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Claudio Baglioni e la metafisica della semplicità

Claudio e la metafisica della semplicità
#staseraAcasadiluca – Settima puntata

Se la scorsa settimana era stata caratterizzata dall’annuncio della nuova tourneè Al centro [QUI] (in questa settimana ci è giunta notizia che in testa alla classifica di ticketone), questa settimana, che ci ha introdotto alle festività natalizie, soprattutto al nord con Sant’Ambrogio (non dimentichiamoci di San Siro, il patrono della mia città Pavia, il giorno dopo!!!!) e alla spruzzata di neve che ha imbiancato le nostre pianure, è stata caratterizzata dal ritorno di Claudio su un palco, ritorno per cantare, e non per presentare o fare altro.

Proprio due settimane fa avevamo auspicato il ritorno della musica al centro [QUI] , e ce lo ha ribadito lo stesso Claudio con il titolo della tourneè, su cui ho cercato di ragionare la scorsa settimana considerandolo come una prospettiva da cui vedere le cose. Ora Claudio lo fa: è tornato su un palco a cantare. Evento raro ultimamente, infatti dalla fine della tourneè coi Capitani Coraggiosi, le esibizioni di Claudio sono state abbastanza rare e rade; ogni esibizione per altro è stata particolare, si potrebbe dire quasi unica: Avrai in Vaticano, il raduno a maggio, il ritorno a Lampedusa (purtroppo bagnato dalla pioggia), e infine questo ritorno al Petruzzelli, anche se per pochi eletti, intimi e fortunati. La musica è tornata al centro, e questo ci ha scosso emozioni intense. Ma non è di questo in realtà che vi voglio parlare questa settimana, anche se quello che vi sto per raccontare è strettamente legato a questo. Voglio raccontarvi un episodio che mi è capitato pochi giorni fa.

Tornavo da Milano, avevo accompagnato un’amica all’università; dopo un cappuccio caldo e una brioche con lei, sono ripartito per la mia città, Pavia, in macchina. Sulla mia chiavetta, dove oltre a Claudio c’è spazio a musica (quasi tutta italiana) di ogni tipo, dai brani in dialetto pavese dei Fiö dla nebia a Fabrizio De Andrè, da Fabri Fibra a Eros Ramazzotti, e molto altro, ad un certo punto parte La vita è adesso, nella versione del ConVoi ReTour mandata in onda da Radio Italia, che avevo puntualmente registrato, o che qualcuno mi aveva mandato, non ricordo con precisione. Ultimamente saltavo La vita è adesso, non perché la canzone abbia perso per me la sua importanza, ma perché tendo ad ascoltare in macchina quello che non ascolto mai (e in realtà ascolto 30, 40 secondi e poi cambio – sì, sono fatto male, lo so!!). Quella mattina, alle primissime note della canzone, non ho provato la solita voglia di cambiare, e sono rimasto ad ascoltare, non saprei dire il perché sinceramente. Ai lati, la strada che scorreva, un po’ come in Via; davanti, la strada che stavo percorrendo; di fianco passavano i grattaceli di Milano, poi le tangenziali, la campagna, le case, i paesini, e tutto scorreva; dentro di me scorrevano pensieri su quanto sto provando in questo periodo molto intenso della mia vita: tutto si è messo insieme con la musica, creando una vertigine emotiva di un’intensità pazzesca, che mi ha fatto scendere senza motivo delle lacrime. Mi è subito venuta in mente un’espressione che ho trovato nei miei studi sulla canzone: gli Scrausi, gruppo di accademici che si è occupato negli anni ’90 di studi molto seri sulla lingua della canzone, hanno descritto i testi di Baglioni con la bellissima espressione di metafisica della semplicità, presa probabilmente da Gianni Borgna, il più grande storico della canzone italiana, il quale scrive che «i versi [di Claudio] conferiscono uno spessore metafisico alla banalità della vita quotidiana». La semplicità, in fondo, ce l’ha ricordata recentemente Claudio: «questo è il tempo […] / di cercare un mondo nuovo e nuove identità / di restare semplici, questo è tempo di guardare con ingenuità / di tornare piccoli». Paolo Jachia, il più grande studioso della semiotica della canzone, ci ha visto una semplicità di carattere francescano; non so se l’analisi sia giusta, ma sicuramente si tratta di una semplicità autentica e reale.

L’espressione mi è venuta in mente perché in quel momento mi stava accadendo proprio quanto messo in evidenza dai critici: la banalità delle mie azione quotidiane stava prendendo una valenza metafisica, ossia stava andando oltre la natura, oltre lo scorrere del tempo, per entrare in una soglia sovrasensibile, immateriale, la soglia delle emozioni. Roberto Vecchioni parla di tempo orizzontale, per indicare le nostre azioni quotidiane (lavoro, studio, famiglia, far da mangiare, hobby, ecc…), e parla di tempo verticale ogni volta in cui si coglie qualcosa di più, che tocca direttamente il senso della vita, insomma, un attimo di qualcosa di più grande, potremmo quasi dire un attimo di eterno. Così è stata La vita è adesso per me quella mattina, e quelle parole (e note) hanno dato senso a tutte le mie azioni della giornata, e di questa fase della vita: l’aiuto alla mia amica, le prove del coro, la corsa all’università, il lavoro a scuola, le discussioni in casa e in famiglia, l’aiutare qualcuno in difficoltà. Tutto meravigliosamente reso metafisico dai versi de La vita è adesso.

Allora, caro Claudio, sono felice che tu abbia cantanto al Petruzzelli, perché la tua musica è straordinariamente potente: trasforma il quotidiano e la sua banalità in metafisica, dà senso allo scorrere implacabile del tempo, rende la vita un enorme palcoscenico dove attori e spettatori si scambiano le parti, recitano, soffrono, vivono.

Attendiamo al centro, attendiamo la tua musica più di tutto. E, nel frattempo, saltiamo sulla vita, non dimentichiamocelo mai. Perché la vita, grazie ad emozioni così, non è banale, anzi, è adesso!

Luca Bertoloni

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

9 Commenti

  1. Ma Claudio è dal ’95 che è al centro con iil palco “attori e spettatori* e della musica dal *68 per quanto mi riguarda è al centro dei miei pensieri dal ’75. . Sarà un tour fantastico un anno per lui ricco di impegni e soddisfazioni. . .tutte ampiamente meritate.. Claudio non so come ma ci sono sempre anch’io. . sarò con te perché la tua felicità è anche la mia

  2. CLAUDIO È LA MUSICA… UN TUTTUNO che coccola è riscalda I nostri CUORI……..E un assemblaggio di note e poesia …….TI ADORO❤ CHE DIO TI BENEDICA SEMPREun abbraccio forte forte dalla SICILIA

  3. Seguo sempre con interesse questa rubrica settimanale e spesso condivido le tue riflessioni.
    Per me la musica di Claudio è profondità e immensità…
    È un vento tiepido e leggero che mi accarezza l’anima di cui ogni giorno sento il bisogno… solo poche note riescono a regalarmi il brivido di un’emozione e a farmi sognare, spazzando via le nebbie e la monotonia della quotidianità.
    Bello e toccante il racconto di quella mattinata per te così speciale… molto spesso siamo noi stessi a meravigliarci di come la musica sappia emozionarci…
    Grazie Luca, un abbraccio!

  4. Leggere pensieri così squisitamente filosofici e così concettualmente ineccepibili mi dà un immenso piacere intellettuale ed un’intensa scossa emotiva. Filosofia-la vita è adesso-metafisica-claudio-esistenzialismo-luca bertoloni…tutte cose che -lo sai- fanno parte di me e mi rappresentano. Grazie per queste perle. Ti adoro!

  5. Mi fa sempre piacere conoscere le emozioni che suscita Claudio in un giovane fan come te, caro Luca.
    Io sono sua fan da quando avevo 16 anni nel 1982, quindi 5 anni prima che tu nascessi, ma condivido pienamente il tuo pensiero e, anche se abbiamo età diverse, il nostro caro Claudio ci fa lo stesso magico effetto… Grazie!

  6. Condivido pienamente il tuo pensiero, caro Luca e ti ammiro per il modo in cui lo sai esprimere. La musica e le parole delle canzoni di Claudio sanno illuminare di una luce calda la mia banale e mediocre quotidianità e mi fanno sognare, emozionandomi nel profondo.
    Grazie a te per le tue riflessioni e a Claudio per esserci sempre.

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