ConVoi – L’origine (parte 7)
DAL FACEBOOK UFFICIALE di CLAUDIO BAGLIONI
Quando una rivoluzione conquista il potere, diventa, inevitabilmente, conservazione. La storia lo insegna.
E’ che non ha alternative, a meno di non voler perdere quel potere così faticosamente conquistato.
Il “rock” (intendendo la parola nell’accezione più ampia possibile) non ha fatto eccezione.
L’energia creativa e innovativa degli anni ’60 non c’è più. E nemmeno la profondità e la maturità degli anni ’70.
E non solo perché gli artisti che erano giovani in quegli anni adesso giovani non lo sono più, ma soprattutto perché tutte le strade, ormai, sono state esplorate.
In quegli anni, non solo ogni gruppo che nasceva aveva qualcosa di nuovo da dire, ma, spesso, anche i vari dischi di uno stesso gruppo erano profondamente diversi tra loro.
Ogni band e ogni artista aveva davanti a sé più strade e, spesso, non si limitava a sceglierne una e percorrerla, ma sentiva il desiderio e, qualche volta, l’urgenza di cambiare strada.
E’ soprattutto questa voglia di esplorare, di partire alla ricerca di linguaggi, sonorità, forme espressive nuove che ha reso quegli anni unici e davvero irripetibili. (Segue)
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