Resoconti

…e andiamo avanti e patapàn

Per la rubrica Vinci Questo piccolo grande viaggiatore

Il mio viaggio verso Claudio è difficile da raccontare, soprattutto in questa notte piena di ricordi.
Ricordi tristi, ricordi che non fanno dormire.

Ho ventun anni, ascolto le canzoni del grande Claudio da quando ne avevo otto. Ricordo che, quando ero piccola, mio papà infilava la cassettina di “Questo Piccolo Grande Amore” in macchina, quando facevamo quei viaggi per andare a trovare in città che a me sembravano interminabili, mentre in realtà erano appena quindici chilometri.
Mi raccontava la storia dei due ragazzi che Claudio intonava, mi cantava dei pezzetti e mi faceva ridere facendo la voce da donna in “Battibecco”.
Quando divenni più grandicella, si fecero spazio tra i miei gusti nuovi generi musicali, nuovi cantanti, nuovi gruppi, anche se la cassettina di Baglioni aveva sempre un posto speciale nel mio cuore.
Ascoltai Claudio per anni, comprai i suoi cd quando l’epoca delle cassette vide la sua fine.
Un giorno di febbraio, all’improvviso, mio padre tornò a casa dopo un controllo di routine in ospedale con alcune lastre dei suoi polmoni.
Metastasi.

Le cure furono lunghe, difficili, i medici ambigui, anzi, i miei parenti ambigui, volevano proteggere dalla verità me e mio fratello.
Sette mesi.
In quei sette mesi terribili, smisi completamente di ascoltare musica.
Smisi di ascoltare Claudio, ne avevo paura.
Paura di pensare, paura di una canzone.
Quella canzone, quella canzone che avrebbe potuto un giorno essere anche la “mia”.

Il ventotto agosto, mio padre mi guardò in un modo che non potrò mai dimenticare.
Come se mi stesse chiedendo chi fossi.
Il mostro era arrivato fin sù, fino al cervello.

Sedici giorni dopo, mi ritrovai ferma nella mia macchina, dove solo tre anni prima il mio papà mi portava a fare le guide per la patente. Aprii il cruscotto, presi “Sono io”, lo misi nello stereo. Traccia numero sei.

Piansi. Era anche la mia canzone adesso.

 

Ho ventun anni, sono giovane, sono piccola, appena otto mesi fa ho vissuto un’esperienza orribile che purtroppo vivono tante, troppe persone ogni giorno. Non ci rendiamo mai conto di quanto siamo fortunati, di quanto sia meraviglioso vivere.
Con questo testo non voglio vincere, non ho partecipato per questo. Ho partecipato con la speranza che, in un qualche modo, il mio ringraziamento giungesse a Claudio.

Grazie, Claudio.

Questo è stato il mio viaggio verso di te, verso il vero significato della tua canzone, anzi, di tutta la tua musica. Probabilmente prima non ti ascoltavo davvero, forse ti sentivo e basta.

E adesso, con un “patapàn.” tatuato sotto il mio seno, quando è dura, come in queste notti, ho la tua voce a ricordarmi di lui.

non era questo il mondo che volevamo
e non è il cielo che sognavamo
non è quel tempo, è adesso
in cui dobbiamo stare
e lo stesso andare
e andiamo avanti e patapàn

S.

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

2 Commenti

  1. La tua stessa esperienza meno di un mese fa con mia moglie … prima polmoni poi cervello … e gli stessi mesi di silenzio , in cui non riuscivo ad ascoltare neanche un brano perchè ai concerti di Claudio ci andavo con lei. Poi … ed allora anche io ho ripreso i cd perchè solo con le sue canzoni (Patapan sicuramente su tutte ma anche tante altre) riesco un po’ ad andare avanti. Nel 2004 , persi mia madre sempre con la stessa malattia , ma pochi giorni prima di morire , ha voluto a tutti i costi essere ad un suo concerto. Per fortuna c’è lui e ci sono le sue canzoni , e spero ce ne siano ancora. Un grosso abbraccio e tutta la mia (seppur inutile) vicinanza e comprensione …

    1. E’ davvero difficile…ma davvero tanto…e purtroppo non ti rendi conto di quanto dolore provochi questa malattia se non la vivi…tante, troppe persone soffrono a causa di questo male…quando diventerò “grande”, vorrei poter fare qualcosa…volontariato, dare i miei soldi per la ricerca…qualcosa, non so cosa ma qualcosa…nessuno deve più soffrire così, avere ricordi così terribili in testa.

      Ricambio l’abbraccio, ti ringrazio davvero Luca!
      Andiamo avanti…

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