Baglioni Notebook

Nota Claudio Baglioni 02\05\15

C’è poco rumore qua intorno.
Quell’aria svuotata di suono e di gente di un giorno di festa.
E in questo periodo, di giorni di festa, ce ne stanno parecchi.
Natale di Roma, 25 di aprile e poi il primomaggio.
Mi torna alla mente zio Enrico, controllore sui treni,
che in questo tempo di tanti anni fa
viaggiava un po’ meno e si prendeva pure qualche giorno di ferie
e io così lo vedevo più spesso.
Che forza, zio Enrico, che spasso.
Con lui era festa davvero.
La testa rasata quasi a fil di capello
ch’era un gusto passarci la mano,
l’odore di fresco-colonia qualcosa
e il largo, tostato sorriso di guance,
mi portava, bambino e felice, al mare di Ostia.
” S’annamo a scoccia’ ?”
diceva strizzando insù l’occhio sinistro
e andare a scocciarsi
non voleva dire annoiarsi, tediarsi o rompersi le scatolette
ma mettersi a coccia in giù, a testa sotto
e fare le capriole sulla morbida sabbia.
L’acqua era ancora gelata
e mica potevi provare a bagnarti
ma il divertimento era bello che assicurato da quelle scocciate acrobatiche.
Un pomeriggio di lampi di sole a far perno sul capo,
spingersi su con le gambe e, quindi, catapultarsi in avanti
con il mondo che si girava con tutto se stesso
in una mezza rivoluzione.
E io che ridevo ogni volta che tornavo, in qualche maniera, diritto.
E ridevo ogni volta che lo insinuava da complice
con la bocca stortata a sinistra
” S’annamo a scoccia’ ?”
anche se poi, per qualche motivo, non ci si andava.
Bastava soltanto che l’ammiccasse e scoppiavo dal ridere
ad ogni battuta più acuto e più a lungo.
Fino a che cedevamo ambedue per stanchezza.
” Siamo i più forti ” concludeva solenne zio Enrico,
nel silenzio che siglava il momento.
C’è poco rumore qua intorno.
Quell’aria svuotata di suono e di gente di un giorno di festa.
E in questo periodo, di giorni di festa, ce ne sono parecchi.
Come anche di feste.
Festa della Liberazione, benchè ci sentiamo un po’ prigionieri e vessati.
La festa di tutti i lavoratori pure se siamo molto disoccupati.
L’Expo e la festa del cibo e ci scopriamo sempre più avvelenati e affamati.
Ma intanto noi festeggiamo.
Mille di questi giorni.
Mille e una notte che non finisce ancora.
Mille impavidi nerovestiti che sfidano eroicamente
vetrine, cassonetti e automobili
in mezzo a un corteo di dissenso motivato e maturo
le cui ragioni vanno a farsi friggere
tra gli incendi e il fumo dei lacrimogeni.
Mille squallidi ladri che rubano su appalti e concorsi
tra mafie, camorre e amministrazioni corrotte
e i tanti eloquenti discorsi sull’alimentazione,
la salute e la fame nel mondo.
Mille inutili politicanti che su ogni argomento
trovano il triste mezzuccio per specularci come conviene
e così lavoro, occupazione, giustizia e senso della comunità
si ammutoliscono nella rissa continua di twitter e i talkshow alla tv.
Alla fine di tutta la festa
chi ci guadagna son sempre quei pochi,
quelli di meno
ma che menano più forte e di più.
A zi’, scusami tanto
ma non eravamo noi i più forti?
E non s’annamo manco più a scoccia’.
No, non più.
Se stamo soltanto a scoccia’.

Dal fb ufficiale di Claudio Baglioni

redazione

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9 Commenti

  1. Io leggendo ho pianto Grazie Clà e anche io sono d’accordo con quel signore che dice che sarebbe bello se tu di questo testo ne facessi una cazone

  2. Questi tuoi ricordi sono bellissimi, condivido con l’altro signore che ti incoraggia a farne una bella canzone!

  3. il sapore del passato e dei ricordi………….
    ogni volta che tu scrivi, maestro Claudo, mi percorrono i brividi per le sensazioni stupende che infondi….
    c’era un amico (che ho perso da tempo) che mi faceva sempre riflettere sul valore delle “cose” che RIMANGONO vive in noi ……………..
    ecco TU sei una di quelle…………….le tue parole RIMANGONO ………….rimangono dentro
    grazie Claudio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  4. Ciao cla’ ! Oltre scocciarci dovremmo scacciarli ! Quelli che scaccian via da loro il vero impegno per cui sono pagati. Messi li da chi san fare solo i parassiti.

  5. Buongiorno Mister Claudio

    Ecco cosa mi vienne in testa in questo momento.
    Tanti saluti di Paris sotto la pioggia e la scoccia 😉

    “Oggi è quasi un secolo di noia
    E che si fa domani e dopo
    E poi nei prossimi vent’anni
    Figli di speranze
    Per un attimo di gioia
    Nella città di antenne e cielo
    E luci grigie delle stanze
    E la notte cade come un telo
    A smorzare gli occhi ed i televisori
    E tu dietro a un vetro guardi fuori

    A bientôt …

  6. Fanne una canzone delle tue, Claudio. Che ci rimanga dentro. È’ meraviglioso questo tuo scritto.

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