I 1000 giorni di Claudio Baglioni passano da Roma
Mille giorni di Baglioni
Il lungo addio passa da qui ed è subito sold out
Dura tre anni il giro dei saluti del cantante che ha trascorso una vita sul palcoscenico 110 date tra recital e autobiografia
A leggerlo così, dalla fine, tutto torna: era scritto che la stella di Claudio Baglioni — 73 anni di cui sessanta sul palco, «da quello di un piccolo festival di voci nuove a Centocelle nel 1964», ha detto — non si sarebbe spenta lentamente, ma avrebbe chiuso in grande stile.
D’altronde si parla di un artista con alle spalle una carriera inattaccabile, che ora può scendere «dal ring da vincente» perché ha saputo mantenere centellinarsi e non sprecarsi, vendere milioni di copie (nel 2025 cade peraltro il quarantennale del suo best seller, La vita è adesso) e restare da parte «quando non era il momento»; diradando infine gli album in studio per concentrarsi su un’attività live che non è scaduta a karaoke, ma ha sempre investito in tecnologie, scenografie, corpi di ballo, alzando puntualmente l’asticella.
Perché sì, Baglioni si ritira e il giro dei saluti è cominciato, «mille giorni » di countdown partiti nel 2024 e che termineranno solo nel 2026.
In mezzo, un altro tour, questo al via domani al Teatro dell’Opera (biglietti esauriti, ma ci sono repliche il 12 maggio e il 27 ottobre), maratona da 110 date in 42 teatri lirici, da nord a sud, fino a dicembre.
Sarà, ride, «un concerto ravvicinato del terzo tipo», vuoi per la natura delle location e vuoi per le scelte stilistiche: un massimo di circa duemila posti per sera, altro che adunate da stadi e arene, di cui comunque resta tra i pionieri, anzi eccolo da solo seduto al pianoforte (da cui il titolo, Piano di Volo SOLOtris, a comporre un’ideale trilogia con le altre due serie di live in solitaria che l’hanno anticipato).
Il risultato è un mix di classici suonati nella forma con cui sono stati, di fatto, concepiti e aneddoti sulla sua vita rtistica e personale, dagli inizi agli settanta, con ostilità assortite, come il soprannome «Agonia», fino alla gloria.
Un po’ recital, un po’ autobiografia in musica e un po’ Springsteen on Broadway, però all’italiana. E con al centro, soprattutto, le canzoni. Magari più sussurrate del solito, vista l’occasione, ma non meno cantate. Del resto c’è un’enciclopedia da cui pescare: l’ultima volta da solo al piano, nel 2022, aveva recuperato qualche pezzo sepolto nel repertorio, e data l’atmosfera da «ora o mai più» di stavolta è probabile che succederà ancora; ma ovviamente non mancheranno neanche le varie Strada facendo, Avrai, Questo piccolo grande amore e Mille giorni di te e di me, E tu…, Sabato pomeriggio e Poster. La sfida, più che altro, sarà farle entrare tutte in due ore di show: problemi che si pongono quando si deve dire addio a una carriera così vasta e, appunto, vincente.
Teatro dell’Opera, Piazza Beniamino Gigli, domani, tel. 06481601, ore 21, sold out
Patrizio Ruviglioni per la Repubblica – Roma 14 gennaio 2025