Il XXII Raduno Clab di Sabrina Polizzi
Sono una clabber da moltissimi anni, ma quello che mi appresterò a raccontare non sarà una novità per chi milita nella cerchia stretta e incallita dei fan di Claudio Baglioni.
Da quando arrivò la tanto attesa E-mail ho sempre annunciato alle mie amiche più care che sarei andata dal giorno prima a fare la fila, non avrei mai rinunciato ad essere davanti, per Claudio sempre fatto (come mi dice sempre lui del resto che ho bisogno di uno pschiatra), ma…
Nessuna delle mie amiche lo avrebbe fatto quest’anno, i NO fioccavano da tutte le parti (come dargli torto, la data famigerata era il 4 Dicembre, rischio imbernazione c’era tutto), ma poi il tanto atteso SI è sbucato fuori, con me ci sarebbe stata la mia amica Anna Iacone di Torre Annunziata.
Mai avrei immaginato, però, che ad un mese dal tanto desiderato giorno venisse a mancare una parte del mio cuore, il mio papà.
Tutto ciò per me è stato assolutamente devastante, la terra sotto i piedi che vacilla, la mia voglia di raduno, concerto, Claudio era pari allo zero.
Di radunarmi proprio non ci pensavo, ma le mie amiche, le mie “sorelle”con tanta determinazione, affetto, amore mi hanno convinto che solo questo per me sarebbe stato il primo passo verso uno spiraglio di sole.
Arriviamo al Sabato, giungo all’Auditorium alle 16:30 di pomeriggio per poi attendere Anna alle 17:30, con annessa pioggia a rompere le scatole, ci diamo i numeretti 1 e 2 per poi proseguire via via che sarebbero arrivati/e altri fan.
Alle 18:00 abbiamo il piacere di condividere e calcare i marciapiedi del Parco della Musica con Valerio Montini, Roberta Pulcetta, Giulia Marin e Francesca Ricci, una piacevole compagnia,tra temporale, umidità, freddo, caffè caldo, thè caldo, coperte, sedie, e tanti racconti e risate (premetto che io e Roberta non abbiamo mai chiuso occhio, sveglie fino tutta la giornata del 4).
Pian piano che si fà l’alba intravediamo le prime fan, diamo i numeretti (perchè correttezza e precisione in queste occasioni sono la base per non creare i “soliti malumori”), mettono le transenne e ci incanaliamo da primi quali eravamo, la calca alle 11:30 è già pressante e costante, con un solo nastro di plastica a dividerci dal cancello (ahahahah un nastro di plastica con le fan di Baglioni, ridevo da sola e già sapevo.
Avvettiamo gli addetti alla sicurezza di fare attenzione, di far entrare 10 persone alla volta, altrimenti si sarebbero potuti far male seriamente loro e chi si accingeva ad entrare.
Aprono, subito ci siamo noi, arriviamo all’imbocco delle scale per la Santa Cecilia ma tutto è fermo, non ne capiamo il motivo, ci dicono che purtroppo sul palco ci sia ancora l’artista (nel contempo da fuori la calca straccia di netto il nastro e sofrasta anche gli uomini della sicurezza), quindi ben presto ci ritroviamo con almeno 1000 persone dietro di noi che spingono come bestie impazzite, la Signora Fioravanti (impeccabile per tutta la giornata), sapendo ciò che avevamo fatto dal giorno prima avverte di aprire prima il nostro varco in quanto era nostro diritto essere primi, ma…
La ressa era allucinante, attacchi di panico, persone in infermeria, persone buttate a terra, di tutto e di più, una cosa aberrante, inqualificabile se si pensa l’età media di questi/e fan.
Finalmente aprono e saliamo, entro in sala e non credo ai miei occhi, le prime due file tutte prese, credo di avere le allucinazioni, non è possibile, noi siamo i primi, abbiamo sudato per averle, non riesco a capacitarmi come possa essere successo, ma ben presto mi dicono che non sò per quale astrale motivo sia stata aperta prima l’altra entrata della sala, mi calmo e provo a parlare con le persone, gli spiego, nulla, trovo arroganza, cattiveria (cosa ca@@o me ne frega a me che tu eri quà da ieri notte), male parole, purtroppo anche da gente che conosco, gente che sapeva cosa avessi fatto per esseri lì…
Unica solidarietà e umanità l’ho trovata dai miei amici Vincenzo Artieri, Emily Florido e Rossella Materossi, che non ci hanno pensato un secondo a cedermi il posto, un gesto che non dimenticherò mai, di una sensibilità unica.
Mi siedo, comincia, il maestro entra e quasi neanche me ne accorgo, non sono io, sono pietrificata, non sento nulla, la musica si, la sento e sono coltellate una dietro l’altra, piango, sempre, tanto, durante “I vecchi” tento quasi di uscire, ma le gambe non si muovono, paralizzate, i numeretti?
Ma quando mai, neanche se ce lo avessi messo io di proposito, io ho sempre faticato e faticherò per vedere o incontrare Claudio.
Solo nel finale riesco ad andare sotto palco, ma anche là canto a malapena, però c’è Claudio con me e lui come sempre, con la sua innata sensibilità me lo dimostra, passa a dare le mani, sono piccolina anche con i tacchi, lui mi scruta già da un metro, individua dove sono con gli occhi, si abbassa e mi scapiglia dolcemente, basta un gesto, piccolo, impercettibile, ma che solo io e lui comprendiamo bene.
Finito tutto, ad oggi, mi chiedo ancora come questo uomo immenso, questo artista eccelso, possa avere attorno fan senta ritegno, senza rispetto per il prossimo, che acciaccano e ricompongono a loro piacimento, tutto ciò che di bello decanta con le parole…
Tutto sistematicamente sporcato da tali soggetti.
Io provo veramente sconforto e tristezza, Claudio non merita tutto questo.
Un pò di anni fà, in una sala assai prestigiosa come la Nervi disse:”Siate nobili, non ignobili”, bè da queste splendide perle del nostro mago non avee colto e capito nulla.
P.S. Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone, veramente tantissime che mi hanno circondato di cordoglio, affetto e bene sincero…
Scusate se mi tolgo un “sassolino dalla scarpa”, per tutte quelle persone finte e lontane da me, non fate post strappalacrime sui gruppi, non giocate con i lutti gravi di una ragazza, e poi la vedete di persona e vi voltate dall’altra parte, è di pessimo gusto, vomitevole.
Sabrina Polizzi 3 e 4 Dicembre 2022
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