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Claudio Baglioni nella stanza delle anime

Ci si sente nel paese degli orologiai; appena al limite, sul ciglio del firmamento.
E abbiamo tutti la speranza che ci tocchi almeno il vento, o qualcos’altro di conveniente per il cuore.
Ascoltiamo “In questa storia che è la mia” e capiamo che qualcuno ci ha infilati in un’anfora di porcellana per tenerci sempre in allarme, per non farci lasciare nessun segno. Capiamo che siamo frammenti in una tempesta, e che non sappiamo trovare sosta.

È tutto irrimediabile, uno spaesamento.

Stiamo vivendo una mattanza, sta affondando anche la punta della nave.

E allora c’è la necessità di sgusciare fuori, di non commettere l’assenza. C’è la voglia di legarsi a una qualsiasi vena dell’aria, che venga da Dio o da un bacio.

Claudio ce lo dice che il nostro tempo è in bancarotta, che non abbiamo grazia neanche nei propositi; che si è tutto raggrinzato sotto la fame insaziabile della modernità. E allora tornano le corone d’oro negli occhi, la semplicità degli abbracci, il roco richiamo del cuore quando soffre.

E ad ascoltarlo ci passiamo il dito nelle labbra pensando ai baci perduti; pensando a come li avevamo sentiti quei baci.

È tutto in trasparenza, e sappiamo che siamo la parte buona di questo crimine. Sappiamo che hanno provato a confonderci con migliaia di lucciole velenose, che ci hanno detto che stavamo per diventare insanabili.

Claudio ci ha voluti avvisare che quel racconto era inverosimile, che ci sarebbe bastato chiudere gli occhi per capire la differenza tra i loro continui spaventi e i nostri sogni. Ci ha dato conforto, tenuto la mano per non farci svegliare di soprassalto. Ci ha chiesto di fidarci ancora di lui, che aveva scomposto in granelli la vita e nel mezzo vi aveva trovato un luogo per farci ritrovare. Che aveva provveduto a gettare via il disdoro della nostra perdizione, delle nostre indifferenze.

Claudio ha guardato dentro alla sua memoria, andando su e giù per le scale dei suoi anni, per toglierci dalla letargia.

Claudio ha operato nelle stanze delle anime: le ha imporporate di fuoco, fatte diventare l’antiluce; ha voluto essere sicuro che fossero purissime prima di assegnarci le loro intenzioni.

Claudio ci ha portati in una terra straniera, sentimentale delicata e dolce; ci ha spiegato come farci toccare d’ora in poi il cuore, come farcelo lavare. Ha aperto la sua casa e ci ha stretti nelle sue braccia.

Michele Caccamo

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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