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Il suono invisibile di Claudio Baglioni

Il suono invisibile di Baglioni “Sarà un romanzo musicale”

Non «un concerto qualsiasi» (categoria a cui ha sempre cercato di non appartenere), ma «una grande festa». Di più, «un romanzo musicale dove una trentina di canzoni faranno da colonna sonora al mio cammino in 50 anni di musica».

E ancora, «un’ambiziosa opera totale come quella vagheggiata da Wagner, per dare una suggestione collettiva al pubblico».

È volato alto, altissimo, Claudio Baglioni quando gli è stato chiesto di raccontare il concertone dello scorso settembre all’Arena di Verona, evento che rappresentava do fatto l’anteprima del tour Al centro, in prima nazionale al Mandela Forum stasera (21,30, replica domani e il 24 aprile).

Un kolossal dove il cantautore romano recupera l’idea di un palcoscenico a pianta centrale già sperimentata nel tour Il viaggio, del 2000, la cui prima nazionale si
tenne proprio a Firenze (città a cui è legato dalla fraterna collaborazione con Walter Savelli, suo storico tastierista), all’allora Palasport. Ma se in quell’occasione la dimensione narrativa era data da un tema, stavolta si snoda in una scaletta dove i cavalli di battaglia sono in ordine cronologico. Così Baglioni può raccontare se stesso, la sua storia, che poi è quella di un Paese, di una società, di una comunità vastissima e trasversale di aficionados.

Nel frattempo, la tecnologia si è evoluta. E il palco di oggi è avanzatissimo, dotato di pedane semoventi che lo rendono mobilissimo, con l’artista — appunto — al centro e la band (praticamente un’orchestra) collocato agli angoli così da lasciare lo spazio libero da ingombri ad un gruppo di ballerini (sì, ci sono anche quelli) perché alle proiezioni Baglioni preferisce una presenza fisica il più possibile collettiva, e affollata.

Non ci sono quinte, non esistono nascondimenti in questo concerto, tutto avviene sotto gli occhi dello spettatore che diventa parte integrante dello spettacolo, scenografia e coro, un tutt’uno con quanto avviene in scena, senza soluzioni di continuità.

Idea che ha spinto il regista, Giuliano Peparini, e lo stesso Baglioni a cercare un impianto di amplificazione dalle dimensioni contenute, che appunto non creasse ostacoli visivi ai fan assiepati sugli spalti.

Lo ha trovato proprio alle porte di Firenze, a San Piero a Sieve, battendo alle porte della K-Array, che produce diffusori del suono tecnologicamente avanzati unendo la tradizione artigianale toscana all’avanguardia più hi-tech.

«L’idea di un palco al centro dei forum — racconta Klaus Hashew, product specialist della K-Array e già al seguito di superstar come Santana, Sting, Bon Jovi, Tina Turner, Shakira, U2 — pone non pochi problemi, primo fra tutti quello di raggiungere ogni angolo delle arene in modo omogeneo, senza disseminare scontento nel pubblico. La nuovissima tecnologia Digital steering (o Beam steering) permette l’utilizzo di difusori piccoli, molto compatti, sospesi agli angoli del palco, ma potentissimi, che indirizzano (e rafforzano) il suono con un’uniformità di frequenze e di volumi. Il risultato è che l’ingombro, rispetto a quelli più comunemente utilizzati, è ridotto dell’ottanta per cento».

Utilizzati in altri di tipi di show, debuttano ora nella musica dal vivo; la Agorà, azienda nel settore video, suono e luci per concerti pop, ha acquistato il sistema Digital Steering per tutto il tour di Baglioni, dopo averlo sperimentato e rodato mesi fa proprio al Mandela Forum. La durata del concerto sfiorerà le tre ore: «In tanti mi dicono: sono cresciuto con le tue canzoni, e io rispondo: ti poteva andare meglio, ma anche molto peggio. Ho scelto quindi le canzoni che ci dovevano essere con arrangiamenti diversi, non necessariamente pop, anche se rimangono pop nell’immaginario comune, È un modo per ricostruire un percorso, io che sono nato in periferia e rimasto ai margini di quello che succedeva».

La Repubblica Firenze 16 Ottobre 2018 

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Un Commento

  1. Con la tua musica che ha accompagnato tutti i miei giorni sempre.
    E mia madre che mi diceva che, oer me, sarebbe stato meglio ascoltare canzoni più allegre.
    La tua musica in perfetta sintonia con la piega malinconica del mio sorriso.
    È andata benissimo.

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