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L’Opera Summa di Claudio Baglioni

L’opera Summa.
E pure Somma.
Che più di questo, oltre questa asticella altissima, sarà difficile umanamente arrivare.
Anche se un Grande Mago un’ultima meraviglia nascosta nel cilindro ce la può sempre avere.
C’era tutto su quel palco a Caracalla, ieri sera.
Tutto!
La vita, l’esperienza, la precisione infinitesimale,che uno spettacolo che comincia alle 21,12 esatte, in coincidenza con il calar del sole sul sito, la dice lunga sugli investimenti celebrali e le aspettative del Nostro.
Nulla, niente era lasciato al caso.
Per immaginare questo spettacolo ha lavorato per quasi 60 anni, perché in ogni minimo dettaglio, c’è tutto.
Lui, la sua storia, il suo pensiero, tutti gli errori commessi su altri palchi, ripresi e corretti. C’è il suo saper Sognare, in grande e provare a realizzarli questi sogni. Questi quel che costi.
Hai voglia di “incantarci di incanto e meravigliarci di meraviglie”!
Caracalla teatro, quinta perfetta, scenario classico e postmoderno.
Le immagini digitali proiettate su quello sfondo, ora Torre di Babele, ora città distopica.
Ora passato, ora futuro.
Il palco con i suoi figuranti.
L’orchestra del Cinema di Roma diretta da Danilo Minotti. Gli abiti da sera delle violiniste, i legni lucidi degli strumenti.
La band storica, le coriste, i 12 ballerini androgini di Peparini. Abiti da scena pensati come strumenti stessi di comunicazione.
Che quadro!
Davanti agli occhi.
Destinato a restare dentro al cuore.
E sopra c’erano le stelle di una notte di giugno ed il ponentino che soffiava appena.
Perfino dietro alle schiene degli spettatori c’era la cura del dettaglio, gli alberi a delimitare l’area del luogo vestiti a festa di luce.
Le canzoni, la scaletta stessa, erano un pretesto, un gancio per rappresentare tanti quadri d’insieme.
Essere parte di un coro, tassello di un mosaico, lui stesso, né più né meno degli altri cento e passa compagni presenti sul palco.
“Come trovare un’unica voce per parlare a ciascuno di voi?”, nella maniera che ognuno vorrebbe sua e sussurrata.
Ah Grande Mago! Come fare ?
Sul tunnel del tempo e del nudo ricordo di Mille giorni di te e di me, sul connubio coro e assolo di Buona fortuna, sulle immagini di Icaro a testa reclinata, sulle code del frac appena mosse dal vento, sulle sonorizzazioni e l’eleganza dei gesti di Giovanni alla chitarra, a me sono corsi brividi d’emozione sulla schiena.
Che mi veniva anche da piangere.
A guardare qualcosa di così perfetto come lo è la Vita, l’Amore, l’essere parte di Universo. A forma di te.

Tatiana Stefanini

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

6 Commenti

  1. Concerto meraviglioso ( ma non c’erano dubbi) ma una grande delusione per la location. Avevo acquistato i biglietti da 85 euro pensando che spendere un po’ in più valesse la pena, e invece la visuale non era per niente buona …tanto valeva risparmiare un po’ di soldini visto che non ho comunque goduto più degli altri la visione del concerti

  2. Solo una parola INEGUAGLIABILE ❤️❤️LINFA DELLA MIA VITA un abbraccio forte forte dalla Sicilia ☀️buone vacanze a tutta la redazione e grz per il vostro lavoro

  3. È stato spettacolare….ho pianto dalla commozione da brivido delle sue prime note….ho ringraziato mia figlia per il regalo di questo magnifico concerto….e un grazie a Claudio per queste sempre e uniche emozioni che fanno parte del percorso della mia vita

  4. Grazie Tatiana.Hai raccontato alla perfezione l’ opera grandiosa di Claudio alle terme di Caracalla…non c’ e altro da aggiungere…

  5. bellissimo scritto! grazie per averlo condiviso. anche io c’ero, il 5 giugno. e anche io sono consapevole di essere stata parte di qualcosa di unico. è l’incanto che solo il grande mago può! e si, anche io sono certa che dal suo cilindro (non uscì un coniglio) ne ha ancora di mirabilie da tirare fuori!
    w cucaio, w il grande mago incantatore

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