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Voce alla mejo gioventù

Sono passati ormai circa 64 anni dalla pubblicazione de La meglio gioventù, celeberrima raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini dedicata al grandissimo filologo Gianfranco Contini, in cui il regista-intellettuale originario di Casarsa coniò questa tanto fortunata locuzione, utilizzata e destinata ad identificare nell’immaginario collettivo i giovani protagonisti di tante sue opere tra letteratura e cinema, da Ragazzi di vita a Uccellacci e uccellini. Luca Barbarossa, introducendo la prima puntata di Ecco Sanremo, ha parlato dei giovani artisti e musicisti giunti in riviera proprio definendoli “la meglio gioventù musicale”: una definizione iconica, che subito affonda le radici in un immaginario popolare ricco, rafforzato dall’uso del romanesco (la mejo gioventù).

Sembra ieri quando Claudio annunciò la sua prima partecipazione al Festival come direttore artistico, ma in realtà sono già passati 14 mesi (era il settembre 2017…!!): in un attimo, è già arrivato il tempo del nuovo Sanremo, un Sanremo anomalo, fuori stagione, che arriva in un periodo dell’anno in cui l’attenzione del pubblico e dei media è sul Natale, festa-evento che monopolizza città, commercio, palinsesti televisivi, case e mondo del web. Eppure, in questa settimana c’è spazio anche per Sanremo Giovani, il primo Sanremo Giovani che si stacca completamente dal Sanremo vero, quello che conta, e che forma un festival a parte. Scelta voluta da Claudio Baglioni in persona, e noi sappiamo, checché si sia detto in questi ultimi anni, che Claudio è un cantautore e un uomo che le scelte le prende, eccome se le prende, anche piuttosto dure e decise. Proviamo a ragionare sul perché.

Sanremo Giovani, intendiamoci, funzionava anche negli anni passati, ma la differenza era la finalità. Il Sanremo Giovani (e tutti i vari nomi che ha preso nella sua storia) degli anni precedenti era finalizzato alla selezione delle “nuove proposte” che al Festival gareggiavano tra di loro in una classifica a parte: Ermal Meta, Irama e Ultimo sono solo alcuni dei partecipanti, non per forza vincitori (come Irama) alla gara delle Nuove Proposte, che stanno godendo oggi di un successo nazionale stratosferico presso il pubblico giovanile, e talvolta non solo, che è nato o si è intensificato proprio grazie alla kermesse ligure. Ma la vittoria o la partecipazione di Sanremo Giovani non è garanzia di successo, o meglio, di un successo duraturo: Riccardo Maffoni, vincitore di Sanremo Giovani nel 2006, è stato completamente dimenticato nonostante fosse autore e interprete di un bellissimo brano su Marco Pantani; i Gazosa, dopo il successone di wwwmipiacitu (che seguì la vittoria di Sanremo Giovani del 2001), sono anche loro caduti nell’oblio, e con loro molti, moltissimi altri. Claudio vuole evitare che tanti giovani cadano nell’oblio, o meglio, vuole dare a tutti numero più alto possibile di possibilità di essere ricordati e di poter godere del successo.

Come fare questo? Accrescendo la visibilità: ecco spiegato il Sanremo Giovani in prima serata e le presentazioni pomeridiane (e le comparsate in radio); ecco spiegata la scelta di due conduttori iconici, Rovazzi e Baudo, tali da unire e cogliere due tipi di pubblico completamente differenti (ne ho parlato in qualche puntata fa dedicata al tema dell’equilibrio); ecco spiegata la scelta del “lanciare direttamente” i vincitori del Sanremo Giovani insieme ai big, per concedere loro lo stesso spazio e la stessa visibilità (anzi, forse una visibilità più grande dettata dalla curiosità, anche se questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio: lo scopriremo solo vivendo, e molto dipenderà dai brani, dagli artisti e dall’effetto sul pubblico).

Soltanto un cantautore che non dimentica le sue origini, che è stato giovane e ha dovuto lottare per il suo status di essere giovane artista alla ricerca della propria strada, poteva cercare una strada differente da quella intrapresa dai suoi predecessori. La motivazione di Claudio è stata oggi formalizzata, stesa in forma scritta, ufficializzata e resa pubblica durante la conferenza di presentazione del Sanremo Giovani che esordirà domani sera in prima serata, e successivamente su una nota Facebook. Nella quale tra l’altro è stata presentata un’altra importante novità di questa particolare edizione del Festival, ossia Sanremo Giovani Mondo, anch’esso nato dall’intuizione e dall’esperienza del nostro Claudio, ossia la sua esperienza in Polonia prima del successo di Questo piccolo grande amore.

Fate buon viaggio, ragazzi.

Che la musica sia con voi.

Un augurio straordinariamente semplice ed efficace per i giovani quello di Claudio, SOLO per loro. Questo Natale si colorerà per la Rai e per il pubblico italiano ANCHE di giovani artisti e musicisti, a cui non viene dedicato un talent per formarsi (o per far finta di formarsi, come accade molto spesso nei talent, che sono fenomeni molto più di spettacolo che di formazione), ma viene dedicato un interno palcoscenico. La formazione avviene lì, sul palcoscenico. Come si è formata la generazione di Claudio. In una società in cui la musica dal vivo è sempre più rara nei modi e negli spazi, e in cui i palcoscenici virtuali e finiti proliferano (si pensi al web), con il rischio di poca, pochissima e bassissima visibilità, questo palcoscenico è completamente diverso dagli altri.

E cosi, anche un vecchio monumento da museo come Claudio Baglioni riesce non solo ad avere un’idea diversa ed innovativa, ma anche a concretizzarla. “Il Festival di Sanremo è il Colosseo della Musica”, ha detto Claudio Baglioni oggi: curioso che proprio oggi il Colosseo sia stato dichiarato da TripAdvisor come l’attrazione più popolare in tutto il mondo, un monumento con quasi 2000 anni di storia. Un curioso richiamo all’importanza dei monumenti che hanno ancora fascino, nonostante l’età (un po’ come l’Arena di Verona, che con Claudio tra l’altro ha assunto un significato nuovo nonostante la sua età un po’ “avanzata”).

In bocca al lupo a Claudio, allo staff (Rovazzi e Baudo su tutti), ma soprattutto a tutti i giovani che devono essere protagonisti assoluti di questo Sanremo. Vedremo Claudio? Sicuro non tanto, forse non lo vedremo neanche. Ma questa volta è davvero l’ultima delle cose che contano. La sua testa e le sue idee sono lì, sotto gli occhi e sotto i fari del pubblico italiano. E ci auguriamo che tra questo pubblico ci siano tantissimi giovani, soprattutto dopo gli ultimi attacchi alla trap (e, sì, perché no, mi auguro che ci siano anche dei bei brani trap – confesso, non ho ancora ascoltato un brano -, proprio perché la trap, come tutti gli altri generi, ha brani belli e brani brutti, brani intelligenti e brani idioti).

Il segno del cambiamento c’è, ed è tutto nelle parole dette oggi alla Conferenza stampa da Fabio Rovazzi, conduttore “giovane tra i giovani” che è emozionato esattamente come i giovani concorrenti (anzi, forse più di loro, visto che comunque è già affermato, e quindi potrebbe “rischiare” qualcosa), e da Pippo Baudo, che ha dichiarato di volersi soltanto divertire, dopo le conduzioni plurime di Sanremo e di ogni tipo di trasmissione targata Rai.

Emozione e divertimento: ci auguriamo che Sanremo Giovani rappresenti e incarni proprio questo binomio.

E ora, voce alla mejo gioventù: è ora che parli la musica. Che, non dimentichiamocelo, sarà sempre #alcentro. Ma su questo, noi baglioniani (soprattutto in questo 2018) non abbiamo più alcun dubbio.

Luca

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

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