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Baglioni, sono tornato con voi

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di KATIA RICCARDI

Per parlare del primo disco di inediti dal 2003, il cantautore è ripartito dove tutto era cominciato 44 anni fa nell’albergo di Roma dove cantò per la prima volta il lato A del suo primo 45 giri ‘Signora Lia’. “Otto mesi fa avevo deciso di lasciar perdere ma poi a maggio è partito questo progetto”. Che raccoglie brani già pubblicati come singoli in versione digitale

ROMA – Quarantaquattro anni dopo ‘Signora Lia’, la casalinga che aveva tradito il marito e lavava i piatti piangendo pentita, Claudio Baglioni si è seduto con la chitarra in mano per raccontare l’uscita del suo nuovo album di inediti. L’ha fatto nella stanza dello stesso albergo, l’Hilton di Roma, e ha cantato solo quella. Che si chiamava ‘Signora Lai’ ma quel giorno il capo dei fonici aveva addosso la targhetta con lo stesso nome. “Avevo 19 anni, la mia canzone era basata sull’infedeltà coniugale della signora Lai. All’improvviso ho visto il nome su quella targhetta, e il mio futuro, così ho cambiato il titolo”. Ha cantato il suo inizio, poi ha messo via la chitarra. Perché il resto, da ora, sono canzoni nuove. Non cover, non riletture. Né piccoli o grandi amori. Era dal 2003 che non succedeva. Da ‘Sono io, l’uomo della storia accanto’, fino a oggi, a ‘ConVoi’.

“Otto mesi fa avevo deciso di lasciar perdere. Pensavo che non avrei scritto più”. Voleva ritirarsi ma non l’ha fatto. ‘ConVoi’ prima di essere un album è stato un progetto. Che ha preso forma velocemente, un giorno dopo l’altro. Come un tuffo, un salto nel vuoto, o un “salto con l’asta” come lo chiama, che ha fatto di fronte alla gente e tramite le persone. Ha lasciato che lo guardassero lanciarsi. Una volta deciso di lavorare così non sarebbe potuto tornare indietro e non l’ha fatto. Era il solo modo, e l’album ha preso vita. Una gara e dodici pezzi, che contando l’introduzione, l’intermezzo e il finale, sono quindici. Usciti in rete, seguiti sul blog, con testi scritti di getto in un giorno e mezzo e registrati subito, al più presto. Perché non scappasero, o perché non scappasse lui. Li ha sottoposti agli altri. Un pasto nudo servito portata dopo portata fino alla fine.

“Eccolo, è questo, è il cd che avete tra le mani. E’ finito tutto lì. Noi vorremmo essere infiniti, quello che finisce ci fa stare male. Perché il prodotto, a meno che non si sia alle prime armi, non è mai perfetto come vorremmo. Ma è il mio mestiere e so che questo è già un altro inizio. So di essere a metà”, ha spiegato il cantautore. Stanco, svuotato, fiero anche. E’ dal 18 maggio scorso, quando è uscito il primo, che butta fuori tutto. Musica, parole, storie, passione, energia. “Avevamo deciso di fare dieci concerti in dieci giorni solo per provare l’impatto dal vivo, ma poi si è rotto tutto, ho avuto un crollo”.

Gli inediti, così li chiama. Ma sono canzoni, e devono essere chiamate così. Dopo averle messe in rete, Baglioni le ha riprese, messe in ordine, aggiornate e integrate con nuove parti strumentali. Ha scritto di colpo e ha messo a posto con calma. A chiusura del percorso ha inserito l’inedito tra gli inediti, ‘Una storia vera’. Forse la canzone che più ricorda i suoi anni Settanta. “A volte mi chiedono, oh insomma, ma quand’è che riscriverai le canzoni da falò?”.

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