08\04\2016 Nota di Claudio Baglioni
Stazione Centrale Milano. 1967.
Era gennaio e l’inverno colpiva pesante.
Le grandi arcate metalliche e brune
con le volte di ferro e di vetro
che fanno da tetto ai binari
apparvero come fantasmi giganti
rompendo lo schermo fumante di nebbia
che aveva avvolto e bendato
le carrozze e i finestrini del treno
per tutto l’ultimo interminabile tratto
nella pianura padana.
Mia madre e io – 15 anni e 8 mesi –
scendemmo sperduti sulla banchina
prendendo due direzioni contrarie
per poi ritrovarci un po’ spauriti
schiena a schiena a chiamarci.
Uscire dalla stazione fu un altro viaggio.
Tra sale imponenti e scalinate monumentali
alla fine spuntammo sul largo piazzale.
Ecco Milano.
Né mamma né io c’eravamo mai stati.
Era il mio primo provino importante
e per l’occasione ci fu prenotata
una stanza in una pensione a due stelle
con un lavandino minuscolo
di fronte ai due letti attaccati.
Quando mia madre aprì il rubinetto
colò giù un’acqua scura inchiostrata
che io presi come un brutto presagio.
L’audizione andò male parecchio.
I discografici mi dissero in faccia
ch’ero troppo introverso e i pezzi funesti
e che avrei dovuto cantare canzoni di altri.
Cose più allegre e più adatte a un ragazzo
e che magari m’avrebbero sentito di nuovo
più in là per capire se mi fossi scafato.
Ripresi il mio tram di ritorno all’albergo
dove mia madre aspettava con trepidazione
e appoggiato sul vetro aperto a metà
urlai fuori con tutto il fiato che m’era rimasto
“Ve la farò vedere io. Io non mi fermo.
Io diventerò qualcuno.”
Adesso che sono qualcuno
ci son delle volte in cui vorrei tanto fermarmi.
Ma poi mi rimetto su in piedi
e ricomincio ad andare perché andare avanti
è l’unica cosa che si può fare.
Anch’io come Stefano nessuno mi fece entrare e nessuno mi cacciò via non entrai ma non uscì mai dal gioco ci saranno stati svantaggi e vantaggi ma ciò che conta e che nessuno compreso io saprà mai se ero missionario o fuoco di paglia e a questo punto mi basterebbe accendere un cerino per lasciare un segno
Feci anch’io un viaggio della speranza erano i primi anni novanta ed entrai senza arte ne parte Nella portineria non ricordo cosa dissi ma il portinaio di diede un biglietto da visita come se l’avessi meritato per la risposta data Vidi anche qualcuno che lavorava su ai piani alti che sotto lo sguardo vigile di micael Jackson Come dei moschettieri sguainarono la spada gridando il nome della loro azienda e qui fini l’avventura del signor buonaventura
Come al solito chi giudica non sempre è all’altezza di farlo…e tu lo hai dimostrato….con le idee chiare e la propria convinzione si riesce a realizzare i propri sogni…..e noi siamo grati a te di continuare a farci sognare…a dispetto loro!!!! Grande capitano!!!!!
Insomma una cosa così anche Albert Einstein disse pressapoco che non si incontra ma nella vita si incontra gente di tutti i tipi che forgiato e se sei diventi non era propio così ma ci siamo capiti
Al di là di quel che si può dire per difendere il nostro eroe i discografici anno fatto una critica costruttiva infatti poi Claudio si è cucito le canzoni su misura come essi anno consigliato
Caro Claudio, uno anno e mezzo prima che io nascessi, hai avuto un triste incontro con la mia città natale. Come dice Patricia, spero che poi Milano ti abbia saputo ripagare della prima delusione. A proposito, Patricia, in che zona di Milano sei cresciuta? Io a Porta Garibaldi, quando ancora non era zona alla moda e c’erano le case di ringhiera. Un abbraccio Anna
En España decimos “Todo lo que no te mata,te hace mas fuerte…..” continua andara avanti.Buona giornata a tutti…..
Ciao Claudio,
ti riporto due commenti particolari, letti su fb:
il dolore di oggi, fa parte della felicità di ieri;
hai una voce che con gli anni è diventata sempre più bella;
un bacione, non fermarti mai.
Quello che non ammazza, fortifica. Vedi? Ora non ti ammazza nessuno!
Bravoooo,si fa propio come hai fatto tu.
E si va sempre avanti
.e non ci si scoraggia mai.
Le risposte si danno a lungo tempo
E tu le hai date da tempo e li continui a dare.
A volte le persone che giudicano non sono
Per niente competenti o si credono competenti
perche’ hanno un titolo
Che non le serve a niente
Visto come ti hanno giudicato.
Sono come alcuni insegnanti che hanno la laurea e non sanno ne’ insegnare e soprattutto giudicare.
Come si sentirebbe l’insegnante che ha giudicato
Pirandello con un voto negativo ? boooo!
Comunque non ti fermare noi ci saremo sempre
ad aspettarti bravooooo ti voglio un gran bene.
Un affettuoso abbraccio Maria Mariella
Erano gli anni di “Agonia” però dopo sei diventato poesia. Non è stata una gran giornata quella del gennaio ’67 poi a Milano, peccato, la mia città, è stata una delusione, ma cosa avevano in testa quei tipi? Negli anni Milano si è fatta perdonare per l’amore che ti dimostra da sempre, e penso che un artista come te non si fermi perché è impossibile fermare la creatività. Continua per i nostri sogni e per i tuoi, sempre avendo cura di te, mi raccomando. Ti abbraccio. Patricia☆
Bravo Claudio!!! A 15 anni avevi già le idee chiare!
Infatti a noi le tue canzoni piacciono proprio perché le hai scritte TU!!! Grande Capitano!!!❤❤❤
Comincia sempre così Poi C’è chi brucia in un fuoco di carta straccia e chi a stoffa da vendere in un buon fiume si naviga sempre bene o male si sa dove attingere Può succedere che idee messe in sospeso rallentano il viaggio ma poi la piena trascina anche le ancore si va Perché E una vocazione si a il sentore che c’è bisogno di noi
Avranno cambiato mestiere quei discografici…e tu Claudio non fernarti mai..vai avanti sempre per la nostra gioia