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18° Clab: Il piacere dello stare #insieme

Il treno che mi riporta a casa corre a 300 km orari, che poi guardi fuori dal finestrino e ti sembra che stai andando piano, eppure la velocità accorcia la distanza e lo stivale sembra un paio di misure più piccole rispetto a qualche #tempo fa. La distanza, quella calcolata in metri è sempre di più trasformata in centimetri.

La distanza, quella calcolata in ore e giorni, è invece ancora quella di un #tempo: 365 giorni sono sempre 1 anno e più passa il #tempo e più nessuno riesce a diminuirlo. Più che un treno servirebbe una Delorian, ma dobbiamo rassegnarci al fatto che il #tempo vince sempre…

Nell’attesa che nasca un Emmet Brown, di anni ne sono passati ben 18 e li senti tutti sulla spalla questi 18 anni, perché vuol dire che se te li ricordi tutti allora ne devi avere almeno altrettanti 18 sull’altra spalla.

Siamo arrivati al diciottesimo viaggio ed io questo raduno l’ho vissuto in una maniera diversa dagli altri. Oramai conoscevo già tutto: teatro, posti, file, dove cibarsi, dove dormire, mezzo di trasporto e mezzo assonnato. Già fatto e rifatto altre quattro volte. Un veterano di Via Perlasca!

E così la mia attenzione è stata dedicata completamente a quella distanza che ti divide dai tuoi compagni di viaggio.

Quei pochi metri di Via Perlasca nel quartiere Collatino di Roma, diventano quindi il mio baricentro, un iperspazio che per 24 ore annulla chilometri e #tempo.

E così inizia il mio raduno grazie:

  • al mio vecchio Amico di mille e più viaggi della vita. Quell’amico che il #tempo (troppo ne era passato dall’ultimo incontro) l’ha reso un po’ più grigio, ma per il resto siamo ancora lì, diversi fuori ma uguali nel vivere le stesse emozioni di sempre;
  • al mio nuovo Amico, quel fratello che non pensavi di poter trovare al di là della maggiore età;
  • alla mia amica un po’ pazza che ti strappa sempre un sorriso con i suoi problemi messi in “fila” sulla quinta o sulla prima, ma poi proprio non riesci a non volerle bene;
  • alla banda che ti cerca, ti insegue e ti riempie sempre di attenzioni inaspettate;
  • all’Amica che non c’era perché le cose della vita ti tengono lontano per una volta da Via Perlasca;
  • all’Amico cantante, quello che si presenta uscendo da due grandi teli rossi e sembra farmelo apposta nel dirmi: eccoci siete Tutti Qui, tutti voi, tu e i tuoi amici a passare un giorno con me senza pensare che veniate tutti da punti cardinali differenti e da vite differenti. Per un giorno tutto questo coincide in un solo luogo.

E questo Amico sembra in perfetta sintonia con quello che sto provando in questo momento, perché appena poggia la chitarra ci spiega che intende rinnovare questo “piacere dello stare #insieme” con questi appuntamenti. Non vuole mollare, vuole continuare (altri 18?) ad incontrarci per farci incontrare.

Stare #insieme con chi ha il piacere di stare #insieme, con chi ha voglia di condividere emozioni, con chi ha necessità di annullare il #tempo ritrovandosi.

E lui è sereno e divertito e non lo nasconde, portando avanti un pomeriggio divertente e divertito come se fosse nel salotto di casa sua a prendere un caffè tra i suoi 2000 amici. Ha solo voglia di divertirsi e divertire, lasciando fuori le solite polemiche e quei pezzenti che lo fecero arrabbiare qualche tempo fa.

Lasciando fuori chi ancora non ha capito il suo IO, un Io e non un Dio che sa essere mago al momento gusto, ma che (buon per lui) come uomo di questa Terra sa anche sbagliare, cazzeggiare, e non pretendere di essere l’uomo e l’artista perfetto che molti romanzano e cantano.

Questo Amico invita anche un suo nuovo Amico e assieme ci regalano altri momenti divertenti.

E pensare che tra i suoi amici, quelli  seduti e preoccupati più a riprendere che a prendere emozioni, ci sia gente che non abbia capito neanche per sbaglio come sia fatto quell’uomo mezzo semplice e mezzo strano. Perché ho sempre pensato che esiste un pubblico uditore ed un pubblico ascoltatore e quest’ultimo non può cantare le sue parole e poi minacciare, proibire, isolare, denigrare, non rispettare, accusare,    millantare, insultare, deridere colui che gli siede accanto. Tutto questo va in direzione completamente opposta al raduno/incontro del nostro Amico in comune e credo che, sia solo per un qualche buco nero dell’iperspazio che questa gente si ritrova nella Via Perlasca del 13 Dicembre 2015.

Io altre spiegazioni non riesco a trovarne.

E la parte musicale? Beh di questo avrete già letto sicuramente scalette e dettagli più approfonditi, ed ogni mio commento risulterebbe superfluo. Anche questa ovviamente ha avuto la sua importanza in questa giornata, ma al diciottesimo raduno penso di essere abbastanza maturo da dare più importanza ad altre cose.

Clab è cresciuto, Clab è maturo, e tutti noi clabber dovremmo esserlo.

Io sono sicuro di essere in grado di vivere anche senza, vista la bellissima giornata passata con questi Amici, e senza il raduno mi resterebbe l’incontro.

Ad altri invece che non hanno mai voluto provare l’incontro, come sarebbe una vita senza raduni??

Buon Natale Amici e Buon Natale anche a loro.

Sam Fisher

Sam Fisher

Salve a tutti, “Sono Io” e sono uno di voi. Un Baglioniano? Un Clabber? Un Baglionista? Uno delle prime file? Uno sempre in piedi? Uno che accetta tutto quello che fa? Sono un Hacker, nel cuore di doremifasol.org e vi "colpirò" quando meno ve lo aspettate.

8 Commenti

  1. Ciao..concordo in pieno con le parole di Sam Fisher ed aggiungo quanto è stata simpatica e affettuosa la battuta del nostro CUCAIO al raduno quando ha esclamato: Io non farei mai quello che fate voi!!Neanche per me stesso! Riferendosi alle code ai cancelli, ai viaggi interminabili, al freddo sofferto nelle prime ore del mattino… ma noi, popolo di CLAUDIO, facciamo questo ed altro!!
    Approfitto di questo spazio per cercare un gruppo di simpaticissime clabber che ha condiviso con me l’attesa in via Perlasca, abitano a Poppi, in provincia di Arezzo; una di loro si chiama Mila..se mi leggete, vi chiedo cortesemente di mettervi in contatto con me in vista di altre avventure in nome del nostro MAGO. Sono Lia, anzi Signoralia, il mio numero è: 3393234931
    Grazie!! Buone Feste a tutti..
    signoralia

  2. Sam Buongiorno.
    Quelli che come hai ben elencato tu, non perdono occasione per criticare e polemizzare, sono quelli che però sono sempre davanti a tutti, sono quelli che si credono i fans migliori…poi sono in tanti a non trovare il tempo per “vivere l’emozione”…e pensare che fu proprio Claudio al raduno allo stadio della Pallacorda nel 2001 a dirci che per stare bene non bisognava per forza essere “là davanti”…ci raccontò di come fu enorme l’emozione che provò a Londra ad un concerto, visto dall’ultima fila…
    Però siamo in tanti anche noi fans “normali”…io in tanti anni di concerti, in tanti raduni ho condiviso momenti indimenticabili con tante persone che non sgomitavano, che non polemizzavano, che con grande “gusto” si godevano come me i momenti con Claudio…anche dalle ultime file”.
    Però non si può mettere d’accordo tutti, anche nella vita di tutti i giorni è così…
    Del raduno ho già scritto anch’io e penso come te che sia stata una bellissima domenica di incontri, con un direttore d’orchestra, divertito e sereno…e anche solo per questa magica atmosfera è stato bello esserci…
    Buon Natale di cuore anche a te…e a tutti noi.
    Narda

  3. al solito cadono nel vuoto dell’indifferenza ostile le mie vane infinitamente vane parole.
    è già tanto se non vengo insultato.
    i pezzenti hanno trionfato, da gran tempo.
    .
    II

    1. E anche i cialtroni purtroppo trionfano! Condivido pienamente la tua tesi anch’io con mestizia e un po’ di rassegnazione. Però non dobbiamo mai cedere alla maleducazione, all’ingratitudine, alla cattiveria, questo mai, ciao Santino ti auguro Buon Natale. Sempre un carissimo saluto a Claudio uomo di nobile cuore e di grande stile e si, di tanta pazienza…..

      1. Grazie per gli auguri -anticipati(forse non mi vuoi più tra le scatole,e hai ragione)- e per i tuoi sempre bellissimi commenti.
        “uomo di nobile cuore e di grande stile” è definizione perfetta per il nostro amato Claudio.
        Buon anzi splendido e sereno Natale a te, Patricia.
        st.no(ts)

  4. Ciao Claudio! Eh vai!!!!!!! noto con piacere che “ami” la parola pezzente e la usi sempre ad hoc! Bene, io adoro la parola “cialtrone” e, come sai, ce ne sono in giro cosi tanti!!! Spesso alcuni non mettono in connessione le sinapsi con la bocca, né tantomeno col cuore. Sei un vero, grande amico, anche di te stesso, prova ne è la tua coerenza!!!!! Ti sto mandando un sacco di punti esclamativi, ma li meriti tutti!!!!!! e facciamoci ancora un sacco di domande e “pieghiamo la schiena come un ansa per farli diventare interrogativi”……… Un grandissimo abbraccio ai Capitani Coraggiosi che sia un Natale avvolto in un abbraccio di serenità e pace per voi e per chi più amate. Auguri. Patricia

    1. Purtroppo questa strana ingrata fronda di ‘pezzenti’ è numerosa e si manifesta in alcuni commenti alle note su fb con sfrontatezza insultante e infantilismo detestabili.
      Non capisco se si tratta di delusi frustrati e invidiosi, di provocatori trolleggianti, di gente che fa i capricci perché in tanti anni non ha ricevuto autografi/parole/sorrisi (e perciò rosica)…non capisco se è una presa di posizione dovuta a una presunta flessione qualitativa di Claudio (ma da quale anno e album in poi costoro identificano l’inizio della crisi?) cagionata -mi par d’intuire- da cattive compagnie che raramente prendono corpo nei loro deliri patetici eppure inquietanti.
      Sinceramente mi intristisce non poco l’ingratitudine cattiva e stupida di tale nutrita setta di cialtroni (per usare il termine adottato credo molto correttamente da te, Patricia). Non vorrei si trattasse quasi di una maggioranza silenziosa destinata ad aumentare ancora.
      Il garbo, la straordinaria generosità (nel donarsi sul palco e non solo), la pazienza di Claudio a quanto pare non bastano…
      proprio vero che di questi tempi l’educazione il rispetto l’umanità la bontà d’animo non pagano per niente, anzi si ritorcono contro la persona virtuosa.
      “Prova a voler bene all’altra gente, che è difficile (…)” sì, assai difficile e infatti mi commuove regolarmente quel passo all’interno della già molto commovente Dieci Dita.
      con mestizia
      Santino Sardo, Trieste

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