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Sal Da Vinci – Napoli chi resta e chi parte

Prova d’autore per Sal da Vinci: «Napoli chi resta e chi parte»


TEATRO ACACIA – NAPOLI

VENERDì  18 NOVEMBRE ORE 21:00
SABATO 19 NOVEMBRE ORE 21:00
DOMENICA 20 NOVEMBRE ORE 18:00
GIOVEDI’ 24 NOVEMBRE ORE 18:00
VENERDI’  25 NOVEMBRE ORE 21:00

POLTRONA euro 27,00 + 3,40
POLTRONCINA euro 20,00 + 2,40

Torna l’opera cult di Patroni Griffi che s’ispirò a Viviani Nel 1975 l’allestimento di Scarano consacrò al successo Ranieri e Angela Luce. Come allora c’è Gigio Morra

NAPOLI – Da Spoleto a Napoli: 1975 -2011. Dopo 35 anni della prima messa in scena dello spettacolo cult degli anni ’70, torna su un palco, questa volta partenopeo: «Napoli chi resta e chi parte» di Giuseppe Patroni Griffi. In cartellone la pièce basata sui due atti unici di Raffaele Viviani: «Caffè di notte e giorno» e «Scalo Marittimo», creato per il XVIII Festival Dei Due Mondi e rappresentato per la prima volta il 3 Luglio 1975 a Spoleto.

UNA NUOVA SFIDA – A calcare il palco nelle vesti da protagonista è Sal Da Vinci, lo “scugnizzo” italo – americano che questa volta dovrà cimentarsi in un testo di Raffaele Viviani ed ereditare il testimone di Massimo Ranieri. Infatti l’edizione degli anni ’70 consacrò alla notorietà attori del calibro di Massimo Ranieri, Angelo Luce, Antonio Casagrande e molti altri, allora giovanissimi. Lello Sacaranno era il produttore di una cast composto da 16 attori, un’orchestra di 6 elementi, comparse tra adulti e bambini, con la scena firmata da Ferdinando Scarfiotti.

IL CAST – Dopo circa un trentennio, figlia d’arte, Francesca Scarano dedica alla figura del padre Lello una rivisitazione personale dello spettacolo che mantiene però un cast di altissimo livello: 15 attori, un’orchestra dal vivo diretta dal maestro Adriano Pennino e 20 comparse. Un remeake teatrale ambizioso e dinamico dove l’elemento di congiunzione tra passato e presente è rappresentato dell’attore Gigio Morra che ha recitato anche per la precedente edizione. Un tuffo nel passato anche per i costumi di scena rigorosamente d’epoca, curati da Daniela Ciancio (che vanta già un David Di Donatello).

LA TRAMA – La regia e la direzione del progetto è affidata al grande Armando Pugliese che ha suddiviso la messa in scena in due atti. Il primo dal titolo «Caffè di giorno» è un tipico squarcio sulla realtà dei quartieri di Napoli: nel misero contesto di un caffè sempre aperto si incontrano personaggi di ogni genere, degradati dalla fame e dall’ignoranza. Il secondo atto dal titolo «Scalo marittimo», conosciuto anche come «Nterr’ ‘a ‘Mmaculatell», scritto nel 1918, descrive la triste condizione di chi, costretto dalla miseria, vede nell’emigrazione l’unica possibilità di sopravvivenza. Insomma, un mondo variegato e controverso, dipinto dal grande Raffaele Viviani e portato in scena 35 anni fa ma che conserva tutt’ora la sua attuale drammaticità.






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