SOLO 2022Stampa

Claudio Baglioni – Pensavo di lasciare ora sono carico

Il Messaggero 25 gennaio 2022

Ieri sera Claudio Baglioni ha dato il via al Teatro dell’Opera al suo tour “Dodici note” 60 esibizioni negli spazi lirici italiani. «C’è tempo per il gong finale e lo suonerò io»

«Pensavo di lasciare ora sono carico per concerti unici»

Tre pianoforti per prendere il largo, navigando a vista in un periodo di incertezza generale:

«Quelli che ho deciso di suonare per questa tournée sono come le Tre Caravelle: spero mi portino alla scoperta di una mia America, dopo tre anni di assenza dai palchi»,

sorride Claudio Baglioni.

Ieri sera il cantautore romano – 70 anni compiuti lo scorso maggio – ha dato il via dal Teatro dell’Opera di Roma al suo nuovo tour, Dodici note, che fino alla fine di aprile lo vedrà esibirsi pianoforte e voce, senza band, nei principali teatri lirici e di tradizione italiani: sessanta date in tutto e non più di una replica per città,

«perché sarà l’ultimo concerto di questo tipo che farò, probabilmente, e vorrei che fossero concerti tutti unici».

LE OCCASIONI

Al Costanzi il pubblico delle grandi occasioni, con super green pass e mascherine, per sfidare l’incubo di un nuovo stop del settore:

«Sono tre anni che non faccio un concerto. Non nascondo che un po’ di ansia c’è – confida Baglioni, incontrato alla fine delle prove, cominciate con un’ora di ritardo anche a causa delle difficoltà logistiche legate al Covid, e finite giusto un’ora e mezza prima di salire sul palco – anni fa mi concedevo delle lunghe pause, poi ho scoperto con l’andare avanti del tempo e con l’avvicinarsi di un’età maggiore che c’è un bisogno di fare qualcosa, di esserci, non ci sarà sempre tanto da fare prossimamente».

Da un lato la nostalgia, dall’altro la voglia di sfidare il tempo, muovendosi sul palco – spiega lui – «in senso antiorario» tra i tre pianoforti, uno per ogni periodo della sua vita: il passato, il presente e, perché no, anche un ipotetico futuro, tra Solo, Strada facendo, Avrai, E tu, La vita è adesso, Mille giorni di te e di me, l’immancabile Questo piccolo grande amore, ma anche brani da In questa storia che è la mia, uscito alla fine del 2020.

LA RIVELAZIONE

«Tre o quattro anni fa avevo pensato di dare il gong finale – rivela Baglioni, facendo sapere di aver accarezzato recentemente anche l’idea del ritiro – volevo suonarlo io, anziché lasciarlo fare all’arbitro. Poi è scattato qualcosa».

E così mentre coetanei come Francesco De Gregori e Antonello Venditti sembrano aver da tempo rinunciato all’idea di tornare in studio di registrazione e spedire nei negozi dischi nuovi, ché tanto ormai il mercato si basa sullo streaming, e lì vanno forti solo gli idoli dei giovanissimi, lui a 69 anni ha sfidato le logiche della discografia e inciso In questa storia che è la mia, che poi è anche la nostra:

«Buttare giù una scaletta dopo cinquant’anni di carriera e diciassette album di inediti, racchiudendo una parabola umana e artistica in due ore e mezzo di musica, non è semplice. Ci sono dei pezzi che sicuramente rimangono in un calendario oramai distante, altri che hanno avuto il passaporto del tempo e sono di nuovo attuali, ma ci sono anche brani meno usuali. Accontentare tutti è impossibile. Sono tranquilli solo quelli che si fermano dopo uno o due album»,

dice “il divo” Claudio.

Il tour, tra le altre cose, sfiderà anche il classico stop delle programmazioni nella settimana sanremese, che quest’anno coincide con le date dall’1 al 5 febbraio (Fiorello, per dire, sospenderà in quei giorni la sua tournée, e potrebbe approfittarne per raggiungere, magari anche solo per una sera, l’amico Amadeus).

L’IMPEGNO

In quei giorni Baglioni, che del Festival è stato conduttore e direttore artistico nel 2018 e nel 2019, sarà in scena a Senigallia, Fermo, Ascoli Piceno e San Severo:

«Su Sanremo non sono aggiornato. E nemmeno potrò guardarlo, perché sarò impegnato quella settimana. Forse leggerò qualcosa dalle cronache»,

si limita a dire. Mentre lui sul Viminale provava lo spettacolo, alla Camera si svolgevano le prime votazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica:

«Vorrei ci fosse un allentamento delle tensioni del derby tra guelfi e ghibellini e che i rappresentanti dei partiti non facessero anche di questa materia l’ennesimo sondaggio per vedere quanto contano – l’augurio del cantautore – un nome? Non ce l’ho. Spero facciano in fretta e che trovino una persona all’altezza».

Mattia Marzi – Il messaggero 25 gennaio 2022

HOME PAGE DODICI NOTE SOLO

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Un Commento

  1. Caro Claudio,spero che tu non la pensi come Venditti De Gregori,sai benissimo che difficile non tornare in sala di registrazione,diamo il tempo al tempo pero’ a tempo di un nuovo album a tempo di musica.Ciao buon lavoro Fan ’74.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio