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Claudio Baglioni – Dalle ragazze dell’Est alle ragazze Iraniane

Nei giorni scorsi, sulle pagine del quotidiano la Repubblica, è uscito un interessante articolo a firma di Concita De Gregorio, una toccante riflessione sulla capacità che la musica ha di mettere in crisi i regimi autocratici. L’analisi del rapporto tra i regimi e la musica è al centro del film documentario di Esmeralda Calabria, dal titolo Parlate a bassa voce, racconto dell’Albania durante il periodo del socialismo reale. Il film è un affresco sulla vita quotidiana (la storia è ambientata nel 1977), di un popolo imbalsamato e costretto a vivere senza libertà ed isolato dal resto del mondo. L’Albania è paese vicino geograficamente all’Italia, ma in quegli anni era lontano, dove i governanti tenevano sotto una cortina di ferro gelida un intero popolo.

Il film racconta la vita di alcuni ragazzi che coltivano l’hobby della musica, passione pericolosa per un regime dittatoriale, che non tollerava le tendenze e i gusti occidentali, ma per quei ragazzi la musica era qualcosa di vitale, li faceva sentire uguali ai coetanei del resto del mondo. Una passione, che nell’Albania del socialismo reale poteva costare cara, addirittura per aver ascoltato Claudio Baglioni, si rischiava di essere condannato a diciassette anni di carcere. Si, era proprio così, il regime autoritario manifestava tutta la sua cruda violenza contro chi amava la musica, ritenuta pericolosa perchè portatrice di un messaggio sovversivo, che è quello di dare voce alla libertà. L’arte da sempre è invisa al potere, ma la voglia di fare musica era troppo forte, per quel gruppo di ragazzi che per evitare di essere scoperti, sceglievano i posti lontani dagli sguardi dalle orecchie del potere, e si riparavano negli scantinati, dove potevano spargere l’energia positiva della musica.

L’arte ha rappresentato da sempre un valore sociale e culturale per una comunità, la musica ha il potere di sollevare le coscienze; è balsamo che agisce sulle ferite e sulle ingiustizie; è il più potente linguaggio universale; è strumento di comunicazione e di comunione, ma soprattutto è uno straordinario veicolo di sogno; è rivoluzionaria perchè come scrive la De Gregorio, l’arte sconfigge la dittatura. La musica è forza, esprime energia, è suscitatrice di passioni; è vento che spazza via la paura.

Nella sua vasta produzione musicale Baglioni ha scritto un brano, Le ragazze dell’est, uscito uscito nel 1981, nel quale racconta una realtà che qualcuno negava o faceva fatica a vedere. Il cantautore romano tratteggia la vita delle ragazze che vivevano, come si diceva allora, nella cortina di ferro, il mondo del socialismo reale.

L’artista traduce le sensazioni di un uomo, narra il vissuto che ha sperimentato, ne racconta la storia, quello che ne deriva è un affresco narrativo-musicale di rara bellezza, espressione di una sublime poesia, dove la sensibilità umana si unisce alla presa di coscienza, tutto questo si fa testimonianza commovente.

Con questo brano, Claudio mette in luce la fenomenologia della donna, lo fa con un linguaggio delicato che sa andare incontro alle cose del mondo senza manipolarle ma facendo parlare le cose stesse, cercando di dare ai volti nomi che l’ideologia con conosce. Claudio ci dà una fotografia reale di una società dove il quotidiano sembra piatto ed incolore. L’inizio del brano ci immerge già da subito nell’atmosfera rarefatta di quel mondo…mattini pallidi ancora imburrati di foschia. Il risveglio del mondo da quelle parti è opaco, tutto è già scontato, tutto e regolato, l’ideologia è visione totale, ordine sociale, struttura che fonda e regola le azioni e i sentimenti.

L’artista racconta… le ho viste sotto pensile ad aspettare il sole e il loro tram…, far la fila con impazienza davanti ai gelatai. Tutto quello che viene fatto è privo d’attesa, il cielo dell’ideologia è vuoto, non esistono stelle, il copione è stato già scritto. Il movimento della vita non annuncia più sorprese, tutto è già realizzato, non ci sono novità, la storia si è compiuta. Il grigio è il solo colore che scandisce il tempo sempre uguale, non vi è nulla da attendere, tutto è pianificato, la vita di ognuno è organizzata dalla burocrazia.

Il brano ci porta nel sottosuolo dell’umano, luogo dove albergano paure e voglie, dove si mescolano fantasmi e desideri, amari timori e timide allegrie, come quando afferma…. le ho viste con un dolore nuovo e lontano tenuto per la mano. Nel magma indistinto della psiche si intravedono i segni di vita che la macchina d’acciaio non è riuscita ad addomesticare, questo lo si può notare quando si incontrano… facce ingenue appena truccate di tenera euforia, questo vuol dire che nell’umano c’è qualcosa che resiste all’arroganza cieca dell’ideologia che vuole neutralizzare e annullare.

Nonostante la cappa avvolgente di un potere che sorveglia e controlla, c’è un posto irraggiungibile nei territori dell’anima, dove le ragazze possono coltivare qualcosa che non si piega all’ordine, qui si può udire il battito della vita, traccia di un’emozione segreta, Claudio scrive, a tal proposito, le ho viste eccitate e buffe, sudate dalla felicità. La voce che racconta questa storia sembra accompagnare queste ragazze, a non lasciarle sole. Le parole sono misurate, attente e rispettose, pudiche e allo stesso tempo lucenti, illuminano e fanno vedere, …lo ho viste con i capelli di sabbia raccolti nei foulard, le emozioni sono vissute, ma non esibite, sono custodite con discrezione, magico mistero che rivela la bellezza e il profumo di vita che inebria i loro corpi pieni di vita.

Il brano uno è sguardo sociale, sa raccontare la routine quotidiana, la vita si snoda tra… vie di fabbriche e statue di operai, Claudio scava anche nelle profondità, si inoltra nel vissuto psicologico, ci mostra la dimensione interiore, dove una piccola luce può tenere acceso un sogno, ciò dimostra che l’esistenza non ha smarrito la passione, quella strana sensazione che fa sentire un brivido, un palpitare dentro, per questo le ragazze manifestano un pudore dolce che li porta a…. coprirsi bene il cuore, sentono e vivono i sentimenti universali, assaporano un brivido d’eterno nell’inferno della vita.

In questa scena, l’arte restituisce a queste donne una dignità anche se sofferta, la passione è ciò che permette di guardare in alto dove un…cielo stufo d’inverno promette un pò di blu, qui la narrazione si sporge, diventa metafora, l’attesa rinvia a un qualcosa di più grande, si può presagire una breccia nel muro dell’ideologia. Allora un piccolo segno si presenta…sulle labbra vaghi sorrisi di attesa e chissà che…, le parole possono raccontare che un’altra storia è possibile, si può sperare contro ogni ideologia e contro ogni destino. Come i ragazzi albanesi, anche le ragazze dell’est, lontani dagli occhi del potere, riescono a trovare un posto dove è possibile scrivere sui vetri ghiacciati le loro fantasie, dove è possibile parlare di sogni, di ingenui amori, di piccole storie quotidiane che accendono un sorriso. Bisognerà aspettare ancora qualche anno, ma la speranza ha incominciato a far battere i cuori. Solo con la caduta del muro di Berlino, quelle ragazze avranno il sorriso della libertà.

Oggi quelle… povere belle donne innamorate d’amore e della vita sono le ragazze iraniane, volti e storie che cercano con le loro voci di lacerare il velo prepotente che ammorba l’aria e vuole oscurare i loro sguardi e i loro cuori. Le ragazze iraniane combattano contro un regime che ha timore della musica e della sua potente libertà di abbattere i muri di odio. La è la forza e soffio che fa volare i loro capelli come onde del mare, segno che una storia nuova è già incominciata.

Sandro De Bonis

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

Un Commento

  1. Bellissimo articolo! L’ho letto tutto d’un fiato… partendo dall’Albania, passando per la Polonia (con un’analisi del capolavoro Ragazze dell’Est), fino alle coraggiose battaglie iraniane! Il tutto a tempo di musica, balsamo che agisce sulle ferite e le ingiustizie! Grazie a Sandro de Bonis per aver condiviso.
    W Cucaio per sempre

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