13\11\2015 Nota di Claudio Baglioni
Che gusto abbracciarsi al tepore
di questo richiamo sul palco
di un rinnovo d’estate che si prende
gli ultimi sguardi ammirati di spettatori
che ancora si attardano in sala
tra le scene di velluto rossoarancio
e sui viali di un altro tramonto.
Ad ovest una nuvola color nafta
un enorme panno basso e allungato
grande quasi come tutto il cielo visibile
e il sole che balla sul bordo di sopra
come la palla sull’orlo del fazzoletto
del prestigiatore.
A quest’ora la colonna sonora del mondo
è un canto di voci di donne
e di mature malinconie.
I dialoghi sono pensieri più consapevoli
forse i bilanci di una vita o di un attimo.
Non c’è un vero finale.
Sono solo dei tratti di storia che sfumano
in dissolvenze incrociate.
Qualche volta durante il passaggio
e l’andare a passeggio
si resta imbrigliati
tra le ramificazioni del sottobosco
ma basta uno scatto un po’ più deciso
e si torna a lanciarsi nel vento più largo
verso un incontro beato
che ancora non conosciamo.
La sera è una radura imbiancata
in cui attendere il sogno.
Sul suo rullo scorrono piano
i titoli di coda
di questa giornata.
Domani si replica.
Il bello è che non c’è mai una volta
che sia proprio la stessa.
Si recita a braccio.
Si improvvisa a cuore.
ragazzi questa è poesia grande claudio