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Claudio Baglioni scrive da Lampedusa
Ieri verso sera
c’era un mare da scrivere.
Così dicono da queste parti
quando fa bonaccia
e la superficie marina
si solidifica in una lastra di vetro.
Di giorno le barche sembrano come sospese.
Su uno spessore senza consistenza.
Ogni increspatura si stende
in un tutt’uno celeste vivo.
Le uniche tracce delle dimensioni
sono le ombre delle sagome
disegnate sul fondo.
La sera si ferma il vento.
Ogni suono evidente.
Anche il tempo.
In una colata d’argento e oro rosa.
In un riflesso diffuso e lucente.
Anche il cuore si ferma.
O almeno sembrerebbe così.
Ma non va in questo modo
altrimenti non si sarebbe potuto raccontare
che ieri verso sera
c’era un mare da scrivere.
c’era un mare da scrivere.
Così dicono da queste parti
quando fa bonaccia
e la superficie marina
si solidifica in una lastra di vetro.
Di giorno le barche sembrano come sospese.
Su uno spessore senza consistenza.
Ogni increspatura si stende
in un tutt’uno celeste vivo.
Le uniche tracce delle dimensioni
sono le ombre delle sagome
disegnate sul fondo.
La sera si ferma il vento.
Ogni suono evidente.
Anche il tempo.
In una colata d’argento e oro rosa.
In un riflesso diffuso e lucente.
Anche il cuore si ferma.
O almeno sembrerebbe così.
Ma non va in questo modo
altrimenti non si sarebbe potuto raccontare
che ieri verso sera
c’era un mare da scrivere.
Claudio Baglioni – 29 Giugno 2013
Claiudio quando scrivi queste poesie e come rivivere i stessi momenti ke stai passando tù in quel momento!!!! T.V.B. !!!