Alcuni amori non finiscono #InVoloconDaniel
Alcuni amori (a mio avviso, i migliori e i peggiori allo stesso tempo) non finiscono, ma
si trasformano in domande.
E a volte è proprio la musica che prova a rispondere, intrecciando versi, storie e ricordi che ci somigliano più di quanto vorremmo ammettere.
La seconda tappa del viaggio Notte di Note ci porta dentro uno dei capitoli più umani e universali del repertorio di Claudio Baglioni: quello dell’amore che nasce, si perde e continua a vivere in un altrove invisibile.
Un trittico di canzoni — Con Tutto l’Amore che Posso, Porta Portese e Quanto ti Voglio — che non sono semplici brani, ma frammenti di una stessa storia, raccontata come un film girato con le emozioni.
Il percorso di due persone e delle emozioni che li attraversano:
la spensieratezza, la perdita, la gelosia, il perdono, e infine… quella strana forma di tenerezza che resta quando il dolore si è un po’ dissolto.
Sul palco di Marsa Alam, ho voluto introdurre queste canzoni parlando proprio di questo: di orgoglio, di paure, di quelle volte in cui si lascia andare qualcuno per timore di non essere all’altezza… e di quanto bruci accorgersi, troppo tardi, che nessuno potrà mai prendere davvero il posto che avevamo immaginato per noi.
Ma in fondo, le canzoni di Claudio sono proprio da sempre un po’ tutto questo:
un continuo oscillare tra amore e rabbia, tra la voglia di dimenticare e l’impossibilità di farlo davvero.
Queste canzoni sono un piccolo viaggio dentro quelle contraddizioni che ci rendono umani.
Baglioni (ogni tanto mi sento un po’ in colpa e irrispettoso a chiamarlo sempre “Claudio”) riesce a raccontarle con una sincerità disarmante.
Senza mai giudicare… come se ci dicesse che la vita è anche questo: sbagliare, perdersi, e continuare a cercare qualcosa di autentico dentro di noi e negli altri.
C’è una maturità struggente in tutto questo, una consapevolezza che arriva solo quando smettiamo di cercare colpevoli e iniziamo a guardare dentro le nostre fragilità.
Notte di Note non è solo uno spettacolo, ma un modo per attraversare, insieme a chi ascolta, le tante sfumature dell’animo umano che Claudio ha saputo trasformare in musica e parole.
E forse è per questo che, con mia grande soddisfazione, ogni volta noto che il pubblico non ascolta semplicemente… ma si ritrova!
Tra una pausa e una nota, tra un ricordo e un sorriso, ognuno riconosce un frammento di sé in quelle storie che, ancora una volta, Claudio ci restituisce come se fosse la nostra.
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