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@ClaudioBaglioni parla del suo Sanremo a Sorrisi

CLAUDIO BAGLIONI COMMENTA PER SORRISI IL SUO FESTIVAL: «NEL PROSSIMO POTREI ESSERE… AGGRESSORE ARTISTICO»

Così ho costruito la grande armonia

Siamo alla fine del Festival di Sanremo e il direttore artistico Claudio Baglioni parla solo con Sorrisi. Il bis gli era stato chiesto il giorno dopo la fine dell’edizione dello scorso anno, con un grande mazzo di rose rosse.

«Un mazzolon di fiori» scherza lui. E dopo aver detto di no per quattro volte ha accettato per senso di responsabilità: «Non mi piaceva che si pensasse: “Ci ha provato una volta, gli ha detto bene, ha vinto e se ne è andato portando via tutta la posta”.

Mi sono detto: “Errare è umano, perseverare è artistico”. E così mi sono ritrovato ancora a cimentarmi con la cosa più difficile della mia vita. Ho pensato che il cammino non fosse proprio finito e che si potesse fare una seconda edizione, andando a creare ancora di più il connubio tra innovazione e tradizione. E poi, come per il Gran premio della montagna, una volta che tagli il traguardo ti dimentichi le salite e ricordi solo le discese».

Ed eccolo qua, un anno dopo, con il suo secondo Sanremo ormai alle spalle. «Sarà il Festival dell’armonia» aveva promesso alla vigilia di questa 69ª edizione. «Lo stesso numero 69 mi ricorda il simbolo cinese dello Yin e dello Yang dove gli opposti si incontrano. L’idea è di composizione, di armonizzazione di mondi diversi, sia dal punto di vista musicale che da dello spettacolo».

E non c’è dubbio che dal punto di vista degli artisti in gara ci sia riuscito, con un cast che ha messo insieme cantanti affermati e giovani leve, artisti indipendenti e nomi più popolari.

«Nella scelta del cast ho la coscienza a posto, con la commissione selezionatrice abbiamo scelto le 24 proposte su circa 400, con l’idea di offrire una fotografia reale del panorama musicale contemporaneo. Il risultato? Mi sono fatto 24 amici e 376 artisti che se potessero ammazzarmi lo farebbero (ride)! Anche perché faccio pure il loro mestiere…».

È stato in fondo un Festival simile a quello dello scorso anno, un Festival che Baglioni definisce «popolar-nazionale». «L’internazionalità è già nel nome di Sanremo, che è conosciuto in tutto il mondo, e nel fatto che ospiti come Andrea Bocelli, Riccardo Cocciante o Eros Ramazzotti siano artisti internazionali a tutti gli effetti».

Sul palco, con lui, i compagni di viaggio Claudio Bisio e Virginia Raffaele: «L’anno scorso avevo finito tutta la mia dose di autoironia e mi sono detto: “Devo trovare due che si prendano sulle spalle la leggerezza, la voglia di intrattenere e la voglia di appassionare”.

E così è stato. Sono due talenti incredibili». Quanto agli ascolti, sono stati ottimi nonostante non si sia ripetuto l’exploit del 2018.

Di una cosa il “dirottatore artistico”, come lui stesso si è definito, è particolarmente soddisfatto: «Il dirottamento è andato anche verso l’affetto del pubblico più giovane. Nella terza serata l’età media dei cantanti in gara che si sono esibiti era di 37 anni. Una cosa sorprendente per Sanremo, e mi piace pensare che “i piccoli telespettatori crescono”.

È come se fossimo andati a fare un po’ di legna, che sarà una buona sostanza per la televisione futura».

Una delle cose più difficili del lavoro del direttore artistico? Convincere gli artisti a salire sul palco dell’Ariston: «Sembra stregato» scherza lui. «Non sa quanti mostri sacri, tra cantanti, comici, attori e performer vari, rifuggono da quel palcoscenico: “Sanremo? Ma che sei matto?” mi sono sentito dire più di una volta».

E allora, la fatidica domanda: sarebbe disposto a fare il Festival anche il prossimo anno?

«Sarà la 70ª edizione e potrei fare, dopo il dittatore e il dirottatore, l’aggressore artistico. È un impegno grande, perché bisogna sempre dimostrare di poter fare di più e diversamente.

Un po’ di voglia ci potrebbe essere. Ma dopo 50 anni di carriera, mi piacerebbe potermi dedicare alle cose che mi riguardano e farmi un po’ meno nemici: fare ancora una volta il direttore artistico significherebbe avere addosso 350 macumbe di altri artisti che non arrivano all’Ariston».

Tante bellissime foto nel backstage nel numero speciale di TV SORRISI E CANZONI del giorno 11 Febbraio 2019

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

3 Commenti

  1. Io invece la penso come lui .Cioe perché dargliela vinta a chi dice malignita contro di lui ‘! Dicono anche che il Festival è andato male , invece finalmente lo hanno visto in tanti e sono cambiate le generazioni.pou giovani insomma sei stato bravissimo ! Quindi io lo rifarei senza fargli del male al ns Claudio !!! Io penso che lo rifarà ! Speriamo

  2. Grazie Claudio per quanto sei riuscito a fare, finalmente la musica è stata la principale ospite. Quest’anno nel festival ho trovato qualità in tanti artisti e non si possono far vincere tutti, credo in oltre che ci siano grosse possibilità all’eurofestival

  3. Claudio baglioni sei un grande ma nn lo fare più Sanremo che te ne frega tu hai dato il massimo la tua signorilita la tua gentilezza la tua pazienza e la tua onesta però troppe polemiche x chi ha vinto Sanremo io di quelle sono io ho speso i soldi x votare poi i nostri voti ribaltati cosa è successo?

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