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186.317 ore di attesa

sampuntini
…lo sai Claudio che hai firmato anche per Sam???

186.317 ore ovvero 11.179.020 minuti

Faceva caldo, faceva molto caldo quel giorno. Ad agosto al sud puoi stare solamente in spiaggia, con il solo costume che ti veste ad elemosinare un po’ di brezza marina, oppure al massimo dentro quel blu che sa di sale. Altro non è consentito fare, se non vuoi sentire quel caldo stupendo che oggi sento sempre meno.

Eppure un ragazzo quasi maggiorenne ed il suo amico, decidono di sfidare la calura e di partecipare al primo concerto della loro vita.
In quel #tempo ed in quel luogo, e per la prima volta, ci furono ben due concerti degni di questo nome: entrambi gli artisti erano cantautori, entrambi romani, entrambi con un passato importante alle spalle, ma solo ad uno di questi gli era consentito partecipare. I 37 km che li separava dallo stadio, in quel periodo della vita senza auto e senza indipendenza, sembravano 370 per cui bisognava fare una scelta.
E così scegliemmo, scegliemmo di andare ad ascoltare il cantautore di Centocelle piuttosto che quello di Trieste. Non so perché scegliemmo proprio lui, forse perché in casa, tra gli LP della famiglia ve ne era uno suo in cui si poteva vedere tutta Roma, forse perché mi convinse il mio amico o forse semplicemente perché era il primo in ordine di #tempo.
E così andammo, impiegando molto più del #tempo necessario per percorrere quella breve distanza in macchina, cercando di combinare treni e autobus in un periodo dell’anno in cui anche loro preferivano stare al fresco di una rimessa.

Per noi era tutto nuovo: gli odori dei cibi sulla griglia dei venditori ambulanti ti entravano di prepotenza nello stomaco, le bancarelle abusive con il faccione ed il nome dell’artista stampati su ogni tipo di gadget erano posizionate ad ogni angolo!! Ci guardavamo intorno e vedevamo tutti i nostri colleghi, del pubblico pagante, vestiti dell’artista e noi ci sentivamo fuori luogo con quelle semplici magliette anonime.
E così corremmo ai ripari e decidemmo di adeguarci. Sosta allora ad una delle decine di bancarelle a prender una maglietta con dei cerchi concentrici gialli rossi e arancioni e poi di corsa dal paninaro!!! Beh il viaggio era stato lungo e, anche se era prestino, lo stomaco oramai pieno solo di odori di salsiccia e peperoni, pretendeva di smettere di sognare!!! E così fu!!
Espletate le operazioni di normalizzazione con la massa, ci mettiamo subito in fila. Era il nostro primo vero concerto cavolo, altro che quelli di paese dove l’ingresso era sì libero, ma spesso te ne liberavi alla svelta visti i protagonisti in questione. Avevamo pagato ben 35 mila lire e pretendevamo di andare sul prato, ed essere davanti a tutti!!!
Volevamo guardarlo da vicino dicevamo!!
Troviamo il nostro ingresso e scopriamo subito che lo stesso nostro pensiero, lo avevano avuto molte molte ma proprio molte altre persone, solo che loro lo avevano avuto prima di noi!!! E così ci mettiamo in fila ed ecco che parte il contatore, la prima fila, la prima attesa, la prima inconsapevole ora di migliaia di altre ore.

186.317 ore ovvero 7.763 giorni

Non ci scoraggiamo e pensiamo di recuperare nello scatto. Il mio amico mi dice..”mi raccomando appena superi quel tipo che ti controlla il biglietto, corri corri corri!!!” Winston Groom pubblicó Forrest Gump solo 2 anni dopo, ma io già mi sentivo come lui e avevo voglia di cioccolatini!! D’altronde quando ceni alle 17, il languorino si fa sentire!!
Siamo in fila, in attesa di scattare, ed ecco che si crea una specie di microcosmo..Una volta conquistata la propria posizione, devi ammazzare il #tempo e cominci ad ascoltare i tuoi colleghi che ti stanno intorno..c’è la signora che segue l’artista da almeno 20 anni dai #tempi della maglietta quella scollata, c’è il ragazzo che sa tutto..sa già la scaletta, sa dove canterà dopo e dove ha cantato prima, sa tutte le canzoni ed un po’ ti dà anche fastidio visto che sembra atteggiarsi a saputello…poi c’è il gruppo di ragazze che strilla urla e intona stonando alcune delle canzoni che sentiremo da lì a poco.
Ad un certo punto parte una musica all’interno dello stadio..stanno provando gli strumenti…e poi nelle tue orecchie si insinua una voce..LA VOCE…non capisci cosa dice..sta provando anche LUI…sembra strada facendo o la vita è adesso..non so non sono ancora preparato come il ragazzo saputello, però quello è il mio primo vero contatto..la prima volta in cui sentii quelLA VOCE dal vivo..era ancora lontana ma già ti entrava dentro.
Nella fila sale l’adrenalina e l’emozione inizia ad essere percepita..è proprio vero…siamo ad un concerto..di quelli veri!!

186.317 ore ovvero 1.109 settimane

Arriva il momento, i cancelli vengono aperti..
bisogna esser pronti
la tensione sale..
bisogna scattare
la fila avanza
Hai il biglietto in mano?
vedi già gente correre oltre i cancelli
Si è qui ben in vista.
Non spingete!! Non sono io, spingono da dietro.
Vai Vai..tocca a noi Corri Corri Corriiiiiiii

Dei successivi 2 minuti ho ancora, dopo molto #tempo, ben chiare in mente due immagini, due fotogrammi….

La prima visione fu quella dello stadio addobbato a musica..il palco quadrato al centro con un solo lato aperto al pubblico..imponente..con tutti gli strumenti sopra ed i tecnici che facevano gli ultimi ritocchi…
La seconda immagine che ricordo, e che è immediatamente successiva alla prima, è il pavimento dell’ingresso che mi avrebbe portato sotto al palco…gli occhi erano a due centimetri dal cemento freddo e ringrazio il mio naso un po’ stile “falco” altrimenti i centimetri sarebbero stati di meno.

Ebbene sì, appena visto il palco sono crollato a terra!! Non ricordo cosa successe, forse c’era un ostacolo che mi ha fatto inciampare, forse correvo così veloce che i miei piedi non erano tra di loro coordinati o forse sono svenuto a quella visione!! Negli anni a venire e dopo mille riproposizioni di questa storia, l’ultima ipotesi ha preso il sopravvento sulle altre. Anche perché episodi simili divennero “purtroppo” la costante nei miei concerti successivi.

Ritornato in posizione verticale, ricomincio a correre cercando di scorgere il mio amico, il quale nel frat#tempo me ne aveva detto di ogni visto che l’avevo rallentato…Riprendiamo a correre e arriviamo sul prato, cerchiamo uno spicchio di verde il più vicino possibile, ma molti si erano già sistemati. Troviamo comunque un buco decente, certo non avremmo potuto “toccare” il cantante, ma di sicuro era la posizione più vicina che avessimo mai ottenuto in vita nostra ad un concerto…si lo so era il nostro primo concerto, mica ho detto una bugia!

Ci ritroviamo così in mezzo alla gente e l’atmosfera inizia a riscaldarsi. Il sole d’agosto lascia spazio alle luci artificiali dello stadio e questo, piano piano, si riempie in ogni ordine di posto. Mi giro verso gli spalti ed il colpo d’occhio è da togliere il fiato: mai vista tanta gente tutta ASSIEME arrivata lì per una sola persona.

Manca poco, c’è voglia di musica e così parte un coro spontaneo…aleeee ooooo….aleee oooooo..la gente ha voglia di vivere una serata speciale, e noi pure. Finalmente inizia…ma ci credi??? Siamo tutti in piedi, siamo già a 4 ore di attesa e immagino a come mi sentirò alla settima…quando ad un punto SI SPENGONO LE LUCI….boato del pubblico, parte la musica, arriva gente sul palco..ma lui dov’è?? Non si capisce…da dove entrerà?? No quello con gli occhiali bianchi suona solo il piano non è LUI..ecco è LUI è LUI…il nostro primo vero concerto inizia per davvero!!!

186.317 ore ovvero 255 mesi

Le successive 3 ore volano via in pochi istanti..e mi rimangono impressi dei flash…

Il palco buio ed un fascio di luce che sbuca dall’alto, sulle ultime note di mille giorni di me e di te il cantante infila la mano in quel raggio luminoso e muove le dita come se stesse suonando un piano di luce.

Durante Avrai mi giro e tutti i miei colleghi del pubblico pagante, nessuno escluso, era diventato una lucciola!!! Sembravano 10 mila stelle in terra.

Termina una canzone e dal palco vanno via tutti quanti. C’è buio, si attende che i protagonisti tornino sulla scena, ed invece si riaccendono le luci però sul pubblico, mentre sul palco non c’è nessuno. Parte la musica di un pianoforte, non si capisce chi stia suonando e da dove, ma la gente capisce cosa stesse suonando e così il pubblico diventa il protagonista e canta all’unisono la canzone d’amore più bella di quel secolo.

Sembrava un mega karaoke ma senza testo…non ce n’era bisogno!! A metà canzone “il pianista” sbuca dal basso al centro del palco ed inizia a cantare con noi la seconda parte della canzone.

Lui pubblico non pagante
Noi attori per 5 minuti

Le 3 ore passarono ma nessuno si rese conto del ticchettare del #tempo…era già finito e non ero stanco, cioè si lo ero..le gambe stavano crollando, ma la testa era convinta che non avrebbero ceduto mai!!
Finito il tutto rimasi lì qualche minuto, non mi rendevo conto di aver iniziato un’abitudine che mi avrebbe accompagnato negli anni a venire. A concerto finito mi siedo e aspetto..aspetto che la gente esca, aspetto che i tecnici inizino a preparare il nuovo viaggio, aspetto e mi godo qualche altro minuto..fino a che ce n’è ancora un po’ …quell’atmosfera che ho sudato per vivere. Aspetto e poi riparto anche io.

Dopo quel giorno ebbi 3 anni di tempo (mille giorni) per capire quello che avevo vissuto quel giorno e così comprai e copiai dischi, lessi ed imparai testi, ascoltai 100 e più canzoni. Dovevo mettermi in pari..dovevo recuperare 22 anni.
E’ superfluo dire cosa successe da lì in avanti. Oramai quel cantante di Centocelle era entrato prepotentemente nella mia vita e così vennero altri concerti, altri viaggi, treni macchine autobus aerei, raduni, isole, altre file, altri amici e altre storie da ricordare e raccontare.

In tutto questo #tempo non ho mai avuto contatti ravvicinati con quelLA VOCE. Ricordo solo una fugace stretta di mano tra mille altre ad una prova clabber….ma niente altro.
Non l’ho mai cercato, non l’ho mai aspettato, non l’ho mai inseguito..mi sono solo limitato ad ascoltarlo ed a viverlo.

186.317 ore ovvero 21 Anni

Ma ora sono qui…sono passati 21 anni 3 Mesi 1 Giorno e 4 ore da quella prima fila, da quel primo illusorio contatto e mi ritrovo in un’altra fila…sono le 21 e ho già fatto altre 3 ore di fila..le ultime ore delle 186.317 e sto aspettando il mio turno.
Assieme a me altre persone, conosciute grazie alla scelta fatta in quella calda estate, altre storie da raccontare e tante cose da dire…un’amica mi chiede..ti ricordi le tracce di Strada Facendo? Ed io gliele snocciolo una dietro l’altra senza esitare:
Uno Via I Vecchi…mi sento osservato..
Due Notti Ragazze dell’Est..ma perché mi guarda quella Tipa?
Strada Facendo Tre Fotografie…mi fissa ancora…
Ora che ho te Quattro Buona Fortuna…mi dice..cavolo lei sai tutte???
Ho rivisto nei suoi occhi il mio sguardo del 92…ora ero io il saputello di turno!!!

È passato tanto #tempo, le 7 ore dalla fine di quel primo vero concerto sono diventare 186.317 e sto ancora aspettando che la testa dica alle gambe che è arrivato il momento di riposare. Ed invece ho ancora forza…mi sento più vecchio ma non sono ancora domo.

La fila avanza, a secondi tocca a me. Vedo un tavolino, ad un passo da me vedo una schiena di un uomo piegata un po’ ed intento a scrivere qualcosa. Tra pochissimo tocca a me e 60 secondi della sua vita saranno destinati a me.
Cosa gli dirò? Non mi sono preparato nulla, eppure il #tempo l’ho avuto…ma come si fa a trovare una frase originale che non sia stata già trovata da un altro che come me voleva non essere banale? cosa si dice ad un uomo che ha già sentito ogni tipo immaginabile di complimento??

E così mi butto ed i piedi dicono alla testa..visto che non ti stanchi mai ora lavora tu e tira fuori qualcosa di buono.

Io…un passo avanti
Lui..mezzo passo di lato
Io..alzo la testa
Lui..l’abbassa leggermente
Io…Ciao Claudio, mi chiamo ……. finalmente mi conosci!!!
Lui..sguardo strano e forse sorpreso
Io…certo Claudio, sei tu che mi devi conoscere perché io…io ti conosco oramai da 21 anni!!! 

Sam Fisher

 

PS: per chi ha letto il mio precedente intervento né Là né Qua…nel mezzanino ed ha #tempo e voglia di sapere, suggerisco di leggere gli articoli che seguono:

Lungo la “rotta siriana” per il Nord Europa. Prima tappa: il Fréjus
Corridoio Nord
Reportage Completo Corridoio Nord

E’ un modo per capire meglio la storia di oggi.

Sam Fisher

Salve a tutti, “Sono Io” e sono uno di voi. Un Baglioniano? Un Clabber? Un Baglionista? Uno delle prime file? Uno sempre in piedi? Uno che accetta tutto quello che fa? Sono un Hacker, nel cuore di doremifasol.org e vi "colpirò" quando meno ve lo aspettate.

4 Commenti

  1. Grazie Sam per questo racconto in cui credo che tantissimi fans si riconosceranno, non so quanti minuti / ore della mia vita ho aspettato con ansia di andare ai concerti del Mago a cominciare dal primo nel 1982 ed ogni volta ancora oggi mi ritrovo emozionata come una ragazzina al pensiero di essere lì sempre con Lui in cammino… e che sia sempre un Eterno Arrivederci !!

  2. Anch’io ho vissuto il mio primo concerto di Claudio nel 1992 a Treviso (Villorba) al Palaverde, accompagnata dal mitico zio Luciano (a lui non interessava Claudio mi accompagnò…) per andarci ricordo che ho fatto spostare un compito di italiano….non potevo essere concentrata e in grado di scrivere il giorno dopo il concerto di Claudio…che bello. Da questo ne sono seguiti molti, molti e molti altri che bello mi piace un sacco andare ai concerti di Baglioni. Mi fanno stare bene mi danno una gran carica per i mesi successivi!!!
    Nadia

  3. Sam, anch’io desidero farti i COMPLIMENTI! Davvero BRAVO! I tuoi racconti sono narrati con grande capacità descrittiva ed evocativa! Credo che Claudio possa andar fiero dei suoi ammiratori e chissà se, leggendo il tuo bellissimo racconto, esclamerà: “Porca misieria (scusate l’espressione, ma rende meglio l’idea) ma QUESTI QUI sono proprio … RIMBAGLIONITI !!!
    Beh …, felici di esserlo! Qualcuno, su You Tube, ha scritto: “Ma come faranno le generazioni future senza un Baglioni”? Io non lo so, ma intanto ci teniamo ben stretto il NOSTRO MAGO … finchè si può!

  4. Bellissimo racconto! Ti faccio I miei complimenti! Per quanto riguarda il mio primo concerto di Claudio è avvenuto poco prima del tuo: 16 marzo 1992 al Palamaggiò di Caserta, accompagnato per l’occasione da mio fratello maggiore, un ricordo che mi accompagnerà per il resto della mia vita.

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