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Nota di Claudio Baglioni 18\05\15

18 maggio. San Felice da Cantalice.
Senza mancar di rispetto, l’ho detto più volte,
è il mio santo protettore dei concorsi canori.
Chi ha SanRemo, chi ha SaintVincent
e io ho San Felice.
Che è pure il santo patrono del quartiere romano di Centocelle.
Nel 1964 ci fecero in piazza davanti alla chiesa
il primo festival di voci nuove
a cui partecipai accompagnato dai miei primi due fan.
Mia madre e mio padre.
Mamma era sarta e a lei spettò lo studio degli abiti.
Il mama-look.
Mi vestì con camicia rosa e pantaloni celesti.
Un bambolotto bisex.
Io di mio ci misi le mosse studiate allo specchio dell’attaccapanni.
Tenevo il tempo ciondolando convinto la gamba sinistra
e facevo una scena pazzesca.
La canzone la scelse papà
perché strimpellava tre note con l’organetto.
Si chiamava Ogni Volta
e la cantava Paul Anka, un cantante del Canada.
La cosa sembrò un’incredibile coincidenza
perchè come disse uno zio,
spiandomi mentre ero in azione,
anch’io muovevo un “po’ l’anca”.
Mi piazzai in finale tra i primi quattordici
non ricordo a che posto.
L’anno dopo, nel ’65, mi iscrissi di nuovo
e in quell’occasione lo vinsi.
In dodici mesi ero cresciuto parecchio
e così mi abbigliarono
con un completino nero lustro da sera,
farfallina sul colletto indurito della bianca camicia
a righine grigine
e le scarpe stralucide che me le guardavano tutti.
Conciato “come il figlio di un cassamortaro”
malignò un concorrente avversario che avevo battuto,
cantai una canzone di un altro straniero.
Lo ‘statunitense Gene Pitney’,
così l’appellava forbita una mia cuginetta
che studiava l’inglese
e il brano era I Miei Anni Più Belli.
Ora per evitare di fare il nostalgico
non dirò che quel titolo è fortemente significativo.
No. Di anni belli ne ho avuti diversi,
proprio tanti se non quasi tutti.
E punto, con molta fiducia, anche sui prossimi.
Quando vedo però, come oggi,
accanto alla data del 18 maggio,
il nome melodioso, con rima interna baciata,
di quel frate cappuccino,
mi tornano in mente la sua figura barbuta e gigante,
sull’intera facciata della chiesa lontana
laggiù in fondo alla strada,
e tutti quei fatti accaduti.
E a proposito di quanto è successo,
a Te t’hanno fatto beato e poi santo
e per me il successo è arrivato davvero.
Per ciò San Felice carissimo,
sarai felice due volte.

Dal fb ufficiale di Claudio Baglioni

redazione

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7 Commenti

  1. Grazie Claudio,proprio domenica sera ci sono stati i fuochi d’artificio per la festa di San Felice, ho pensato a te come tu pensi a noi che abitiamo a CENTOCELLE. Mi vergognavo da ragazzina abitare qui, grazie a te ho smesso e ne sono fiera.Torna a trovarci a sorpresa ti prego, ti aspettiamo.
    Il quartiere nel frattempo è diventato più bello importante metro nuova di zecca!!
    Ma lo saprai
    Baci
    Silvia

  2. … Ogni volta che ti leggo e/o ti rileggo o riascolto è un piacere nuovo…E ogni volta la mia mente (se libera da pensieri “obbligati”…questo mi impedisce di scrivere…)…”vagabonda”…Più di una volta ho udito questo dolcissimo racconto…questa tua esperienza di vita…e…come mi accade per le tue poesie… mi regala sempre qualche nuova emozione.Tu condividi con noi un “angolo” del tuo mondo… sai come arrivare direttamente al cuore…E’ troppo bello leggerti…non mi stancherei di riascoltarla e poi riascoltarla…un po’ come ..in alcune occasioni… rileggere un libro piuttosto che scoprirne uno nuovo … Ogni volta che la sento riesco a trovare un nuovo significato …o meglio un significato aggiunto…come se ciò corrispondesse anche ad un tuo desiderio… di condividere con noi il “fatto”…o meglio i fatti… per poter , ogni volta, arricchire un poco la nostra anima. Se è vero che si rileggono libri già letti…e sempre si trova in essi qualcosa che ci era sfuggito…o che non avevamo colto perché poco predisposti interiormente…lo stesso vale per un racconto …a voce o per iscritto che sia …Nietzche mi ha insegnato… anzi mi ha educata al “ruminare”….ed io lo intendo come Zarathustra che semina in attesa di …. Rileggere i libri ci mette in contatto con noi stessi, perché rileggere i libri ci fa capire quanto possiamo essere cambiati …ma anche quanto desiderio abbiamo di scoprire nuove presunte verità dagli stessi… Non avevo mai pensato di fare una piccola ricerca sul santo in questione…San Felice…e invece stasera il mio istinto mi ha spinta in quella direzione…Ed ho letto, ho letto parecchio…spostando il centro del racconto su altro…pur volendo rimanere in quell’ambito… San Felice , l’immagine incarnata del cappuccino…umiltà…altruismo puro…la purezza dei bambini quasi…i piedi piagati che “nel momento della morte …divennero bianchi e lisci come quelli di un bambino…”…dai capuccini a S. Francesco… Dolce è sentire Come nel mio cuore Ora umilmente Sta nascendo amore Dolce è capire Che non son più solo… ho riascoltato (e non solo una volta…) “fratello sole sorella luna”…con le lacrime agli occhi (voglio risottolineare questa banalità: nessun istante della nostra vita è uguale all’altro…c’è sempre un minimo particolare che fa la differenza …niente nella vita si ripete identico…così le emozioni dipendono dallo stato d’animo del “momento”…) e mi è parso di comprendere come le peculiarità del loro essere, della loro vita…il loro mondo così semplice…e così grandioso…possa essere parte di te, di noi…Mondo semplice come quello che tu ci racconti…e che ancora è parte di te…soprattutto in certe occasioni…quando ancora “vuoi essere te stesso senza chiedere il permesso…”….mondo grandioso che ben si confà al successo raggiunto…San Felice ha ottenuto…fra le altre…anche questa felicità…Dolce notte Claudio…e grazie…come non volerti bene?

  3. MENO MALE CLAUDIO CHE CI SEI E CI FAI SOGNARE ….MI RACCOMANDO NON CAMBIARE MAI
    E ABBI CURA DI NOI …GRAZIE

  4. Grande Claudio ! Sicuramente avrai ancora tanti anni felici da trascorrere insieme a noi per renderci felici!! Tvb Patty

  5. Grazie hai segnato con un tuo pezzo un ricordo indelebile nella mia mente..bello e dolce ..anche se poi concretamente è andato in frantumi… pazienza tanto tu rimani sempre un grande ….grazie.

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