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Il SanremoBis di Claudio Baglioni suona la sua carica!

Il vecchio, il vituperato, quello di plastica, il noioso e il melenso; il politicaly correct, il leccoso, il Fazioso e l’arricchito… Proprio lui…ce l’ha fatta. Contro ogni previsione. Contro i soloni che “ma sa fare solo canzoni d’amore”, oppure “con tutti quei lifting manco riuscirà a sorridere”. Con tutti quelli che “ma un cantante non può giudicare gli altri cantanti”, no, perché in effetti i cantanti li deve giudicare un parrucchiere… Contro quelli che “Sanremo è tutta una mafia”, ma che la mafia vera non sanno neanche che cos’è… Contro quelli del “non ce la farà mai”, eppure ce l’ha fatta. Sanremo ha toccato ascolti alti, anzi, altissimi, i più alti degli ultimi anni (e Sanremo, checché se ne dica, è televisione, per cui gli ascolti contano, eccome se contano!); ma soprattutto è arrivata una svolta, un’impronta. Soltanto un autore riesce a dare una sua impronta, particolare e unica. E un autore che riesce a dare la sua impronta all’interno di meccanismi commerciali e vincolanti come quelli dell’industria televisiva italiana, è un autore capace di muoversi in equilibrio tra arte (popolare) e commercio, tra intenti economici (alla fine è un professionista) e intenti plastici: in poche parole, che sa lavorare nei complessi meccanismi dell’industria culturale, appunto, in bilico tra industria e cultura (e nella cultura c’è anche l’arte).

L’arte non è per pochi, non credete a quelli che lo affermano. O meglio, non lo è da tempo. Non lo era, pensate, neanche nel Medioevo, quando l’arte letteraria e perfino quella pittorica venivano mediate, per la povera gente analfabeta e totalmente ignorante, dai cosiddetti mediatori culturali, figure che facevano da tramite tra i magister attivi nelle università o nelle scuole capitolari di impronta scolastica, con la povera gente analfabeta. Oggi l’arte pop ha la funzione di essere tutta un grande e immenso mediatore culturale: non referenziale e fine a sé stessa, ma tramite, collante e collegamento tra la gente (TUTTA la gente) e l’arte alta, che non è l’Arte vera, ma è solo diversa. E Sanremo è uno dei paradigmi più popular del nostro paese. Popular nel senso più bello del termine: nel senso di popolare, e non populista; nel senso di per tutti, e non per qualcuno che parla a nome di tutti-e gli altri gli vanno dietro.

SanremoBis di Claudio suona la carica, e sta per bucare gli schermi delle migliaia di case… Perché tra dirette, RayPlay, spezzoni, commenti, social e chi più ne ha più ne metta, il Festival raggiunge gli schermi davvero di tanti italiani tra tv, pc, smartphone e tablet, anzi, spesso anche fuori dai confini nazionali. Orgoglio? Forse no. Identità? Senza dubbio. Per questo il dirottatore ha voluto dare e al contempo offrire uno sguardo ampio e ricco sulla musica italiana dell’OGGI. A TUTTA la musica popular italiana: tutti ci si devono in qualche modo poter riconoscere. Tranne forse quei soloni della Cultura Alta, che si rintanano nelle loro stanze d’avorio, ma poi di nascosto con l’auricolare ascoltano anche Tiziano Ferro, oppure perfino Claudio Baglioni. Certo, non avremo un Fabrizio De André, o forse neanche un Giorgio Gaber, ma abbiamo i figli del nostro tempo: siamo sicuri che il nostro tempo “popular” abbia i fermenti e gli stimoli culturali giusti per far nascere un De André o un Gaber? Io non ne sarei così sicuro.

SanremoBis suona la carica, con l’entusiasmo di un ventaglio musicale di proposte che si anticipano come varie e fresche, abbattendo e completando un percorso di svecchiamento del materiale che approda al Festival, che va avanti almeno dai primi anni Novanta, e che ha raggiunto con la vittoria di Vecchioni lo scopo di avvicinare il polo del pop perfino con la togata canzone d’autore, dietro cui la finta cultura alta (forse ancora peggio della cultura alta vera e propria) si nasconde come dietro ad una barriera (ma chi, proprio quel Vecchioni che “incarnerebbe” la presunta cultura alta? Lo stesso che ha duettato con Al Bano l’altro ieri sera nello speciale dedicato? – Che poi, niente contro Vecchioni, anzi: senza dubbio è tra i cantautori più grandi e più colti della nostra tradizione. Qualcosa contro i soloni, questo sì).

SanremoBis suona la sua carica con l’ironia, apprezzata da alcuni, e da tanti altri meno. Posso testimoniare di una persona che mi ha confidato: “Non ho mai amato Baglioni, ma dopo la pubblicità in cui cade dalle scale, ho proprio iniziato ad odiarlo”. Che poi, il perché non lo si sa. Aldilà del sindacabile gusto, che quello è sempre sindacabile.

SanremoBis suona la sua carica con un’ondata di soprese: noi che conosciamo il mestiere di Claudio (craft direbbero gli inglesi, parola che oltre a mestiere significa proprio anche lavoro artigianale, significato che nell’italiano mestiere oggi si è un po’ perso), ne siamo convinti, che non assisteremo ad una copia dello scorso anno. Claudio non ha manco mai copiato i tour (ok, negli ultimi anni un po’ le scalette, quelle sì, ma mai l’impostazione del tour), figuriamoci due Festival un anno dietro l’altro. Poi chi si aspettava lo scorso anno BaglionOne, il monologo di Favino, Mio fratello che guardi il mondo, il monologo sulle canzoni “coriandoli d’infinito”….e perfino Heidi….per limitarmi a momenti diversissimi tra loro, ma “sorprendenti” nella loro diversità.

SanremoBis suona la sua carica con una massa di super-ospiti (il meglio del pop attuale italiano), con il suo palco stratoscopico, stratosferico e straboscopico, con le sue luci che stanno già girando per provarsi, con il suo direttore-dirottatore troppo impegnato (e sicuramente agitato) nel dirigere il tutto per poter partecipare ad una cerimonia per ricevere un premio….

Insomma….Sanremobis suona la sua carica…. E noi, siamo pronti a suonare la nostra?

Luca

Luca Bertoloni

Nato a Pavia nel 1987, professore di Lettere presso le scuole medie e superiori, maestro di scuola materna di musica e teatro e educatore presso gli oratori; svolge attività di ricerca scientifica in ambito linguistico, sociolinguistico, semiotico e mediologico; suona nel gruppo pop pavese Fuori Target, per cui scrive i brani e cura gli arrangiamenti, e coordina sempre a Pavia la compagnia teatrale amatoriale I Balabiut; è inoltre volontario presso l’oratorio Santa Maria di Caravaggio (Pv), dove svolge diverse attività che spaziano dal coro all’animazione.

6 Commenti

  1. Forse tu Claudio non vedrai l’ora che finisca , ma io non vedo l’ora che inizi e ormai ci siamo … forse sarai agitato ma stupisci ancora per la calma che dimostri nonostante la responsabilità che ti sei preso , ti ammiro perché sei l’uomo del cambiamento che ha saputo trasformare un San Remo un po’ vecchiotto nell’ evento dell’anno . Sei un artista del bello a tutto tondo . Vai Claudio ❤ noi i tuoi fans siamo con te

  2. Carissimo Claudio il tuo animo buono si riviste in tutte le tue canzoni. Grazie non scoraggiarti, vai avanti, sei davvero un grande

  3. Claudio non ha mai sbagliato un colpo, anche nei momenti di difficoltà ha sempre tenuto alto il suo valore, con ESTREMO garbo ed educazione. Un Signore ed un Eccelso Artista.
    Sono di parte, ma non ottusa da non riconoscere i meriti e la professionalità… da qualunque parte essi provengano.
    Avanti tutta Claudio!

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