Resoconti

Va tutto bene

vatuttobeneVa tutto bene – Recensione di Renato

Sposto un poco la tenda… l’ultima luce del giorno cerca di entrare in camera, ma già è tardi, il sole è troppo basso e nascosto dietro le nuvole, per cui si percepisce soltanto un minimo chiarore in più, ma sembra ugualmente il saluto del tempo che lascia il giorno per entrare nella notte.
La luce colpisce una poltroncina piena di vestiti smessi da poco o in attesa di essere ancora indossati il giorno dopo, che importa cosa sarà, i vestiti vivono con noi e su di noi vivono  le loro storie, storie che ricorderemo anche per ciò che indossavamo, per ciò che ieri o in quel particolare giorno sentivamo pelle sopra la pelle a darci sicurezza per farci sentire a nostro agio. Capita che un pantalone, una gonna, una maglietta, un qualsiasi complemento di abbigliamento ci dia quel qualcosa che ci fa sentire di più noi stessi in quel particolare momento… e tante volte, non è lo stesso indumento, ma di volta in volta uno ha il sopravvento di importanza sugli altri.
Mi guardo in giro, lascio scendere sul vetro le tende, tende che hanno chiuso fuori l’ultimo brivido di sole e che velano nuvole compatte in cielo come enormi massi di panna montata.
Quante cose contiene uno sguardo… contiene il palazzo di fronte con i suoi balconi ordinati, la strada con il suo lungo viale dove sembra che le macchine vogliono prendere il volo, contiene un’attesa e un sogno.
Favole in cui si crede ancora anche se non se ne conosce il finale, forse se si fosse conosciuto il finale si sarebbero vissute ancora di più, oppure non si sarebbero vissute per niente, ma il tempo di una favola è giusto che lo debbano vivere tutti e tutti avrebbero sicuramente una favola solo loro in cui vorrebbero far entrare chi si ama.
Arriveranno le stelle, per ora non si vedono, saranno dietro il sipario del cielo a decidere quale figura disegnare con la loro apparizione, vezzose penseranno agli occhi che le guarderanno e ognuna di loro sta pensando cosa trasmettere, sperando di non venir delusa da chi quel segnale dovrebbe coglierlo.
E il buio avanza e le cose sbiadiscono, la prima cosa a sparire è il mobile a lato del letto, ma lo specchio riflette il buio come fosse una luce e la notte ha una sua luce luminosa nel suo invadere la stanza.
Adagio stancamente la coperta sopra di me, a quest’ora si hanno movimenti stanchi anche se stanchi non si è veramente, ma ogni giorno ha contato i tuoi passi, ogni giorno ha speso le tue parole, ogni giorno è stato disegnato dai tuoi gesti quotidiani, quindi le ore che hai percorso da questa mattina stanno tutte nel tuo pigiama.
Sopra le coperte ora c’è un alito più freddo, c’è un buio solido ma non fastidioso.
Intanto, anche l’armadio perde la sua luce e la notte si impadronisce di lui, ma con discrezione, quasi a non offenderlo e per lasciargli la sua memoria di nobiltà.
Chiudo gli occhi, non cambia molto, c’è lo stesso buio, questo porta via e un pò dispiace, ma ci vuole poco e ti ritrovi in un’altra realtà, i pensieri scorrono veloci e veloce corre il tempo di passati vicini e lontani come certezze di vissuto, ma scorre anche il tempo di propositi e proponimenti, di cosa sarà alla luce di ciò che è stato e cosa sarà alla luce di ciò che si vorrebbe che sia.
Hai lasciato tracce di te con padronanza della tua volontà, oppure hai lasciato ciò che la vita ti ha richiesto, ma anche oggi hai vissuto e hai cercato di costruire una storia da raccontare domani alle tue strade, al tuo orizzonte. Cosa significa vivere? Cosa significa mettere uno davanti agli altri i tuoi passi e le tue volontà se a volte si perdono nel vuoto più profondo? Eppure si continua per lasciare qualcosa di noi nella vita della gente, per essere importanti anche per un solo giorno nel libro della storia di qualcuno, oppure semplicemente per riconoscersi almeno un poco come uomini.
Perchè poi alla fine quello con cui si fanno i conti è la propria dignità, non sono conti facili, spesso non danno gli stessi risultati quando incontrano i conti degli altri, come se la matematica del vivere sia una pura opinione, ma a te devi rispondere e la sera è bello guardarsi nello specchio e vederci dentro una faccia che possa guardare il nuovo giorno con la certezza di non aver sprecato i respiri di ieri.
Purtroppo non è facile che accada, purtroppo qualche volta il tuo essere uomo o donna, accanto alla gioia, provoca danni, sofferenze o disagi in chi hai intorno, l’importante è che il male che si faccia non sia gratuito, si può sbagliare, ma si deve sbagliare sempre pensando al bene degli altri e credo che quando è così, qualcosa di positivo intorno a te lo lasci sempre, anche in ciò che il tuo domani scopre sbagliato e davvero i respiri di ieri non si perdono nella vacuità di un vento sconosciuto.
Proviamo  sempre a vivere onestamente verso il nostro  essere intellettuale e verso gli altri…  proviamo sempre a voler bene all’altra gente, quel bene così diverso che deve essere destinato all’uno o all’altro, ma proviamo a voler bene, sempre e comunque a noi stessi e agli altri.
Poi verrà un giorno in cui ci metteremo alla finestra per guardare la vita passare, saremo stanchi e ci servirà una sedia per fermarci a guardare fuori per il tempo che ci verrà spontaneo starci e chissà se saremo più forti o più fragili in quel momento, quando decideremo di non correre più, quando abbracceremo forte ciò che rimane del nostro sogno che ci è rimasto li davanti… e chissà che qualcuno il proprio sogno lo troverà ancora intatto?
Credo di aver dormito un poco… prima luce timida che entra chiedendo scusa e ammorbidendo la forma delle cose.
Ormai si ricominciano a veder le tendine e ad ascoltare bene si sente anche qualche rumore della strada, ma è ancora presto, il tempo è ancora morbido e allungato.
La stanza appare ormai rassicurante  e  avvolge in una penombra ormai luminosa, lo sguardo vaga sui muri ed essi spariscono per aprirsi su orizzonti colorati, su profondità di sottile felicità, quella felicità che da l’immaginare di vivere uno spazio tuo di tempo in un giorno che per un attimo lascia fuori il mondo da quella stanza e ci porta dentro solo i colori e le magie della fantasia.
Rimango li a guardare una stanza che ha dormito tutta la notte e ora si sveglia stiracchiandosi senza emettere rumori, lo specchio si prepara a riflettere bellezza, le tendine alla finestra accolgono la luce e restituiscono giochi di ombre, l’armadio ora mi appare come una vela di una barca pronta al prossimo viaggio e il viaggio sarà avventura e scoperta.
Il mobile sul lato del letto sorride alla sua damigella la poltrona e i vestiti adagiati sopra  aspettano impazienti di fare il loro nuovo percorso di vita insieme al richiamo che porta a camminare, aspettano e vivono la loro attesa.
Mi avvicino alla finestra, sposto le tende e guardo la luce del nuovo giorno che invade le strade, il mondo cammina, forse corre, forse sogna, spero che non soffra, ma so che non è possibile lasciare sempre al margine la sofferenza e il dolore, esistono come la gioia, solo che la gioia la devi cercare, con caparbietà, con ostinazione, regalando a noi stessi i suoi frutti indispensabili e sempre meritati  dai nostri giorni vissuti sotto cieli spesso nuvolosi, anche quando sono apparentemente sereni, non c’è frutto che non ci sia dovuto, ma non ce n’è nemmeno uno che si conquista senza tormento. Invece sofferenza e dolore sono impliciti nel vivere e nel viverci, nessuno può sfuggirci… così come nessuno può pensare di vivere senza mai fare errori.
Nel cielo ancora nuvole e mi chiedo se sono quelle del giorno prima, non credo, anche noi ad ogni attimo siamo diversi e io dopo questa notte sono certo che sono diventato un pò migliore, opeggiore, chissà!  
…e voi, nuvole di oggi, dove eravate ieri?
E ricominciamo… “non sarà facile lo so, ,ma sorridere saprò, che anche questa è fatta e non mi resta che vivere”.
e infondo… va tutto bene.

Renato

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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