Muore una parte importante di me».

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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