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Padova, un viaggio nel passato

Padova 21 Dicembre 2013 - Claudio Baglioni DIECI DITA   0084Il cantante si è esibito al Gran Teatro Geox di Padova

Un viaggio nel passato che ritorna attraverso le canzoni, ricordi che si trasformano in presente in un cerchio che si ricongiunge. L’inizio ha il sapore della fine nel progetto di Claudio Baglioni: una serie di live unici, sempre originali, senza alcuna scaletta predefinita. «Dieci Dita Tour» è arrivato alla terza edizione collezionando sold out in tutt’Italia. Il cantautore romano si esibirà al Gran Teatro Geox di Padova anche il 21 e 22 dicembre. Un piano, una tastiera, qualche chitarra e Baglioni circondato dal pubblico seduto sul palco. Le distanze si accorciano. L’artista si sfila la giacca e la lascia in custodia ad una fan lì accanto che per l’occasione è simpaticamente chiamata «il primo violino». «Non c’è l’orchestra ma ci sono delle bellissime persone» dice. Il recital inizia con «Solo» pezzo del 1977 e Claudio Baglioni comincia a raccontare la sua storia: «Da piccolo tiravo per la giacca mio padre per farmi annunciare. La mia carriera inizia cantando in cambio di un’aranciata». Durante «Con noi» l’artista è alla chitarra. Il brano dà il nome all’ultimo album di Claudio Baglioni ed anche alla seconda fase dei live, il «Con Voi Tour», che inizierà verso marzo 2014. Il cantante conferma «Alla fine di febbraio ricomincerò a girare l’Italia con i miei musicisti… ora tanti sono a casa a riposare! Anzi, alcuni forse proprio in casa di riposo! Comunque io tornerò anche qui a Padova da voi». La doppia tappa è prevista per il 3 e 4 aprile al Palafabris.

Prima di intonare «Acqua della luna» Baglioni dedica il concerto alla madre scomparsa da meno di un anno. La ricorda con affetto in un episodio che lascia il sorriso: «Qualche anno fa scrivevo canzoni nella Maremma e spesso facevo avanti e indietro da Roma. Un giorno è arrivata una multa. Si vedeva la mia Porsche ma non il conducente. A mia insaputa mia madre settantasettenne si è presentata al commissariato ed ai dubbi degli agenti ha risposto Mi so’ sbagliata!». Tra «Dieci dita», «Fotografie» e «E noi due là» continua il percorso che attraversa la vita del cantautore. Questa volta il flashback punta le luci sull’esibizione del piccolo Claudio tredicenne in camicia rosa e pantaloni azzurro pastello alla festa del patrono San Felice da Cantalice (Rieti). Dopo «Ragazze dell’Est» la memoria va al periodo dei successi proprio nei paesi dell’Est Europa. Confessa che da giovane pensava di non voler tornare più a casa. «E’ strano come ci siano canzoni che si ritrovano nel tempo» dice, e il testo ne è la riprova. Si continua alla tastiera con «Gli anni della gioventù», alla chitarra con «Quante volte» e al pianoforte con «Poster». «Il 1967 rappresenta il mio inizio discografico. Mi dissero di suonare durante una cena a casa di persone importanti, cantavo sempre la stessa canzone e mi sembrava che nessuno mi stesse ascoltando. Me ne andai a bordo di un tram, ero solo con tanta rabbia dentro. Abbassai il finestrino gridando che non mi sarei mai fermato. L’autista però mi disse che la corsa finiva a Borgo Vittorio!» dice l’artista.

Un viaggio della vita che secondo Baglioni può essere doloroso come raccontano le parole di «Isole del Sud» dedicate agli immigrati di Lampedusa: «…in ogni uomo che è fatto di avvenire, perché partire è vivere e un po’ morire…». Il concerto prosegue con «Con tutto l’amore che posso», «In un’altra vita» e qui il cantante perde il filo del testo per poi riprendersi tra gli applausi del pubblico, «Un po di più» e «Una storia vera». Scherzando con i fan sul palco Baglioni fa cantare qualche signora per poi chiedere «Ma c’è almeno un cantante vero qui?». E così nasce un duetto improvvisato con un giovane sulle note di «Porta Portese». Il pubblico divertito applaude. «Avrai» suonata al pianoforte precede un medley a cappella. Dopo «E tu» successo del 1974, l’artista scende in platea per un bagno di folla. Canta accompagnato dalla sua chitarra «Amore bello», «Sabato pomeriggio» e «E tu come stai». I fan lo acclamano, qualche donna si emoziona. C’è chi tenta di immortalare il momento grazie a foto e video con il cellulare e chi invece si sbraccia per riuscire a stringere la mano del proprio idolo. Claudio Baglioni ironicamente chiama le sue ammiratrici «le timide». Arriva il momento di «Questo piccolo grande amore» suonata al pianoforte, in tanti si alzano dalle poltroncine per accalcarsi sotto il palco e cantare il brano che ha consacrato al successo il cantautore romano nel 1972. Il live no-stop durato tre ore si conclude con «La vita è adesso», «Mille giorni di te e di me» e «Strada facendo». Gli spettatori sul palco si alzano, gli applausi avvolgono Claudio Baglioni che, mettendosi la mano sul cuore, dice: «Grazie per il tempo dedicato alle mie chiacchiere, grazie per questo sogno che continua, grazie per aver condiviso un tratto di cammino insieme. Davanti c’è ancora un bel pezzo di strada».

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