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#Sanremo2019 Non è un flop ma…

Sanremo, ascolti in calo. Non è un flop ma è caccia alle cause della flessione
Oltre un milione e mezzo di spettatori in meno, giù di due punti di share. La prima serata è stata vista in media da 10 milioni, un milione e mezzo in meno del 2018

Oltre un milione e mezzo di spettatori in meno, giù di due punti di share. Baglioni non supera se stesso, anzi un po’ flette e l’esordio-kolossal del festival, quattro ore e mezzo di spettacolo, porta a casa un risultato nobile ma non fa il boom e perde peso rispetto all’edizione 2018. Viene da pensare alla durata come prima ragione, probabilmente per il pubblico è una prova dura resistere fino a notte inoltrata. Ma forse è più nei contenuti extra, come quando acquisti un Blu Ray, che il debutto dell’edizione 69 ha lasciato perplesso chi cercava l’intrattenimento, l’idea, lo show.

La prima serata del festival di Sanremo è stata infatti vista da 10.086.000 di spettatori con il 49,5% di share. Un milione e seicentomila in meno del 2018 che ebbe il traino della performance di Fiorello. La prima parte della serata (dalle 21.16 alle 23.56) ha avuto 12 milioni 282 mila spettatori pari al 49.4%; la seconda (dalle 00.01 all’1.14) ha fatto segnare 5 milioni 120 mila con il 50.1%. Lo scorso anno la media della prima serata della kermesse era stata di 11.603.000 telespettatori e del 52,1% di share con una prima parte della serata vista da 13 milioni 776 mila con il 51.4% e la seconda parte da 6 milioni 619 mila con il 55.3%. Gli ascolti di ieri sono analoghi a quelli dell’esordio del Carlo Conti bis del 2016, quando la media della prima serata del festival fu di 11.134.000 telespettatori con il 49,48% di share.

Baglioni ha rivendicato e messo in pratica la centralità della musica e questo è stato il suo grande merito, la sua “rivoluzione”, restituire il festival alla sua natura originaria sfrondandolo di tutto ciò che ormai l’aveva trasformato in uno show televisivo con gli artisti in gara a fare da accessorio. Ma se gli artisti in gara sono, come quest’anno, 24, si sfronda pure troppo. E così, si viene colti quasi di sorpresa quando, dopo l’intro dei conduttori, viene chiamato subito in scena il primo cantante, Francesco Renga. Abituati come eravamo al superospite, al mattatore alla Fiorello che faceva subito schizzare verso l’alto l’adrenalina dello spettatore. Così come suona strano vedere Virginia Raffaele, con tutte le sue qualità, relegata al ruolo di brava presentatrice. Perché brava lo è sempre, ma lo è di più se fa le cose per cui la consideriamo fichissima. Invece l’hanno disinnescata. Della Carla Fracci rimbambita, di Belen con tutti i suoi tic, della ragazzaccia che ti sfotte e non te ne accorgi non c’è traccia. Che peccato. Lo stesso valga per Bisio. Che da veterano del palco sa salvare situazioni, inventare momenti, portare a casa il risultato con eleganza e leggerezza. Ma non vogliamo credere che le sue cartucce siano quattro battute sulle canzoni “sovversive” di Baglioni, utili solo a chiedere ancora una volta di non parlare più delle polemiche sui migranti (che hanno stufato chiunque).

Le emozioni non sono mancate, sui social in molti hanno seguito col batticuore il momento Bocelli, con il passaggio di consegne padre-figlio e quel simbolico giubbino in pelle che il grande artista ha affidato al giovane come portafortuna. Un passaggio che è un po’ anche quello tentato dal festival di Baglioni, ma con un esito forse diverso: il pubblico del festival era davvero pronto a una commistione di generi tanto forte, come quella presente in questa edizione? A quale pubblico parla un festival che mette in gara insieme la tradizione sanremese di una Anna Tatangelo, l’iper-pop televisivo di Irama, la cifra di esportabilità internazionale del Volo, e artisti indipendenti, di una qualità poco frequentata dal pubblico generalista, come Ex-Otago o The Zen Circus per citarne solo un paio? Chi c’era ieri sera davanti alla tv? Forse, invece di raggruppare pubblico di diverso genere, il festival ha ottenuto l’effetto di parcellizzare. Ognuno s’è guardato chi gli piaceva, poi basta. La signora che ha apprezzato – sotto vari punti di vista – Francesco Renga, avrà seguito con la stessa attenzione Achille Lauro?

Detto questo, non si parla certo di un flop. E siamo solo al primo appuntamento. Che è quello che dovrebbe partire col botto, ma pure quello che aiuta a prendere le misure. La festa è appena cominciata.

Fonte La Repubblica, firma di Alessandra Vitali

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4 Commenti

  1. E dire che quello del 2018 preparato di corsa con un Claudio tristissimo è stato immenso,questo studiato e preparato con un Claudio più rilassato ha preso una brutta piega secondo me dal momento della conferenza stampa,troppe polemiche:politica ,striscia,han tolto quel buon umore che contraddistingue Claudio.i due compagni di viaggio Bisio e Raffaele con il freno tirato e Claudio poco coinvolto e con gag ai limiti del ridicolo.Spero nel recupero correggendo il tiro in corsa ma chi ieri sbadigliava e criticava questa sera nn lo guarderà e se gli ascolti scendono ancora sono guai.
    Coraggio Cla sabato finisce.

  2. Direi che fosse nell’aria. Ripetere il successo dell’anno scorso credo fosse francamente complicato. Anche perchè nel 2018 c’era la curiosità sulla conduzione di Claudio e di cosa avrebbe fatto. E poi un anno fa è stata azzeccata la prima serata con Fiorello. E quella ha fatto da traino alle altre. Sbagliare la prima vuole dire probabilmente attirare ancora meno spettatori nelle seguenti. Però ci sta. Tra l’altro, molte canzoni sono sicuramente poco godibili per un pubblico maturo, ma qui credo che la scelta di Baglioni sia stata coraggiosa come poche altre. Portare nuove generazioni su un palco che ha sempre visto la parte “commerciale” della musica italiana. Bisio e Raffaele poco incisivi. Poco divertenti. Chissà se accadrà qualcosa che farà cambiare opinione. Staremo a vedere.

  3. Ciao, la lunghezza della serata è stata sicuramente una pecca.
    Claudio poi, è meno presente e meno in gioco rispetto allo scorso anno .
    Bisio e Raffaele ” abbottonati” e meno sciolti rispetto ai precedenti Hunziker e Favino.
    E poi ….La pubblicità. …Un delirio! !!
    Comunque sia….In bocca al lupo Capitano Claudio …Non sarà Sanremo a scalfire la tua grandezza

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