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Il trionfo del divo Claudio Baglioni

Il Festival di Sanremo 2018 è stato un trionfo: di pubblico, di critica (non è difficile salire in fretta sul carro del vincitore), di Michelle Hunziker e di Pierfrancesco Favino, ma soprattutto è stato il trionfo di Claudio Baglioni, tanto da cambiare le carte in tavola. Sanremo non è stato il Festival della canzone italiana, ma è stato il Festival delle canzoni del divo Claudio. Da solo o in coppia, ha eseguito quasi tutto il suo sterminato canzoniere, e chissà quale tagliando staccherà alla Siae!

Con quell’aria sorniona, da gatto imbalsamato, con quel suo buonismo alla Fazio (ha iniziato spiegando il mistero delle canzoni per farci capire che in lui batte un cuore da poeta), ha trasformato Sanremo in una cerimonia personale. Sanremo ha smesso di essere la liturgia canora di un Paese che vive tutto come rito, come teatralità diffusa, per diventare solo la celebrazione di Baglioni. Il Baglioni che tutti hanno cantato, il Baglioni delle serate al mare, il Baglioni dei primi approcci amorosi, sempre sintonizzato sull’intimistico adolescenziale, avvinto al sentimento delle piccole cose e dei piccoli grandi amori. Il compianto Edmondo Berselli ha scritto su Baglioni pagine definitive: «Quando la folla si sgola con lui, è tutta l’Italia dei grandi sentimenti che si commuove. L’Italia passionale, l’Italia del cuore, un paese corale,“cantante”… Tira una maledetta aria di poesia, molto vicina alla tristezza, quasi ai confini della depressione». Così, quest’anno, a Sanremo è andato in onda il suo catalogo di ninnoli amorosi, la maglietta fina, passerotto non andare via, l’elegia del sabato pomeriggio. Bisogna ammetterlo, è stato molto bravo a impossessarsi del Festival, a farlo suo, tanto da costringere tutti gli ospiti più importanti a duettare con lui, a interpretare una sua vecchia canzone in cambio di una promozione.

Anche il pubblico della sala aveva una gran voglia di karaoke, quella voglia che ha reso un po’ ridicole le gag con Franca Leosini o Federica Sciarelli. Nel momento in cui Baglioni siede al pianoforte, tutti vogliono cantare e non pensare ad altro. Come ha scritto Alberto Infelise, «Baglioni&Friends è stato un Festival bello e piacevole, fondato sulla venerazione pagana, legittima e meritata, del Divo Claudio. Che cantasse da solo o con ospiti che arrancavano dietro a quel suo fiato infinito, è stato lui il centro della celebrazione. Le canzoni in concorso hanno fatto un po’ da sfondo».

OGGIGIORNO – di Aldo Grasso

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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