Capitani coraggiosiIn evidenzaStampa

Articolo La Stampa del 31\07\2015

Baglioni: “Il mio duetto con Morandi nell’Italia anarco-mammona”

“Lo show si chiama Capitani coraggiosi: è ciò non siamo più”
OYDSP0B83608-U106062471054030D-U1060638950753ESH-419x310@LaStampa-NAZIONALE-kaKE-U1060638950753ESH-700x394@LaStampa.it

«Sono prove di musica e prove di vita», dice Claudio Baglioni. Parla del luglio che ha condiviso con Gianni Morandi in vista di Capitani coraggiosi, lo spettacolo che faranno insieme al Centrale del Foro italico di Roma dal 10 al 22 settembre. E spiega: «Per me è una prima volta. Di duetti ne ho fatti centinaia, ma questo è diverso. Sai quando pensi di conoscere bene una persona e poi la conosci davvero, e hai mille sorprese? Con Gianni è così, ci sono momenti difficili, e anche momenti esaltanti».

Un’idea recente e antica  

L’idea di mettersi insieme per un concerto – o un tour – è insieme recente e antica: «Forse è nata nel 1969 quando proposi a Gianni di cantare la mia Chissà se mi pensi e lui rifiutò. O forse nel 2007, quando con lui e Riccardo Cocciante suonammo a Malta di fronte a 150 mila persone, quasi un abitante su due dell’isola. O ancora nel 2009, quando Gianni è venuto a un mio concerto e gli è piaciuta l’impostazione… Ma questo progetto per davvero è partito intorno alla fine dello scorso anno».

Un progetto che nel titolo, Capitani coraggiosi, «unisce – spiega Baglioni – capo e cuore, testa e sentimenti. Io sarei il cervello, lui il cuore, almeno in teoria». E Capitani coraggiosi è anche una canzone. «Parla di tutti noi, che capitani coraggiosi siamo, o dovremmo essere. Capitano coraggioso è chi conduce la propria esistenza con onestà, fantasia, voglia di non arrendersi, con un po’ di spirito di ribellione. C’era un’Italia così, me la ricordo, è quella che si è tirata su dopo la guerra. Oggi invece siamo diventati anarco-mammoni, vogliamo la libertà di fare ciò che ci pare ma anche qualcuno che poi ci tolga dalle grane».

Quel primo incontro  

Era quell’Italia lì, quella che cantava le canzoni di Gianni Morandi: «La prima volta che lo vidi fu nel 1967: mentre facevo i primi provini in Rca, apparve negli studi come una divinità, mi sembrò camminare a un paio di metri da terra. Poi, tre anni dopo, la casa discografica gli chiese di presenziare come ospite d’onore al lancio del mio primo album, quello con la canzone Signora Lia. Finita la presentazione, al buffet, si avvicinò e – probabilmente perché non ricordava come mi chiamavo – mi apostrofò: “Ehi, Signora Lia”, e devo dire che la cosa mi diede un certo fastidio. Quello fu il nostro primo incontro».

Il gioco dei confronti è inevitabile, e anche abbastanza divertente: «Tra il suo successo e il mio ci sono dieci anni , dal ’62 al ’72, e direi che si sente. Lui è più spontaneo, io più regolare: quando cantiamo in duo, e dobbiamo concertare, lui scalpita un po’. Io tendo a considerare il rapporto con il pubblico, lui si concede completamente, è iperdisponibile. Lui è un attuatore, io, se posso, tendo a fare una cosa in meno. Ora sono curioso anch’io di vedere che cosa succede sul palcoscenico».

A Roma sono previsti dieci concerti, ma nessuno sembra credere che ci si fermerà lì: «Si sta parlando dell’idea di tradurre questa esperienza in una ripresa televisiva con allargamento dello show. Siamo in ballo e balliamo: ogni tanto pensiamo di scrivere insieme, io invito Gianni a lanciarsi come autore. Una certezza ce l’ho: dal momento che abbiamo iniziato a correre insieme, nel futuro della coppia ci sarà una mezza maratona».

Almeno tre ore  

Un’altra certezza c’è: il concerto non sarà breve. «Almeno tre ore, non ho mai creduto al detto “ti devi alzare da tavola con un po’ d’appetito”. Cercheremo di essere esaustivi, e non sarà facile. Abbiamo 21 polistrumentisti con noi sul palco, è come un’orchestra, dobbiamo sfruttarla. E poi ci saranno delle sorprese, il vero successo dovrà essere inatteso».

La sorpresa sarà nello spettacolo, sarà lo spettacolo: «A partire dal luogo, il campo Centrale del Foro italico dove si giocano gli Internazionali di tennis. Il posto, quel posto, è uno dei primi dieci articoli della nostra costituzione: tutti gli ottomila spettatori sono vicini al palco. In più, la zona d’azione non sarà solo il palco. Tutto sarà a vista, sarà un po’ come essere in un teatro antico».

E ora? «Ad agosto fermiamo le prove e ciascuno dovrà pensare alle parti dello spettacolo che farà da solo. Ci saranno momenti più intimisti, altri quasi rock, o pop rock, e parti recitate. E poi approfitteremo del palco per dirci ciò che pensiamo l’uno dell’altro. Sarà un duetto, ma anche un duello». Fonte articolo

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

2 Commenti

  1. Ciao Cla (ex Cucaio) :-). Hai racconto del primo incontro con Gianni in rca che quasi ti visualizzo. Non sono mai entrato in una sala di registrazione, ma strimpello le tue canzoni ancora oggi come davanti ai falò degli anni ’70, per dirti che c’è una sincera affettività, ma dopo il tuo breve racconto ti immagino girare per gli studi di registrazione, sedendoti là dove trovi un “pianoforte libero”. Tempo fa ho sentcasosu youtube un tuo inedito, una tua registrazione stupenda con voce graffiante di “Settembre” di Peppino Gagliardi. Perchè non la incidi? Ma poi, incuriosito, nel web ne ho trovate altre. Tipo “ninna nanna” su testo di Trilussa. Ci sono tamburi che danno il ritmo e coristi che battono le mani. Perchè non la produci in concerto con questo stile? Così…un’idea che mi permetto di darti. Un uomo di 52 anni che ti racconta un sogno da ragazzo. Tu eri venuto a Gallipoli in concerto tanti anni fa. Sognai che ci eri tornato in incognito e ti eri messo a suonare con una piccola band ed invitavi qualcuno a salire sul palco a cantare una canzone con te. Magari può essere un’idea.
    Con affetto. FRANCESCO
    ps: chissà se tra le mie trasferte romane (per lavoro) avrò occasione di incontrarti per caso (è la mia parte adolescente che parla, perchè l’uomo o meglio la razionalità sa che non accadrà mai) 🙂

Rispondi a francesca berghi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio