50 anni al Centro

Sto #AlCentro dei vostri cuori a Bologna

Claudio Baglioni a Bologna, i suoi primi 50 anni di musica all’Unipol Arena
In concerto stasera e domani

di ANDREA SPINELLI

Bologna, 13 novembre 2018 – La vita è adesso. «In questo nuovo spettacolo è indescrivibile la sensazione di ritrovarsi al centro della scena, davanti a migliaia di occhi, ed essere al centro del cuore pure dei proprietari di tutti quegli occhi» spiega Claudio Baglioni parlando del tour che oggi e domani lo riporta tra le grida e gli umori di un’Unipol Arena sempre generosa con lui e con la sua musica.

«Un dono dal valore inestimabile, che cerco di ricambiare dando sempre il massimo, anche se so che è un conto impossibile da pareggiare». La vita del cantore della maglietta fina e la sua musica fatte scivolare di lato su un’isola candida, attorniata dal pubblico a 360°, su cui si rincorrono passato e presente grazie alle proiezioni dall’alto, alle coreografie di 26 performer e della band trascinata dalle chitarre di Paolo Gianolio e Chicco Gussoni.

A sentire Baglioni, un mercato a cielo aperto di emozioni. «Questo è il mio anno santo» ammette. «All’inizio, infatti, non credevo che la mia carriera sarebbe decollata. Poi ho cominciato a pensare che sarebbe finita presto. E invece continua a protrarsi verso un finale che non arriva. Ragionando su questa celebrazione del cinquantennale mi sono detto che avrebbe dovuto avere un’architettura d’insieme, composta da molte discipline. Una sorta di teatro totale, con un palco che fosse uno spazio scenico modulare capace di diventare parte integrante della narrazione».

Tutto per mettere a segno furti con destrezza. «L’artista, in fondo, è un ladro» ribadisce. «Ma un ladro onesto, perché è l’unico a restituire quel che ruba agli altri, alla vita, al mondo. Diciamo che prende in prestito. Come un artigiano che prende un pezzo di legno, lo lavora e restituisce al legittimo proprietario sotto forma di oggetto bello e utile. Nel mio caso, la speranza è quella di riuscire a restituire panorami, sguardi, sorrisi, silenzi, lacrime, parole e gesti in piccoli oggetti di uso quotidiano come sono le canzoni. Possibilmente belle. E, magari, utili».

Furti d’ispirazione dylaniana che l’uomo di Mille giorni di te e di me porterà avanti, dopo la parentesi sanremese, fino alla primavera prossima. Intanto anticipa che il nuovo album d’inediti a cui sta lavorando (anche ai Fonoprint di Bologna assieme a Celso Valli) non sarà solo un nuovo disco, ma pure un disco nuovo. «Il primo capitolo dei miei prossimi cinquant’anni» assicura. «La presenza di Valli è importante e, come già accaduto in passato, lascerà una sua impronta, ma l’album segue una sua strada e dove ci porterà lo scopriremo solo alla fine».

Di solito, infatti, è la musica che lo viene a cercare. «A un certo punto, non sai come né perché, ti ritrovi con una manciata di note che cominciano a rincorrersi nella testa fino a trovare la forma di una melodia. Quello è il big bang dell’ispirazione. Da quel momento tocca a te. L’ispirazione esiste, ma ti deve trovare al lavoro, diceva Picasso; per questo lavoro così tanto, non vorrei che mi trovasse fuori casa e andasse a bussare alla porta di qualcun altro».

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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