Baglioni Notebook

23/09/2016 Nota di Claudio Baglioni 


Doveva essere fine ’67.

Quasi cinquanta anni fa.

Passavo molti dei pomeriggi

all’oratorio di San Felice da Cantalice.

Da qualche mese mi avevano dato

la mia prima classe di catechismo

ed ero entusiasta e smanioso di fare.

Spiegavo Vangelo, dottrina e parabole

e le opere dei missionari e dei Santi

ai bambini di sei/sette anni.

Facevo volontariato in parrocchia

a disposizione per ogni evenienza.

In più avevo un sogno segreto

come studente di musica e pianoforte:

poter suonare almeno una volta

la tastiera del grande organo a canne

che si ergeva come un titano metallico

maestoso e potente in fondo alla chiesa.

Stava sopra, lassù, dietro una finestrella

che s’illuminava quando era in funzione.

Temerario e proibito anche solo arrivarci.

Un giorno, con la connivenza di un altro

che faceva da palo in fondo alla scala,

salii con il cuore che strusciava i gradini

arrivando fino al bramato gabbiotto.

Sedermi trionfante sulla panca di legno

attento coi piedi a non urtare la pedaliera

scovare l’interruttore e accendere tutto

fu un solo momento.

L’organo e il suo organismo presero vita.

L’aria svegliata e pompata da un mantice

gli entrò nei polmoni e scappò lungo i tubi

pronta a far echeggiare le voci e i registri.

A quel punto sbirciai la navata e l’altare.

Nella concitazione non m’ero accorto

che stava iniziando una celebrazione.

E non un rito consueto.

C’erano fiori e corone sparsi sul pavimento,

quattro ceri e una cassa di legno nel mezzo.

Una cerimonia funebre, senza alcun dubbio.

Il frate officiante fece un gesto all’insù

come per dire “comincia a suonare”.

Ma il frate organista non c’era

forse non avvertito di quel servizio.

C’ero io solo, mezzo nascosto e terrorizzato.

Il sacerdote da sotto rifece un cenno nervoso

senza nemmeno alzare lo sguardo.

Che cosa fare?

Quello rischiava di essere pure il mio funerale.

Io che non conoscevo niente di sacro

e intonato a quel tipo di liturgia,

avevo appena imparato un pezzo dei Beatles

uscito da poco:

With a little help from my friends.

Allora attaccai, eseguendolo a metà tempo

perché risultasse solenne e adatto all’esequie.

In fondo, pensavo, all’estinto andrà pure bene.

Se ne va mentre un viceorganista accompagna

l’ultimo caro saluto di una folla riunita per lui.

Con un piccolo aiuto da parte dei suoi amici.

Max Sott

Uno dei tanti Amici che condivide la propria passione CON-VOI!

7 Commenti

  1. Ciai Claudio! Nel ’67 io non ero ancora nata (sono del ’69), tu eri un ragazzo di 16 anni con la passione per la musica e un sogno in fondo al cuore… quello di riuscire a suonare quel grande organo a canne dall’aspetto così solenne….. Sembrava un miraggio!
    Quel giorno ti si è presentata l’occasione. Il tuo entusiasmo, la complicità di un amico e una buona dose di coraggio ti hanno permesso di coronare il tuo sogno… e di stupire i presenti alla mesta cerimonia intonando un brano dei Beatles al posto della marcia funebre….. Spero che alla fine il frate officiante ti abbia fatto i complimenti, te li saresti meritati!
    Un abbraccio!

  2. Che bello leggere questi episodi d infanzia! Io avevo due anni e all epoca la mia attività preferita era pettinare la mamma che , stremata dalla mia irrequitedune, si rilassava sul sofà….poi ho cambiato inclinaziine…il tuo innovare con passione nasceva già allora..grazie grand3 Claudio, a piu tardi

  3. La musica solenne di un organo si spande nella chiesa e nel mio cuore pacificandomi sempre.
    Mi hai ricordato una vigilia Natale.
    Mio cugino che aveva suonato l’organo durante la celebrazione della messa di mezzanotte, quando i fedeli abbandonarono la chiesa, suonò ancora e a lungo per me e per mia figlia, finché giunse il parroco ad intimarlo di smettere perché doveva chiudere la chiesa.
    Sono nata ad Ottobre del 1967, forse allora ti sentii suonare…e non ho più smesso.

  4. Più ti conosco e più aumenta la stima e l ammirazione nei tuoi confronti. Grazie per condividere con noi parti della tua vita!

  5. Sei troppo forte Claudio ! Simpatico e determinato ! Ci credo che sei arrivato fino a suonare in Vaticano .. Da allora di strada ne hai fatta ! Con un piccolo aiuto dei tuoi amici .. E tra quelli mi sento di farne parte anch’io ! Ti voglio tanto bene ! Non smettere mai di scrivere .. Ogni giorno mi sembra di essere più vicina a te ! Patty

  6. Dolce è sentire che a 16 anni già facevi tutto questo. Avevi missioni e impegni importanti..
    Un caro e bravo ragazzo….
    Ma ops….l’arte dell’improvvisazione era nel tuo DNA. …
    I Beatles a un funerale…. è stata una ventata di novità….è un racconto tenero e che fa sorridere per la grande passione che ti ha sempre guidato… fin sulla scala verso l’organo a canne e il tempismo quasi comico della situazione…
    Bravo Cla’ sei stato il pioniere della musica moderna in chiesa….
    Nel ’67 io ero al mio secondo anno di pianoforte..e facevo anch’io molte ore di catechismo andando a scuola dalle suore e in preparazione alla prima Comunione. Adoravo il Vangelo e rimanevo incantata ad ascoltare la storia meravigliosa di un Uomo meraviglioso.
    E le mie lezioni di musica dopo tanto tanto solfeggio mi davano in cambio finalmente l’incanto della lettura e della pratica….e le mie manine volteggiavano con grazia come farfalle sulla tastiera….così diceva il mio papà adorato.
    Eh si….la musica ha veramente il potere di unire….
    Cuori e anime….
    Buona giornata caro amico.
    Non smettere di trasmettere….e di raccontarti.
    CIAO!

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