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Breve riflessione al volo su “Fammi andar via”

“Non ci ameremo più qui ma attraverso
ciò che in altri giorni avremo perso
e nei ritorni della gelosia…”

Facendo zapping su YouTube ho ritrovato questa sublime interpretazione di “Fammi andar via”, per chi la conosce non c’è bisogno di aggiungere altro…

Per chi invece non l’ha mai ascoltata c’è da dire che forse non è mai stata scritta un’altra canzone d’amore così struggente: versi che si susseguono come in un fiume, vocaboli e aggettivi presi in prestito dal lessico medico, giudiziario e religioso (per meglio rendere il sentimento dell’agonia di un amore), che si dipanano su un tappeto martellante di tamburi (a tempo dei battiti del cuore), sotto il quale scorre un arrangiamento musicale volutamente molto delicato per dar maggior attenzione alle parole.

Il naufragio di una storia d’amore visto come una condanna a morte, in cui forse i due protagonisti sono in realtà innocenti, colpevoli solo di non riuscire più a stare insieme nonostante l’amore che ancora li lega. E allora desiderio di taglio netto, eutanasia dei sentimenti solo per attutire la sofferenza, e allo stesso tempo, volontà di trattenere la persona amata, con la consapevolezza che nonostante tutto, una parte dell’uno continuerà comunque ad appartenere all’altra e viceversa. E allora, per i due innamorati non resta altro che potersi continuare ad amare nella loro immaginazione, nel nostalgico ricordo del passato, negli attimi perduti che non hanno avuto un futuro, nei momenti della gelosia, in cui tutto l’amore soffocato tornerà di nuovo a galla.

Katia Picano

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The Godfather

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4 Commenti

  1. Mi è sempre piaciuto pensare che esistesse un filo conduttore nel tempo e nei sentimenti tra tre, forse le più belle in assoluto, canzoni.

    Mille giorni di te e di me
    Fammi andar via
    Tutto in un abbraccio

  2. Nel 96 ero in fila 0 al palaeur e quindi potei godere appieno dell’interpretazione di questo brano. Un monumento. Come ho già avuto modo di scrivere, secondo me, si tratta del pezzo più bello scritto da Claudio. Ovviamente è autobiografico e la struggenza è quindi reale, palpabile ad ogni parola, ad ogni accordo. ” perdonati questa vigliaccheria” è una preghiera che neanche in testi sacri è rintracciabile.

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