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Il delirio di Vasco Rossi

Premesso che Baglioni non ha certo bisogno di essere difeso da terzi e che il suo silenzio sull’argomento è la sua migliore risposta, non posso esimermi dall’esprimere il mio pensiero su questo disgustoso episodio.

E’ sicuramente legittimo avere gusti musicali differenti e quindi apprezzare o meno il repertorio di questo o quell’artista; io stessa, pur seguendo Baglioni praticamente da sempre, non sempre condivido quello che fa e tengo molto a conservare la mia personalità e a mantenere una sana lucidità e obiettività.

Ma trovo assolutamente fuori luogo offendere gratuitamente a livello personale e sul piano umano: Rossi ha praticamente dato a Baglioni dell’ebete e dell’imbecille, riferendo che lui lo guarda “sperando abbia qualche reazione” e definendo le sue canzoni “tutte la stessa lagna” “da sala d’attesa” e cortesie del genere.
Fa poi delle ricostruzioni pseudostoriche totalmente inesatte: ridicola quella secondo la quale Baglioni avrebbe ricominciato a suonare 10 anni dopo Amnesty con un “concerto dal balcone per il suo cortile”
Ho virgolettato perché gli lascio volentieri tutta la paternità di un simile cumulo di sciocchezze!

Intanto vorrei chiedere a Rossi, visto che fa riferimento al buonismo e al politicamente corretto che impedisce agli artisti di dirsi francamente quello che pensano veramente gli uni degli altri: ma come? Lui che si ritiene il paladino supremo della sincerità, quello che dice le cose come stanno fregandosene dei giudizi della gente….come mai solo adesso sputa veleno e ha taciuto per ben 40 anni? Perché la sua sincerità non è venuta fuori prima? Perché non ha detto già allora a Baglioni  (magari proprio mentre “attendeva e sperava che avesse una reazione visibile”) che scriveva canzoni che riprendevano i discorsi delle signore dal parrucchiere???

E proprio a proposito di “testi che non raggiungono neanche il livello dei peggiori discorsi sul più e sul meno, infarciti dei soliti luoghi comuni” , vorrei ricordare al sig. Rossi che Poster, I vecchi, Ragazze dell’est, Uomini persi, Quante volte, Io dal mare, Tamburi lontani, Mille giorni di te e di me, Fammi andar via,Titoli di coda…e potrei continuare per un bel po’ (contrariamente ai testi del repertorio di Vasco Rossi) sono dei signori testi.
Con tutta franchezza, per esempio, non mi sembra proprio che Colpa d’Alfredo sia un gran capolavoro di scrittura o di lirismo, né mi pare che una sola canzone del repertorio di Baglioni si avvicini ad un simile livello.

L’apice dello squallore, Rossi lo ha raggiunto quando, dopo aver sparato a zero, si è vigliaccamente inventato  – prontamente smentito – un chiarimento con Baglioni: cos’è, è andato anche lui ad ingrossare le fila di quelli che parlano a loro insaputa????

Povero Vasco, che brutta fine…. il suo scritto è tutto una delirante autocelebrazione della sua bravura: lui è il più tutto.
Non lo sfiora neanche il pensiero di quanto poco rispetti quelli che lo seguono, presentandosi strisciante sul palco, rantolando, biascicando le parole o ricorrendo al play back. Dovrebbe come minimo vergognarsi di offrire spettacoli simili a chi paga per ascoltarlo…invece se la cava con qualche eh già, oh, ah….
Peggio per quei sordi e ciechi fanatici – fanatici, non ammiratori – che bevono (tanto per restare in linea col personaggio) qualsiasi cosa propina loro, qualsiasi banalità dica, faccia, canti. Canti???
Ho letto frasi da far accapponare la pelle. Cito, pescando qua e là:
“esiste solo lui, ci aiuta a non cadere nella disperazione totale, gli altri non comunicano con noi, non ci rappresentano, non ci insegnano come affrontare le sconfitte, non ci aiutano a riconoscere le nostre debolezze e ad imparare dai nostri errori…..” e via dicendo.
A parte il consiglio di una gigantesca terapia di gruppo, per qunto riguarda sconfitte e debolezze suggerirei di seguire l’esempio del loro “dio”: gettare palate di fango sugli altri.

Che tristezza vedere uno che qualche bella canzone l’ha sicuramente scritta scendere una china così ingloriosa, incapace di accettare l’idea di un inesorabile declino (evidentemente per lui inaccettabile) che lo spinge a vomitare su tutto e tutti, credendosi un padreterno.
E’ diventato ormai da anni il clone di se stesso, non sbagliava Morgan dicendo che è morto da tempo.
Spiace prendere atto che una persona anche simpatica sia precipitata in un simile abisso di pochezza, miseria umana, delirio e squallore.

Cerchi, se può, di affrontare la sua malattia con meno acredine e livore; non dico di riflettere, perché gli manca la materia prima: un cervello sgombro dagli eccessi di alcool e droga, che gli hanno obnubilato la mente e di cui si vedono i frutti.
Ecco, magari adesso potrebbe provare lui stesso a seguire il consiglio che voleva dare tempo fa a Baglioni: ci vada lui a zappare la terra. Magari se lo avesse fatto prima, il conto che gli avrebbe presentato la sua salute sarebbe stato meno salato e gli avrebbe giovato sicuramente di più che giocare a fare il maledetto.

Per tutto quello che ha scritto non provo per niente rabbia, mi fa solo una grande pena: è solo un povero patetico disperato alla canna del gas.
Meglio: alla canna e stop.

TIZIANA, Milano

The Godfather

The Godfather [Il Padrino] - Dietro questo nickname si cela il nostro fondatore e amministratore unico TONY ASSANTE, più grigio ma MAI domo. Il logo (lo chiedono in molti) è il simbolo dei FANS di Elvis Presley (Cercate il significato in rete).

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