Resoconti

La storia di Katia accanto a Claudio Baglioni

Io, nata nel ’69; tu, solo un ragazzo allora, sguardo intenso e malinconico, chitarra in spalla e tanta voglia di farti conoscere; e la tua musica… che iniziai ad ascoltare in quel lontano e fortunato 1972, avevo 3 anni e mi incantavo davanti al mangiadischi color arancione di mia sorella, mentre insieme alle note di “Questo piccolo grande amore” uscivano quelle di “Porta Portese”…

Mi piaceva da matti il suo allegro ritornello e lo cantavo pure, mi viene da sorridere quando ci penso.

Un’altra immagine che mi torna in mente, un anno in più e una casa che sognavo di raggiungere, nel vento, senza problemi, in fondo bastavano un paio d’ali e una bacchetta magica…

Eravamo tanto piccoli qui e forse anche un po’ cretini, come dici sempre tu scherzandoci sopra, ma caro il mio Claudio, non eravamo che alle prime righe…

Col passare del tempo ho poi imparato ad amare ancora di più la tua poesia e la tua voce, la sola che è sempre riuscita a catturare, riempire e far vibrare il mio cuore… la mia dolce e inseparabile compagna in un viaggio senza soste, attraverso giorni limpidi e felici, altri più cupi e burrascosi ed altri “…di neve” (una canzone che è un dipinto dell’anima, di quella e di ogni ragazzina che si appresta a sbocciare alla vita)

…Fino a “Strada facendo”, il primo disco, in vinile, che acquistai con i soldi delle mie mancette… E avvenne che proprio lungo una di quelle vie ti feci la mia promessa di eterna fedeltà, che divenne giuramento in un pomeriggio di giugno, nell’85…

“La vita è adesso”, non solo un album, tanto ricco di bellezza che ancora oggi quando finisco di ascoltarlo un po’ mi dispiace, non una semplice canzone, ma un credo, una formula da ripetere all’infinito, “per ritrovar te stesso…” Il disco che più di ogni altro mi riporta alle emozioni di allora: i momenti spensierati dell’adolescenza, i ricordi della scuola, la gioia di poter condividere con alcune compagne la mia passione, e ancora… quei diari così ‘gonfi’ di te, i tuoi poster alle pareti in camera mia e accanto, uno specchietto, regalatomi da una di loro, con la tua immagine e i tuoi primi capelli corti… sapessi le lacrime che ho versato la mattina in cui, mentre lo spolveravo, si staccò dal chiodo e mi cadde sul pavimento, andando in frantumi… però il tempo si sa aggiusta tutto e recentemente ne ho trovato e comprato uno uguale… una piccola storia, ma tanto importante per me e ci tenevo a raccontartela, in questa storia…

Un passo dopo l’altro e arriviamo alla data fatidica del 1 marzo 1992, quando finalmente ti ho visto e vissuto “Oltre il concerto”, qui a Verona, al Palasport, nella prima fantastica e indimenticabile notte di note…
Avrei mille altre cose da dirti, ma per ora mi fermo qui, ci saranno altre occasioni in futuro. Continuerò a seguire la tua scia di luce, in attesa di un album che dal titolo promette meraviglie e “canzoni di stelle…” e di ritrovarti il prossimo settembre, in Arena, se tutto andrà come si spera… Sarò lì col mio gruppo di fate, tutte baglioncine e rimbaglionite… e questa volta vero che la facciamo la foto insieme?

Grazie e ancora grazie Claudio, per tutto quello che hai saputo regalarmi fin qui, e anche se so che lo sai già, non posso non dirtelo… ti voglio bene!

Katia

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