Il feedback dI Walter Savelli
Ho utilizzato il termine inglese “feedback” che significa “ritorno”per due motivi: primo, perchè di questi tempi un termine inglese fa sempre più “figo” di una parola italiana; secondo perchè mi avvicina come assonanza a …feed – back — backstage, che è la prima parola del titolo del mio libro.
Be’ sto scherzando ovviamente ma vorrei proprio parlare ancora una volta del mio libro e questa volta non per promuoverlo (già lo stanno facendo sulla mia pagina ufficiale, le persone del mio staff) ma per raccontarvi e mettervi al corrente dei miei pensieri su questo mio ultimo lavoro.
Quando iniziai a scriverlo, ebbi qualche dubbio e questo è lecito per un autore anzi addirittura auspicabile, visto che si tratta comunque e sempre di creatività, ma dopo un po’ di pagine, iniziai a divertirmi come non mi capitava da tempo. Quando lo ebbi finalmente terminato, mi resi conto che avevo fatto bene ad andare avanti. Se non altro perchè scriverlo mi aveva dato delle sensazioni positive, mi aveva obbligato a ricordare cose ed eventi fino a 50 indietro nella mia vita e mi aveva aiutato a posizionare questi tanti anni di attività sul un simbolico tavolo, davanti ai miei occhi.
Il passato quindi mi si presentava come una linea orizzontale davanti a me, che scorreva da sinistra verso destra con tutti i suoi eventi, date, ricordi, memorie.
“Bello! E’ stato bello scriverlo e chissà cosa penseranno le persone che lo leggeranno”: questo fu il mio primo pensiero dopo averlo riletto ed essere arrivato davanti all’ultima pagina.
Oggi, il vostro feedback mi sta arrivando giornalmente, grazie a FB, a Twitter, alle mail, alle recensioni sui vari siti dove il mio libro viene venduto e devo dire che le cose che avete scritto e che mi state scrivendo tutt’ora mi colpiscono molto perchè mi dimostrano che ho raggiunto il risultato che mi ero prefissato ovvero: raccontare tutta la verità, anzi le verità legate alla mia storia, mettendo a nudo in qualche caso, addirittura cose private che non avevo mai rivelato a nessuno se non ai miei familiari più stretti.
Ebbene, evidentemente queste “verità” hanno raggiunto il cuore di molti di voi e io mi ritengo quindi soddisfatto del mio lavoro come non avrei mai sperato.
Grazie di cuore a tutti e permettetemi nuovamente di ricordare che gli Artisti Indipendenti (ed sono tale) hanno bisogno dell’aiuto di tutti per la comunicazione delle loro opere quindi, ringrazio ancora tutti coloro che vorranno aiutarmi a far sapere che “Backstage, ventimila giorni di note e di storie” esiste, ed un libro che può far sorridere e di questi tempi credo che sia la cosa di cui abbiamo più bisogno.
Buona vita e buone note a tutti
Walter