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Claudio Baglioni da Guinness dei primati a Milano

Il gusto di ritrovare un grande musicista. Il guru della satira via podcast che torna alle origini. E una disturbante novità dall’attore e regista Fausto Cabra

D’accordo, con “Piano di volo SOLOtris” Claudio Baglioni (120 concerti lui e 3 pianoforti nei teatri storici di 48 città da gennaio a dicembre, terzo capitolo del progetto SOLO che dal 2022 alla fine arriverà a quota 300 serate) ha tutta l’intenzione di entrare nel Guinness dei Primati. Ma in noi, l’altra sera per il primo dei suoi due concerti al Teatro Arcimboldi di Milano, c’era invece la voglia di ritrovare un artista che da cronisti cominciammo a seguire negli anni 80 fra dischi, stadi, megaprogetti e superband. Quest’estate, senza prevederlo, lo abbiamo incontrato al concerto pro migranti del maestro Riccardo Muti a Lampedusa, dove Baglioni ha casa da quando lui stesso si inventò per le stesse ragioni, dal 2003 al 2012, il progetto musicale “O’ Scià”. Da lì la voglia di tornare a vederlo in concerto, dopo anni di astinenza e un po’, lo confessiamo, di stanchezza. Lo spettatore di questo diario è un po’ così, preferisce le scoperte anche acerbe all’usato sicuro, così ogni tanto si sbaglia.

Perché l’altra sera sono state un piacere e uno stupore continuo, quelle tre ore di Baglioni che si alternava su tre pianoforti diversi per carattere e natura: il gran coda, la tastiera elettrica e quella digitale. Menù essenziale, senza fronzoli: lui che passava dall’una all’altra, illuminato dal raffinatissimo light designer Carlo Pastore, ripercorrendo gran parte del suo repertorio (34 titoli fra esecuzioni integrali e medley), con speech densi quanto scorrevoli, spesso ironici (la pacata tirata finale vs le foto via telefono andrebbe affissa all’entrata di ogni luogo di spettacolo). E in più la sua inconfondibile, generosissima voce. Perché Claudio Baglioni, oltre che un grande autore raffinato e popolare, è sempre stato un grande cantante. Ora, non vogliamo nasconderci che certe note imprendibili con cui ha sfidato per anni le sue corde vocali non siano più alla sua portata, ma in compenso, al netto di alcuni nobili trucchi del mestiere, ha raggiunto una maturità espressiva e una tavolozza quanto mai densa e matura. E poi l’altra sera il concerto è stato per noi una sorta di simposio musicale ad alto livello, avendo avuto la ventura di avere per vicino di poltrona un musicista ed autore che stimiamo da anni: Rocco Tanica alias Sergio Conforti, storico tastierista di Elio e le Storie Tese. Era l’ultimo che ci immaginavamo di trovare a un concerto di Baglioni, ed invece ci ha subito spiazzato confessando che i suoi modelli di formazione in campo pop sono stati Elton John e…appunto Claudio Baglioni. Così è stato un continuo rilancio, per tutto il concerto, prima di stringate osservazioni tecniche (gli arpeggi, la dinamica pianistica, il controllo sapiente dei suoni sintetici, i segreti vocali), poi, e lì confesso di essermici messo anch’io, di riscoperte continue della sapienza di scrittura armonica e melodica baglionesca, rivalutata ricorrendo spesso a paragoni coi grandi della canzone mondiale ma anche con Bach, Mozart, persino Brahms. Il tutto a lampi veloci durante i lunghi applausi dell’affollatissima platea degli Arcimboldi, che festeggiava entusiasta, e spesso cantava, ogni brano (ecco la differenza fra il pubblico vero e il vostro diarista: loro non se ne sono mai andati).

Tre ore di ripasso gustoso e di preziosa riscoperta, di commozioni e di ritornelli amati e mai in fondo banali. Con più di 300 titoli al suo attivo ci siamo fatti l’idea che Claudio Baglioni sia il cantore dei rimpianti e della malinconia che si fa autocoscienza, un lettore spietato della realtà e non il bozzettista da “maglietta fina” che certi luoghi comuni mediatici ci hanno fin qui tramandato.

Il “SOLOtris”, per limitarci alla primavera, continua il 17 e 18 aprile a Prato, 19 Firenze, 22, 23, 24 Verona, 25, 26, 27 Como, 29 e 30 Cesena, 2 e 3 maggio Forlì, 4 Firenze, 10 e 11 Assisi, 12 di nuovo al Teatro dell’Opera di Roma. Ma la strada per arrivare alla chiusura finale del 9 dicembre a Catania è ancora lunga, e i concerti autunno-inverno in programma ancora tanti.

Massimo Bernardini per huffingtonpost.it

Grazie a Salvatore per la segnalazione

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