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Claudio Baglioni: “Ogni sera è una nuova emozione”

Stasera al Carlo Felice di Genova, il cantautore romano presenta il suo live

Claudio Baglioni

Oggi in concerto a Genova

“Ogni sera è una nuova emozione”

Stasera al Carlo Felice il cantautore romano presenta il suo live “Dodici Note Solo” “È il capitolo più appassionante, esclusivo e unico della mia carriera”

«Aveva ragione quel filosofo che sosteneva che la vita, senza musica, sarebbe un errore. La ripartenza del nostro Paese, allora, significa anche rimediare a questo errore per ritrovarsi e ritrovarci, grazie all’energia del più potente social network della storia dell’umanità: la musica».

Parola di Claudio Baglioni, che sintetizza così, non privo di passione ed entusiasmo, il ritorno ai concerti ‘in presenza’. Il suo nuovo tour, “Dodici Note Solo” – che ha debuttato lo scorso 24 gennaio dal Teatro dell’Opera di Roma e definito ‘il più appassionante, esclusivo e unico della sua altisonante carriera’ – procede infatti a pieno ritmo, praticamente una data dopo l’altra, e ha aggiunto nuovi appuntamenti live, portando così a 71 le esibizioni del popolare cantautore sui palchi dei teatri lirici e di tradizione più prestigiosi del Belpaese.

Settantuno come gli anni che compirà il 16 maggio e che, guarda caso, collima con la data conclusiva della tournée al San Carlo di Napoli.

Questa sera approda a Genova al teatro Carlo Felice: in scena solo lui al pianoforte, la sua inconfondibile voce, vari strumenti e le composizioni più preziose del suo repertorio, per raccontarsi in musica e parole.

Baglioni, esattamente un anno fa, lei portava sul web un suo spettacolo in streaming: sul palco orchestra, coristi e ballerini ma senza pubblico. Adesso è l’opposto, con Lei one man band e la capienza tornata al 100%.

«Me lo sono chiesto spesso: Come sarà. Erano tre anni che non facevo concerti live e davvero ho dovuto re-imparare a fare certe cose. La tensione, l’ansia, penso siano normali: il concerto da solo richiede sfumature, specialmente nei teatri, luoghi che si perdono un po’ quando si suona con tanti strumentisti, con grandi volumi, quindi ho dovuto ritrovare la concentrazione e la manualità necessarie per un concerto solistico, ho provato molto da solo. Ma l’emozione di esibirmi alla presenza del pubblico è stata la sorpresa più grande e questo non era prevedibile, tanto più che questi recital solitari li faccio ogni dozzina d’anni, circa».

Sembra quasi una sfida con se stesso, si è messo sotto esame?

«Alla fine il vero esame è quello di ogni sera, del debutto. Per me sono tutti debutti, ogni sera un teatro diverso proprio perché non ci fosse questa sensazione della replica, principalmente per me stesso. E’ una scelta voluta, proprio perché questo contatto diretto, quasi fisico, materiale, solido e intimo con la musica è un bisogno autentico».

Ci racconti la serata, il palco che farà suo.

«Ho preso un pianoforte e l’ho diviso in tre, alla fine sono diventate tre tastiere, una delle quali è un pianoforte digitale-acustico, le altre due si avvalgono di un’effettistica. Ho composto il palco in una dimensione spazio-temporale in cui i tre strumenti, oltre alle sonorità differenti, rappresentano anche i tre momenti dell’esistenza: il passato, il presente e l’ipotetico futuro. Porto in scena da solo un’orchestrazione fatta quasi di stati d’animo, riverberazioni e aggiunte per un format che precederà il Dodici note tutti in estate, quindi con una grande orchestra, un coro lirico, la mia band e altri solisti. Due estremi, insomma».

Che canzoni farà? Si dice che il recital duri oltre due ore e mezza, senza pause.

«Ebbene si. Ci saranno pezzi che sicuramente rimangono in un calendario oramai distante e altri che hanno avuto il passaporto del tempo e sono di nuovo attuali. Altri ancora che invece sono molto meno usuali nei miei repertori. Ci sono canzoni che io amo in maniera particolare, anche piuttosto complesse come Fammi andar via o Un po’ di più, canzoni fondamentali e popolari, però gran parte del repertorio va a pescare in tempi vicini e lontani con canzoni come Amori in corso, mentre dell’ultimo album che è In questa storia che è la mia ci sono cinque o sei titoli. Come dicevo, ho scelto di narrare questo tempo lungo attraverso tre stazioni: quella del passato, del presente e del futuro. La scelta è stata tra brani noti e altri di ‘seconda fila’, ovvero quelli che ritengo tra le cose migliori che ho fatto. Li snocciolo un po’ come in un calendario al contrario, un orologio che le lancette le porta indietro».

Lucia Marchiò per La Repubblica di Genova del 28 marzo 2022

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The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

2 Commenti

  1. Una serata splendida! Avevo deciso di fare tante foto e video, ma…. inizia la serata, il “nostro” Maestro inizia a cantare ed io vengo travolta dall’ incanto e decido di godermi il concerto, unico ed irripetibile. Sulle onde della Sua musica, cantando le Sue canzoni, faccio un meraviglioso viaggio, che alterna i miei anni più belli alla mia maturità.
    Grazie Maestro, uomo di varie eta’, grazie per aver accompagnato, e grazie di continuare a farlo, il mio cammino.
    Maestro, grazie alle Sue canzoni, la mia vita ha avuto, ha ed avrà una splendida colonna sonora.
    Grazie di esistere, e mi raccomando…. “.. non cambiare mai e abbi cura di te”.
    Grazie di

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