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Baglioni, quindici anni di canzoni inutili

Nota di doremifasol: postiamo quest’articolo, astenendoci (come nostro solito) da commenti personali. Lo inseriamo per completezza di cronaca.

Claudio Baglioni, quindici anni di canzoni senza un motivo per cantare
di Paolo Talanca

Claudio Baglioni non scrive una bella canzone da quindici anni. Credo succeda perché dal 1999 non ha più… un motivo, che non vuol dir solo “melodia”, ma anche una motivazione per cantare: un progetto artistico, una metafora del mondo da tradurre in canzone; qualcosa del genere.

E intanto in questo periodo è partito il suo tour Con Voi, in cui porta in giro il suo ultimo album di inediti, uscito nel 2013: un disco linguisticamente pop. Sul palco, Baglioni riserva alle nuove canzoni solo una ventina di minuti – in tre ore piene di concerto – in cui la scrittura dei brani rivela un autore stanco, che arranca con frasi a effetto, sostanzialmente avulse dal contesto delle stesse canzoni, per arrivare a un ritornello in cui, generalmente, la melodia si impenna su note altissime e per lui – quindi per tutti i cantautori italiani – attualmente inarrivabili nella performance live.  

Come si è arrivati a questo punto? Facciamo un passo indietro.

È il 1986. Claudio Baglioni ha trentacinque anni, l’età in cui oggi – nel 2014 – molti artisti sono ancora definiti “emergenti”. Lui ha già vissuto almeno due carriere e scritto, tra gli altri, una decina di pezzi che entreranno di diritto nella storia della canzone italiana. E il meglio deve ancora venire.

È il 1986, dicevamo, e Baglioni porta in tour il suo ultimo album: La vita è adesso, il disco fino ad allora più venduto nella storia dell’umanità italiana. Il tour si chiama Assolo, sarà registrato e uscirà in un triplo album con un inedito, Il sogno è sempre, un brano pianoforte-e-voce.

In questo momento, in questo preciso momento, Baglioni arriva a un culmine, sulla cima. Continuare su quella strada è impossibile, ci sono solo le stelle. Tornare indietro vorrebbe dire ripetersi, e poi ripetere l’identico.

Bisogna andare Oltre.

Ma le cose non accadono per caso. L’8 settembre 1988 a Torino c’è una giornata interamente dedicata ad Amnesty International. Una giornata di musica con artisti del calibro di Peter Gabriel, Sting, Bruce Springsteen, Tracy Chapman, Youssou N’Dour. Baglioni è sonoramente fischiato. Il pubblico non lo accetta, lo fischia, lo mortifica: è la stupida abitudine italiana di chi crede che i cantautori debbano essere dei rivoluzionari con la chitarra, niente di nuovo sotto al sole; Baglioni però la prende molto male. Quella è la scossa, il punto di non ritorno che – probabilmente – fa nascere l’idea di un’opera colossale.

Lì nasce Oltre.

Oltre (CBS, 1990) è il primo atto della cosiddetta “Trilogia dei colori”, cioè i tre album degli anni Novanta assieme a Io sono qui (Columbia, 1995) e Viaggiatore sulla coda del tempo (Columbia, 1999).

Oltre è la descrizione di una cosmogonia, è il passato: un disco di venti inediti, molto strutturato, in cui Baglioni abbandona lo stile da cantautore pianoforte-e-voce degli anni Ottanta e, come abbiamo visto, de Il sogno è sempre. La voce non è che uno strumento fra gli altri, elemento che si confonde col tutto informe dell’humus creativo.

Il coperchio del pianoforte verrà riaperto solo nel 1995, nel primo gesto dell’album Io sono qui (“Dove sono stato in tutti questi anni?”), il presente. Riscoprirà il divertimento di descrivere il presente e il mondo che lo circonda, lo farà con la metafora cinematografica: le canzoni di Io sono qui sono inframmezzate da vere e proprie didascalie piano-e-voce che usano il linguaggio cinematografico (“scene veloci”, “macchina a spalla” etc.). Il “girato”, ovviamente, sono le canzoni: immagini date dalle parole, melodie, armonia, timbrica e range vocale che mettono in pratica quelle didascalie.

Questi primi due dischi sono propedeutici al terzo: Viaggiatore sulla coda del tempo, il futuro. L’album parla di un viaggio, appunto, nel blu elettrico futuribile, tra nuovi codici internet da compitare, nella speranza di trovare le origini e una coerenza esistenziale alla fine del tragitto. E la fine del tragitto è l’ultima canzone dell’album e della Trilogia: si chiama A Cla’, un brano in cui l’artista Baglioni ritrova l’uomo Claudio e gli chiede se tutto ciò è servito a qualcosa. È il tutto al proprio posto definitivo, notizie dalla vita vera: “A Cla’ com’è andata poi? Sai se abbiamo vinto noi?”. Al di là di questo, A Cla’ è la reale ammissione che Baglioni fa a se stesso del fatto che quella Trilogia l’ha sfiancato, stremato, abbattuto.

Poi, infatti, cosa è successo?

I primi anni del nuovo secolo sono stati praticamente uno strazio artistico. Nel 2003 Baglioni ha pubblicato il disco inedito Sono Io, in cui sostanzialmente ha riproposto persino le canzoni strappalacrime e l’icona adolescenziale degli anni Settanta. Poi ha anagrammato i suoi più grandi successi in raccolte del 2005 e 2007, con una parentesi del 2006 in cui ha sfornato un album di hit degli anni Sessanta, con brani di altri che ha riarrangiato e ricantato. Infine ha tirato fuori un enorme minestrone riscaldato, riutilizzando spudoratamente l’icona funzionante del suo più grande successo: il mastodontico doppio album del 2009 Q.P.G.A. (Questo piccolo grande amore), con tanto di film e romanzo al seguito. Insomma ripete l’identico: gratta, gratta il barile a colpi di icona pop.

Nell’ultimo Con Voi c’è un brano che sembra confermare il percorso: si chiama Dieci dita. Nella lettura più semplice è Baglioni che parla col figlio, musicista; nella più suggestiva è Baglioni che si perdona gli ultimi quindici anni, che sembra razionalizzare e far pace col fatto che il capolavoro ti viene una volta nella vita, che non serve un motivo, basta il fatto di avere “voce e amore per cantare/ che ancora non sei in croce/ se hai un cuore e dieci dita”.

Contento lui.

Articolo di Paolo Talanca per Il Fatto quotidiano

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

40 Commenti

  1. Ma esci da questo corpo !!!! Negli ultimi 15 anni ricordo ne ricordo tante, ma proprio tante…su tutte “Quei due”…che personalmente la considero la piu’ bella di sempre. Ascoltati Miley Cirus e lady gaga…con i loro fantastici messaggi satanici…

  2. Claudio Baglioni,non ha proprio niente da farsi perdonare di questi 15 anni.Ne come uomo,ne come artista!Se lei fosse stato un po’ più attento se non fosse altro come giornalista si sarebbe risparmiato di scrivere sempre le stesse cose:posso accettare che artisticamente non sia condiviso,non si può piacere a tutti!!!!Ma in questi 15 anni se non erro qualche successo c’è stato.UNo per tutti l’esaurito nel “98” allo stadio Olimpico di Roma superando la partirte di calcio.Domanda perchè vi ricordate sempre Torino e mai di tutto il resto?In questi 15 anni almeno 10 canzoni se fossero iscite come dei singoli alcuni suoi colleghi senza che si offenda nessuno avrebbero campato di rendita non voglio esagerare 1O ANNI.Alcuni lo fanno da 40 anni.Magari perchè hanno vinto un festival di Sanremo.Concorso canoro che io seguo da sempre e che da qualche anno difficilmente mi emoziona.Mi sorge una domanda ma veramente per lei Patapan,Tutto in abbraccio,Le vie dei colori,Reginèlla,Acqua nellìacqua ,UN mondo a forma di te,A domani,Opere o missioni,Un solo mondo,Da me a te,Isole del sud ,In un’altra Vita…..non le dicono niente?Nessun movimento a nessun muscolo?Magari a quello che batte e ha un suono.Ma lei lo sa che Baglioni è stato premiato per due motivazioni di tipo letterario a ULLa?Il suo libro Q.P.G.A è stato ristampato più volte.Per essere uno che negli ultimi 15 anni non ha fatto niente di nuovo…le ho ricordato solo una minima parte di concerti,eventi eccc… eccc..Ma Lei è sicuro di parlare della STESSA PERSONA?Mary-Maria

  3. Trovo interessante la tua opinione, e in parte condivisibile. Ho solo un’obiezione -a tre livelli- da muoverle: sarei meno severa nel datare “l’inizio della fine”, se proprio vogliamo definire questa categoria; la sposterei invece al 2003, facendovi rientrare anche “Sono io”, dove un “motivo”, come lo chiami tu, c’è ancora. E’ una visione del mondo più dolce, elegiaca rispetto alle precedenti e soprattutto alla precedente, così radicalmente diversa. Ma sempre una visione del mondo, e dunque un “motivo”.
    In secondo luogo, più a monte: pur condividendo il giudizio negativo su “Con Voi”, tentativo creativo un po’ fallito perché forse la creatività stessa si è esaurita (e questo è più che normale e non cancella NIENTE degli splendidi capolavori precedenti), devo dire che non credo che dietro non ci sia un “motivo”. Perché? Perché credo che se l’arte non ha un motivo (che è cosa ancora diversa dall’utilità), semplicemente non nasce. Se non ci fosse stato quello che tu definisci “un motivo”, sia musicale che concettuale, semplicemente “Con Voi” non ci sarebbe stato. Se non ho niente da comunicare, non comunico. E invece “Con Voi” esiste, e quindi consiste necessariamente in qualcosa. Poi che questo motivo abbia meno forza è un altro paio di maniche.
    In terzo luogo, questione ancora più a monte: siamo sicuri di poter dire che la musica, e quindi l’arte, debba essere “utile”? Io ci andrei piano con l’uso dell’aggettivo “inutile”. Il troppo spesso abusato Oscar Wilde scrisse “All art is quite useless”, e credo che in parte avesse ragione.

    1. Bello lo scritto Lucia. Mi complimento. Benchè non sia d’accordo nella parte che riguarda “Sono Io” (aldilà della questione “motivo”): secondo me davvero un album mediocre, in cui non salvo assolutamente il lavoro a livello strutturale, come disco nell’insieme, e per quanto concerne i singoli trovo che ci sia soltanto una canzone della qualità consona ai livelli baglioniani: Quei Due.
      E nemmeno tanto d’accordo su “Con Voi”, perchè a me è parso che rispetto proprio a quell’album del 2003 Baglioni abbia ritrovato creatività e ispirazione. E’ un disco slegato certo, ma qui i singoli di rilievo sono 4 o 5 a mio avviso. Non è un disco che possa amare, ma ascoltare piacevolmente sì.
      Sul concetto di utilità, invece, ribadisco come tu abbia scritto benissimo e in modo efficace.

  4. Vorrei rispondere a Cristina: amo Claudio da tutta la mia vita perchè è……..un grande artista!!! Cantautore. poeta, musicista……..artista a 360 gradi che durante i suoi concerti……si concede ai suoi fans per oltre tre ore ………instancabile e ci trasmette………emozioni speciali!!!!! Può non piacere, come a me non piacciono tanti altri artisti ma non per questo ne parlo male……ognuno ha i suoi gusti…..e poi se non ti piace non vedo perchè devi curiosare in questo sito…….ti consiglio di ascoltare meglio le sue canzoni…….come lo consiglio all’autore dell’articolo……… 😉

  5. Caro Paolo,
    hai scritto decisamente in maniera adeguata e anche con molta pacatezza nei tuoi commenti e nelle tue opinioni…….Cristina non merita neanche una risposta perchè se non considera CLAUDIO un cantautore, innovatore, poeta, musicante,genio,paroliere,protagonista di concerti che fino al Suo svolgimento e compimento non erano neanche nei più reconditi pensieri umani,dotato di una voce che può spaziare rincorrere ogni tipo di tonalità, di che cosa ma soprattutto con chi parliamo?quindi cara cristina torna ad ascoltare ritornelli con tre parole (Vasco Rossi,frequenta i suoi siti,sei degna di lui) o magari in inglese, così non capisci le parole!
    Ma torniamo alle cose importanti…………………….punto per punto, caro paolo.
    “non scrive una bella canzone da 15 anni”?
    Il mondo è bello perchè vario e fortunatamente a non tutti piacciono le cose belle (altrimenti le persone esteticamente poco piacenti come farebbero?)….ti cito subito una poesia (cristina posso usare questa parola?), un vero e proprio capolavoro: “QUEI DUE”, ma di certo tu conosci il testo, l intensità, la sensibilità armonica e melodica del testo.per poi passare a PATAPAN,TUTTO IN UN ABBRACCIO,IN UN ALTRA VITA…GLI ANNI DELLA GIOVENTU’,ma anche su questo ci ritorniamo!
    Presumo o voglio dare per scontato che non parli per frasi fatte essendo tu “critico musicale” ma deduco che non hai assistito a molti concerti di Baglioni, ma anche questo non è importante perchè altrimenti avresti sottolineato che ogni concerto successivo all’ uscita di un disco prevede sempre,nel suo modo di affrontarlo e giustamente sottolineo poichè è il suo,poche canzoni nuove.
    Poi nel tuo articolo hai un sussulto e scrivi la verità fino a quando non cadi nell’errore maggiore che fanno tutti i critici: dare un giudizio sui contenuti introspettivi dell’autore e non su ciò che è la musica,le parole,il suono,la melodia,ecc. fino a cadere in insulti privi di verità e di tatto:”strazio artistico”.
    Quando un grande artista non ha novità o concetti importanti da analizzare,affrontare,portare a conoscenza del proprio pubblico è giusto che non presenti canzoni o dischi, quella è una mancanza di rispetto,quello è raschiare il barile.provare a fare nuove cose (vecchie canzoni,qpga che tra l altro presenta quasi tutte le canzoni con testi diversi dall’originale,ma anche questo lo sapevi)è invece mettersi sempre in bilico,sempre in gioco è da persone coerenti e coraggiose…..poi o scià per te non era importante da menzionare!comunque….LUI è contento te lo assicuro e NOI ancor di più di essere partecipi e Vivi di un genio e maestro che,ripeto,fortunatamente non piace a tutti ma solo perchè troppo difficile e complesso da capire, proprio come la BELLEZZA!
    Grazie Claudio

  6. Eccheccavolo, ma diciamo una volta per tutte… battisti era un mezzo cantante!!!! Non si può parlare di cantautore perchè non si è scritto mai un testo, aveva una voce gradevole, ma assolutamente normale, finita la collaborazione con Mogol la sua qualità è amndata perdendosi… era un esecutore di canzoni piacevoli e autore di musiche gradevoli, nient’altro!!! Altro che cantautore e poeta… poeta con i versi degli altri!!!!
    DE Andrè era un vero genio, non esecutore raffinato e non grande musicista, ma un genio poetico questo si… quando si ascoltano le sue canzoni reinterpretate e interpretate dal figlio Cristiano con Luciano luisi ad arrangiarle, personalmente ritengo che diventano molto più belle, la capacità interpretatica di Cristiano è assolutamente superiore a quella del padre, lui si che ti fa “sentire” le canzoni… che peraltro sono davvero belle e geniali in moltissimi casi.
    Claudio se le scrive, se le musica, se le suona, nel bene e nel male è tutta espressività di una vita, poi ci mette faccia, cuore e polmoni in concerti davvero particolari, può non piacere e qui ci stò, ma come professionista è di un’altro pianeta…
    Eccheccavolo ancora una volta!!!!

    1. E’ vero che Battisti non scriveva i suoi testi ma bisogna riconoscere che è stato il più grande innovatore della musica italiana, ha rivoluzionato il modo di scrivere musica, non aveva una grande voce ma le sue canzoni rendono al massimo solo con la sua voce proprio per il timbro particolare, la sofferenza e l’initimità che ci metteva nel cantarle…De Andrè non mi piace…la sua musica non mi piace,semplice, quasi un accompagnamento, non è paragonabile a quella di Battisti e Baglioni e secondo me la sua produzione troppo impegnata su temi che non mi riguardano a differenza di Battisti e Baglioni.
      Quando ha rotto con Mogol ha volutamente fatto una scelta diversa facendo scrivere i testi a Panella, testi ermetici che non arrivano nell’immediato e anche per questo non ha confermato il successo avuto in precedenza.

  7. Cara Cristina continueremo ad amarlo e non perchè siamo fans fanatici, semplicemente perchè cantautore e poeta lo è di fatto gli è stato riconociuto poi può piacere o meno e visto che non ti piace non dovresti nemmeno venire qui a scriverlo, io mica vado sui siti dei cantanti che non mi piacciono per scriverglielo…quanto a Battisti e De Andrè per esempio io adoro il primo ma il secondo non mi piace per niente e non dico che non è un poeta cantautore..perciò vai ascolta canzoni come tamburi lontani, fammi andar via, pace, i vecchi e se non ci trovi niente di poetico probabilmente hai una concezione di poesi diversa da molti. Buon ascolto!

  8. Un grande articolo. Un analisi perfetta sulla musica di questo cantante. Complimenti. Probabilmente se ce ne fossero di analisi così tutta questa musica commerciale e di business sarebbe dimezzata!
    PS a tutti gli amanti di Baglioni vi prego amatelo quanto volete ma non chiamatelo cantautore e poeta rispettate la Vera musica e i Veri poeti nel nome di chi lo è stato nella realtà… DeAndrè e Battisti e tanti altri dello stesso livello.

    1. ahahaah Cristina sei ridicola!!! definire Battisti un cantautore di livello è la gaffe più colossale che potevi mai fare. Ti sei già presentata con quella frase. Non c’è molto altro da aggiungere. Io amo Battisti, forse più di te, ma riconosco purtroppo il fatto che il Battisti cantautore è stato un grosso flop x la musica del tempo e tutt’oggi non viene proprio apprezzata. Mi duole dirlo, ma senza Mogol, Battisti non avrebbe avuto il successo ke ha avuto…..E ANCHE VERO il contrario, cioè ke senza Battisti, sicuramente Mogol non avrebbe avuto il successo che ha avuto solo ed esclusivamente scrivendo canzoni x Lucio. Ke ti piaccia o no i cantautori di un certo livello (come dici tu) sono altri….tra cui Baglioni, Venditti e il già citato De Andrè. Se ritieni di basso livello un cantautore come Baglioni allora non oso pensare cosa ne pensi di altrettanti cantautori di medio-basso livello come D’alessio, Bersani, Ramazzotti, Zucchero e compagnia bella. X me Baglioni sta una spanna sopra a tutti quelli che ho citato.

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