Dodici NoteStampa

Claudio Baglioni: show kolossal alle Terme di Caracalla

Venerdì il primo dei 12 concerti del tour «Dodici note – Tutti su!» con 12 persone sul palco. Il cantautore apre la stagione estiva dell’Opera di Roma

Claudio Baglioni ha accarezzato un sogno per 23 anni. «Quando vidi Vangelis suonare a Caracalla dissi a me stesso: prima o poi vorrei cantare anche io qui — ricorda il cantautore prima di salire sul palco per l’apertura del nuovo tour —. Ne ho fatte di tutti i colori, ovunque, ma soprattutto a Roma. Mi sono esibito nella piazza del quartiere dove sono cresciuto, Centocelle, negli ospedali e nelle carceri, sono arrivato fino a piazza san Pietro, nei grandi stadi, sui tram e sui camion…».

Adesso ha realizzato anche questo desiderio: venerdì ha aperto la stagione estiva del teatro dell’Opera di Roma (ed è la prima volta che l’inugurazione viene affidata a un artista pop) a Caracalla con il primo dei 12 concerti del tour «Dodici note – Tutti su!» (fino al 19 giugno per un totale di 50 mila spettatori): 123 persone in scena fra musicisti, coristi e performer. Sul palco ci sono la band di Baglioni, formata da 16 elementi, l’Orchestra Italiana del Cinema, diretta da Danilo Minotti, e il Coro Giuseppe Verdi. La direzione artistica è firmata da Giuliano Peparini. Dopo Roma, Baglioni sarà al Teatro Greco di Siracusa (15 e 16 luglio) e all’Arena di Verona (26 e 27 luglio). Il sovrintendente dell’Opera, Francesco Giambrone, definisce Baglioni un «artista della casa». Lui scherza: «Metteremo insieme panna, prosciutto e funghi, questo è un concerto che unisce diverse discipline ma è soprattutto la musica protagonista con la sua potenza. Il tour è stato rimandato per due anni. Con il tempo si è trasformato in una forma di teatro totale e universale. Noi abbiamo due anni in più ma almeno siamo in un posto più vecchio di noi».

Nei live di questo tour Baglioni porta anche Ninna Nanna della guerra, che nel 1974 aveva inserito nell’album E tu, riprendendo una poesia di Trilussa sulla Grande Guerra. «Non parlerò di conflitti sul palco, le parole che riescono a raccontare i grandi fatti e i grandi guasti del mondo sono quelle più semplici — spiega —. Molte volte la canzone quando si avvicina a queste tematiche tende a diventare uno slogan, con frasi fatte, a volte pure strafatte. Trilussa racconta una guerra attraverso una ninna nanna, un canto di conforto e di protezione verso un bambino, eppure dicendo cose fortissime. Un testo scritto poco più di cento anni fa è ancora di un’attualità quasi feroce». Baglioni torna a parlare di «O’ Scià», la manifestazione che dal 2003 al 2012 organizzò a Lampedusa: «Era nata con poco, su una spiaggia, per porre l’attenzione sul fenomeno dell’immigrazione di cui si parlava molto poco. “O’ Scià” oggi potrebbe essere anche strumentalizzato». E per il futuro non esclude un ritorno negli stadi: «C’è l’idea di tornarci. Ci penso, sì».

Durante il live le antiche rovine di Caracalla sembrano prendere vita con le proiezioni di paesaggi al crepuscolo, alberi, sfere incandescenti, la bandiera dell’Union Jack. E c’è una navicella che sembra volarci contro, dando in realtà il via al concerto. Il palco è illuminato da luci laser, arredato con pedane bianche. In mezzo alla scena una grande cornice dalla quale entrano ed escono i protagonisti di questo show. «Dove sono stato in tutti questi anni…» canta e il palco si riempie di uomini e donne dal volto coperto, indossano larghi costumi: tute mimetiche, un lungo mantello rosso. Sono soldati, senzatetto, maghi, contorsionisti, acrobati, ballerini di flamenco e performer che raccontano le storie dietro ogni canzone. «Siete pronti a meravigliarvi e a incantarvi?» grida il cantautore. In scaletta 30 brani. In scaletta 30 brani. Baglioni imbraccia la chitarra e canta Poster, propone Buona fortuna in una versione a cappella. In «un po’ di più» i performer danzano con le scarpe rosse poggiate su vassoi d’argento e alla fine Ie mettono in cerchio su una pedana come in un rituale contro il femminicidio. Invita sul palco il figlio Giovanni, chitarrista, per Tutto l’amore che posso e Quanto ti voglio. In scaletta rivivono Amori in corso, Quante volte, Io me ne andrei, un medley con i classici come Questo piccolo grande amore, Tu, Sabato pomeriggio. E adesso la pubblicità (con le proiezione di grattacieli di una metropoli), W l’Inghilterra, Strada facendo, fino alle canzoni dell’album più recente In questa storia che è la mia (2020). Con i bis arrivano anche Avrai, Mille giorni di te e di me, Via, La vita è adesso.

Sandra Cesarale per corriere.it

Hai assistito a questo show? Condividi il tuo materiale con noi per arricchire il nostro e vostro archivio della memoria. Usa la mail wop@doremifasol.org per inviare o segnalare i tuoi resoconti, le tue foto o i tuoi video con tutti noi.

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio